MMMhhh non sono d'accordo sul fatto che negli anni 60 il Mark VI fosse praticamente l'unico sax a disposizione dei grandi del Jazz:
Cerano i Beucher, i Buffet, i Conn, i King e i Martin. Oltre a questi sul mercato ed in mano ai professionisti c'erano già un ottimo numero di Balance e Balance Action Selmer.
Allora il Mark VI è stata proprio una scelta per il professionista. Allora il Mark VI era un modello nuovo di trinca ed un numero altissimo di professionisti ha preferito prendersi un sax appena prodotto rispetto a comprare un "vintage" o un ottimo sax di qualche anno più vecchio come i sopra citati. Quindi è innegabile che il Mark VI allora avesse qualcosa in più rispetto a tutti gli altri.
Io suono ormai sempre il mio Borgani ma devo ammettere che lo faccio in parte per il suono a cui sono più abituato ed in grandissima parte per una questione puramente affettiva: mi sento proprio fisicamente in colpa se suono un altro sax. Ieri sera però ho ripreso in mano il MVI e cacchio devo ammettere che leggerezza, vibrazioni e meccanica sono davvero incredibili. E' vero che ti da la sensazione di essere più leggero ma non solo sul collo, anche dentro la testa.
E' uno strumento eccezionale e probabilmente se oggi non avendo un sax mi chiedessero "spenderesti 5000 euro per un Borgani nuovo o per un ottimo Mark VI usato?" sceglierei sicuramente il secondo.
Ma cmq credo che oggi questo sax sia arrivato al massimo del suo valore e la sua curva potrà solo naturalmente scendere!