Considerando il valore del bene pagato ai tempi i King Cleveland dovrebbero essere i più cari (e a giusta ragione) tutto in argento e madreperle.
Il prezzo di vendita dipende sicuramente dalla legge della domanda/offerta, ma anche da quanto questo strumento sia suonabile/adatto al musicista. Altrimenti non si spiegherebbe perché pagare tutti questi soldi....solo per uno strumento ben riuscito.
Il Mark VI a mio modesto parere è proprio lo "strumento" in quanto il più versatile ovvero il mezzo per arrivare con facilità a quello che si desidera (suono, fraseggio etc.). Anche a me che l'ho utilizzato fino a fine estate col quartetto era più facile (applicando lo studio e l'esercizio) traslare le idee che naturalmente esprimevo col pianoforte.
C'è da dire anche che questa facilità non è sempre ripagata in termini sonori, perché ci sono strumenti e strumenti, che a parità di matricola suonano meglio o peggio, in base a come sono stati suonati/trattati nel corso della loro vita.
Per assurdo quelli meno quotati potrebbero adattarsi maggiormente a un soggetto, e magari quelli più quotati no. Ci sono persone che non riescono a scrollarsi di dosso l'utilizzo della chiave F# (che è comoda...inutile dire di no!!).
Oppure qualcuno preferisce i V digits anche se con i buchi, perché Brecker usava quelli, quindi anche col buco vale di più e suona meglio di quelli più recenti, sfruttati 15/20 anni in meno.
Oppure gli SBA....a mio parere grandi strumenti, ma c'è sempre lo sfigato in giro....poco intonato, o con poco suono, poco volume (questa è una caratteristica anche piuttosto comune).
Rimango dell'idea che i Mark VI vadano suonati, e pure tanto.....se uno lo usa come secondo strumento, o peggio terzo....non ha senso avere una macchina da guerra del genere per il puro pensiero che domani varrà di più o quanto meno la stessa cifra!