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Discussione: Investimento Selmer Mark VI ?!

  1. #16
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    E' bello questo strumento , ti coinvolge con il suo suono e il suo fascino , ma lasciamo stare tutto questo ed analizziamo "freddamente" il periodo degli anni 60' .
    Secondo l'analisi che reputo corretta di Ziubelu in quegli anni il sax professionale più prodotto era quello della Selmer , il sesto modello dal Serie 22 , il Mark VI appunto. I giapponesi stavano nascendo (copiando pedestremente Selmer) gli orientali non esistevano, gli americani stavano delocalizzando le fabbriche in posti meno costosi e alcuni brand stavano sparendo spesso acquistati da Selmer ed utilizzati per sax di seconda fascia.
    Quindi un professionista del periodo se voleva comperarsi un sax nuovo non aveva molta scelta, anzi direi che la scelta era quasi obbligata : Selmer Mark VI !
    Innegabilmente eran fatti bene , meccanica robusta ma maneggevole suono corposo e "versatile" , tutti oggi riconosciamo che con il Mark VI ci fai quello che vuoi in modo semplice : quindi la Selmer, ditta esperta ed attenta alle esigenze dei musicisti e dei mercati nel periodo ha prodotto un sax , passatemi il termine "neutro" che potesse andare bene per la maggior parte delle esigenze musicali del periodo (oggi diciamo che i sax professionali Yamaha hanno la stessa caratteristica e lo consideriamo quasi un difetto ) . Comunque tornando al Mark VI visto con gli occhi di oggi troviamo che sono ottimi strumenti utilizzati dai mostri sacri del sax !
    Gli artisti di oggi hanno una maggior scelta : di sax fatti bene e che suonano ce ne sono parecchi e i produttori, per conquistare le preferenze dei vari professionisti cercano di fare prodotti sempre più personalizzati lavorando su materiali ,sui trattamenti, sulle forme e quant'altro, quindi variegando ulteriormente la produzione e ampliando la scelta !
    Numericamente parlando, probabilmente nessun ottimo strumento di oggi sarà considerato dai nostri figli : "lo strumento" !


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  2. #17
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    Tradotto in legge di mercato ...in passato l'offerta ad un certo livello era fatta da pochi e quindi la richiesta convogliava tutta su Selmer . Ovviamente se i mostri sacri avendo a disposizione poca scelta convogliavano su Selmer questo contribuiva ad aumentarne la richiesta ,arrivando a creare la leggenda .
    Oggi è tutto diverso hai a disposizione una produzione di sax molto variegata e differenziata e questo disperde la richiesta mentre la crisi la contrae per cui il valore delle cose tende al ribasso ...anche il MKVI è coinvolto in queste dinamiche .
    Se poi vogliamo andare sulle valutazioni tecniche il famoso tutto ce lo fai con 1000 sax , la meccanica robusta la trovi in 1000 sax e il suono lo trovi in un po' meno sax ma comunque ce ne sono tanti che te lo possono dare a cifre molto inferiori da nuovi rispetto al MKVI di decine di anni .
    La Selmer era arrivata a creare un mito ma a differenza di altri marchi in altri settori (per esempio Harley Davidson) non è riuscita a renderlo eterno per cui anche per lei valgono le leggi di mercato mettetevi l'anima in pace.

  3. #18
    MMMhhh non sono d'accordo sul fatto che negli anni 60 il Mark VI fosse praticamente l'unico sax a disposizione dei grandi del Jazz:
    Cerano i Beucher, i Buffet, i Conn, i King e i Martin. Oltre a questi sul mercato ed in mano ai professionisti c'erano già un ottimo numero di Balance e Balance Action Selmer.

    Allora il Mark VI è stata proprio una scelta per il professionista. Allora il Mark VI era un modello nuovo di trinca ed un numero altissimo di professionisti ha preferito prendersi un sax appena prodotto rispetto a comprare un "vintage" o un ottimo sax di qualche anno più vecchio come i sopra citati. Quindi è innegabile che il Mark VI allora avesse qualcosa in più rispetto a tutti gli altri.
    Io suono ormai sempre il mio Borgani ma devo ammettere che lo faccio in parte per il suono a cui sono più abituato ed in grandissima parte per una questione puramente affettiva: mi sento proprio fisicamente in colpa se suono un altro sax. Ieri sera però ho ripreso in mano il MVI e cacchio devo ammettere che leggerezza, vibrazioni e meccanica sono davvero incredibili. E' vero che ti da la sensazione di essere più leggero ma non solo sul collo, anche dentro la testa.
    E' uno strumento eccezionale e probabilmente se oggi non avendo un sax mi chiedessero "spenderesti 5000 euro per un Borgani nuovo o per un ottimo Mark VI usato?" sceglierei sicuramente il secondo.

    Ma cmq credo che oggi questo sax sia arrivato al massimo del suo valore e la sua curva potrà solo naturalmente scendere!
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  4. #19
    quello che riferite corrisponde in sostanza a quello che credo anche io .
    Ziubelu ha esposte alcune delle osservazioni che anche io avevo notato.
    non so se possa considerarsi un buon investimento o se ormai la curva sarà solo discendente (ad onor del vero spero nella seconda ipotesi così prima o poi ne prendo uno argentato anche se rischio con i tempi che corrono di dover vendere il mio )
    un altro aspetto metto in risalto e ritengo influisca ad incrementarne il valore.
    oggi siamo nel 2014 , molti professionisti di altissimo profilo continuano a suonare con questo strumento.
    come deve considerarsi questa scelta?
    anche io credo che oggi il livello qualitativo della produzione dei sax sia molto alto , ma a maggior ragione il fatto che molti continuino a suonare il marcolino conferma il valore qualitativo di questo sax.
    se io che sono una pippa sassofonistica suono il marcolino non influenzo alcuno , ma se lo suonano i migliori sassofonisti contemporanei .......
    tutto ciò influisce sulla domanda e sulla offerta .
    infine ricordo di un soprano appartenuto a S. Lacy , di un tenore argentato di S . Grossman , di un tenore di Coltrane, ecc..
    i prezzi vistosamente lievitati , e stranamente erano dei marcolini assolutamente originali senza modifiche per il musicista di turno.
    tutto questo per dire che la legge della domanda e dell'offerta risponde per questi oggetti a criteri che a volte sono poco giustificabili e comprensibili. (ma che si impadroniscono di molti di noi me per primo)
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

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  5. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da Ziubèlu Visualizza Messaggio
    ......MMMhhh non sono d'accordo sul fatto che negli anni 60 il Mark VI fosse praticamente l'unico sax a disposizione dei grandi del Jazz:
    Cerano i Beucher, i Buffet, i Conn, i King e i Martin. Oltre a questi sul mercato ed in mano ai professionisti c'erano già un ottimo numero di Balance e Balance Action Selmer.
    Allora il Mark VI è stata proprio una scelta per il professionista. Allora il Mark VI era un modello nuovo di trinca ed un numero altissimo di professionisti ha preferito prendersi un sax appena prodotto rispetto a comprare un "vintage" o un ottimo sax di qualche anno più vecchio come i sopra citati......
    Non ho detto che fosse l'unico a disposizione , quindi parliamo dei modelli in produzioni negli anni 60 : Buescher andava cessando la produzione dei modelli Aristocrat dal 1930 e i modelli 400 nati nel '40 la ditta è stata poi assorbita dalla Selmer nel 63 !
    Buffet ha messo in produzione il Super DynAction, molto valido e molto quotato negli ambienti Classici !
    Conn dopo il 60 con i trasferimenti produttivi a Nogales ha perso un po' tutto il carisma e forse anche la qualità, oggi li chiamiamo MexiConn . King costruiva i Super 20 sax favolosi , molto quotati nell'ambiente Jazz, in quegli anni ha apportato modifiche costruttive agli strumenti in concomitanza con il trasferimento del sito produttivo , ed oggi gli ultimi nati non sono molto richiesti !

    Quindi torniamo ancora al mio pensiero : se un professionista in quegli anni voleva comperarsi un sax nuovo (moderno, nuova concezione) il Selmer Mark VI nuovo nato di Casa Selmer era il sax per tutti !


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  6. #21
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    Ziubelù l'ipotesi giusta è
    Spenderesti 7.000 euro per il Marcolino (come lo chiamate voi) 5 digit , strafigo con i sensori di parcheggio e air bag datato di decenni o meno della metà per uno nuovo ???
    Il mercato risponde...... e i marcolini vanno sempre più nel settore vendesi come il tuo che alla fine vendi perché ne hai trovato uno che ti piace di più come suono e che costa sicuramente meno ......
    Hai la risposta di mercato a casa tua .........e hai il marcolino nel vendesi

  7. #22
    Considerazione N1:
    -vorrei un MK VI?..Si!
    Considerazione N2:
    -compreresti un MK VI?..No!
    Perché?
    Nel primo caso perché è uno strumento "leggendario"!!
    Nel secondo caso perché "non si vive di leggende"!!
    Terza considerazione:
    -il più prodotto.?.
    questo si è tradotto in poco controllo qualità ed è per questo che molti moltissimi MK VI non sono all'altezza del proprio Blasone!
    Sono strumenti "vintage",ma molti sono semplicemente "vecchi",con lastre consumate,camini "molati",saldature,colonnine al quale è ormai impossibile un ulteriore svasata per ficcare una vite sempre più grossa ecc...
    quindi chiudendo l'OT e rispondendo alla domanda titolo del post..Per me oggi un MK VI non è un investimento,ma un rischio!chi l'ha e ci si trova bene lo tenga e ci suoni fino all'esaurimento oppure lo riponga in una bella teca!!
    Il vintage è bello ed anche io ne sono un grande appassionato,ma è "moda" ed un bell'abito firmato non sarà mai "un investimento",ma solo un piacere "personale e temporaneo"....
    la tecnologia ci ha cambiato e con noi la musica..bisogna vedere anche le tendenze future prima di un investimento..
    Poi un ultimissimo pensiero..
    se i big hanno inciso dischi con un determinato sax,bocchino o ancia,non fa di quel setup il migliore...sono scelte legate dal tempo, dalla territorialità,dagli sponsor,ecc..poi sicuramente avranno goduto della migliore selezione..
    S R&C R1jazz AGU++/G,R&C G Maurino 10* - Legatura Flexiton ottone - Rico SJ M 3,Woodstone 3,La Voz MH,Rigotti gold 3 strong,Hemke3,ecc.
    T R&C Two Voices Bronzo ed Argento/no F#,10mFan Robusto 7* - Legatura Flexiton ottone - Ance Woodstone 3, Daddario SJ H 3,Rigotti gold 3 strong,La Voz MH,Lupifaro Jazz 3.5,Vandoren ZZ 3,ecc..

  8. #23
    investimenti:
    la Borsa è un capitale di rischio
    MKVI è un sax da rischio!
    e da un po di tempo non sono pochi quelli che restano col cerino acceso in mano!

  9. #24
    mmmm. il vostro discorso è chiaro, soprattutto per i sassofonisti dei tempi andati .
    ma per i professionisti e straordinari musicisti dei nostri giorni?
    è possibile che siano tutti con le orecchie foderate di prosciutto?
    non è possibile che a ancora oggi per molti questo sax rappresenti il meglio che il mercato offre?
    non credo che tra noi sassofonisti siano molti quelli che acquistano per investire (o per speculare) in genere quelli che acquistano un sax di questo tipo lo fanno per passione e per suonare.
    non desidero andare ot ma mi sembra ingeneroso descrivere il mark6 come un sax semplicemente vecchio.
    (è anche vero però come dice Saxfoh79 che la qualità dei sassofoni non è sempre la stessa , ed aggiungo che questo vale per tutti i sax vecchi e nuovi ).
    il vintage una moda ?
    forse per alcuni ........ ma per altri (ed io sono tra questi ) è più una fede.
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  10. #25
    Citazione Originariamente Scritto da ARVIDAX Visualizza Messaggio
    Ziubelù l'ipotesi giusta è
    ...come il tuo che alla fine vendi perché ne hai trovato uno che ti piace di più come suono e che costa sicuramente meno ......
    Hai la risposta di mercato a casa tua .........e hai il marcolino nel vendesi
    Aspetta c'è stato un misunderstanding. Io ho comprato prima il Borgani e solo un paio di anni fa il Mark VI perché volevo un sax vintage da affiancare al mio. Ho trovato un modello davvero riuscito, ottimo in tutti gli aspetti e l'ho preso al volo. Non ho nessuna intenzione di venderlo.. me lo tengo bello stretto!
    Quando lo suono mi rendo davvero conto di cosa avessero creato ai tempi in Selmer.. un sax davvero straordinario, soprattutto pensando a quegli anni. Il mio è uno di quelli buoni e probabilmente rimarrà in casa finchè ci rimarrò io.

    Il motivo percui suono il Borgani è lontano dalla perfezione dalla meccanica o dalla modernità dello strumento. Il Borgani è più pesante, ha un'ottima meccanica ma non al livello del Mark VI ed è facile ma non al livello del Mark VI. Diciamo che il mio Borgani è un ottimo strumento ma oggi ne ho in casa uno sotto molti aspetti migliore.

    Il problema è che il Borgani è il "mio".. è proprio amore. Oltretutto non è vero che il Borgani costa molto meno!
    t: Selmer Mark VI - Borgani Silver Pearl
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  11. #26
    Citazione Originariamente Scritto da SAXFOH79 Visualizza Messaggio
    questo si è tradotto in poco controllo qualità ed è per questo che molti moltissimi MK VI non sono all'altezza del proprio Blasone!
    Sono strumenti "vintage",ma molti sono semplicemente "vecchi",con lastre consumate,camini "molati",saldature,colonnine al quale è ormai impossibile un ulteriore svasata per ficcare una vite sempre più grossa ecc...
    ......
    Il vintage è bello ed anche io ne sono un grande appassionato,ma è "moda" ed un bell'abito firmato non sarà mai "un investimento",ma solo un piacere "personale e temporaneo"....
    la tecnologia ci ha cambiato e con noi la musica..bisogna vedere anche le tendenze future prima di un investimento..
    Poi un ultimissimo pensiero..
    se i big hanno inciso dischi con un determinato sax,bocchino o ancia,non fa di quel setup il migliore...sono scelte legate dal tempo, dalla territorialità,dagli sponsor,ecc..poi sicuramente avranno goduto della migliore selezione..
    +1

    Quoto quello che dice Saxofoh79, però in parte....ci sono molti professionisti sul forum che sperimentano continuamente nuovi setup, e nuovi strumenti, nuovi materiali, insomma ciò che possa dare la possibilità di avvicinarsi quanto più possibile al SUONO....(quale?....quello che si ha in testa o che si ascolta dai grandi sassofonisti leggendari, e che di norma si cerca di riprodurre).
    Può sembrare banale, ma avrete notato che, ad esempio, come Chris Potter cambia strumento c'è chi ricerca quello strumento, con quella particolare finitura, oppure come il Grande Nome X passi ai becchi Navarro...tutti ricerchino quel modello....di imboccatura. E' la base del commercio, la pubblicità.
    Alla domanda di Arvidax: compreresti un Mark VI stravecchio a 7000 euro piuttosto che un nuovo a 3500? Rispondo si, lo farei se lo strumento riuscisse a darmi quello che cerco, e mi consentisse di esprimermi con estrema facilità beneficiando di un suono e di una meccanica agevoli e soprattutto SE SUPERASSE IL CONFRONTO CON UN NUOVO....altrimenti non lo farei.

    Vorrei porvi la stessa domanda al contrario: comprereste un'imboccatura Ottolink Vintage a 800 euro se nuovo costa solo 80????? Allora perché non suonate tutti con quella di 80 euro? (io risponderei se suona come dico io ed è adatto al mio tipo di emissione SI, LA COMPREREI). Perché prima le cose venivano progettate e realizzate bene, a mano, attualmente con la produzione industriale funziona un becco su 10.
    Se andiamo su quelli rifiniti a mano indubbiamente cambiano i numeri. Ne funziona 1 su 3....c'è sempre da verificarli, però.
    Quando sono andato a provare i Cannonball, il negoziante mi chiese che tenore avessi e perché non l'avessi portato....risposi che non c'era confronto...se l'avessi portato non avrebbe venduto nessun Cannonball, secondo me, che avevo l'originale, al quale si ispiravano i modelli testati. (Ma ciò non toglie che qualcun' altro la poteva pensare diversamente, se tali strumenti si adattavano alla sua emissione).
    Il mercato non è solo fatto di domanda/ offerta, ma di musicisti che cercano strumenti, equipaggiamenti (bocchini, accessori vari, ance, legature) VALIDI. Se un determinato bene veniva realizzato secondo certi canoni negli anni 60 (a mano, con materiali scelti che risuonavano veramente) che ben venga il vintage, altrimenti ci compriamo le cineserie attuali, oppure strumenti validi, ma non che necessariamente soddisfino l'utente medio in termini di prestazioni.

    Ritornando al discorso dell'investimento: io credo che il Mark VI lo sia veramente, solo che girano pochi soldi e la gente si accontenta di altri strumenti che offrono un buon compromesso di prestazioni, con un minimo di investimento.

    Non me ne voglia chi la pensa diversamente...gli strumenti vanno acquistati per essere suonati, e più si suonano e più migliorano. E' come aver pagato per 40/80 anni un buon soffiatore che te lo ha suonato, e gli ha impresso la sua "impronta sonora".
    Segretario
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  12. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da fabioevans Visualizza Messaggio
    Non me ne voglia chi la pensa diversamente...gli strumenti vanno acquistati per essere suonati, e più si suonano e più migliorano.

    Se sono inizialmente validi sono perfettamente d'accordo !

    Citazione Originariamente Scritto da fabioevans Visualizza Messaggio
    E' come aver pagato per 40/80 anni un buon soffiatore che te lo ha suonato, e gli ha impresso la sua "impronta sonora".

    Prendi un sax a a cui sono stati cambiati i tamponi sugheri qualche molla ed è stato slaccato o è stato lavato o chissa cos'altro , spiegami dove si trova l'impronta sonora ! Mi ricorda quel tale che mostrava orgoglioso la scure del bisnonno a cui il nonno aveva cambiato il manico ed il padre la lama ......


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  13. #28


    Origine del culto idolatrico

    12L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
    la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
    13Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
    14Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
    per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
    15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
    ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
    e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
    ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
    16Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
    fu osservata come una legge.
    17Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
    i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
    riprodotte con arte le sembianze lontane,
    fecero un'immagine visibile del re venerato,
    per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
    18All'estensione del culto
    anche presso quanti non lo conoscevano,
    spinse l'ambizione dell'artista.
    19Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
    si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
    20il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
    considerò oggetto di culto
    colui che poco prima onorava come uomo.
    21Ciò divenne un'insidia ai viventi,
    perché gli uomini,
    vittime della disgrazia o della tirannide,
    imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.



  14. #29
    eheheheh questo perchè non sei arrivato a Gosuè e la caduta di Gerico.
    potrai notare la curva del mark 6 nello shofar e la campana nelle trombe descritte e di cui è rimasta traccia in antiche monete.
    si racconta che in casa selmer si siano ispirati ...........
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  15. #30
    Caro Pac, hai omesso di proposito il primo versetto?
    "Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
    implora un legno più fragile della barca che lo porta."


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