Ciao Paolo,
ciò che mi ha colpito di più, oltre all'altissimo artigianato delle opere che ho avuto la fortuna di poter suonare e incidere, è l'uso peculiare che questi compositori hanno fatto dello strumento.
La maggior parte di loro in effetti ha iniziato a "scavare" nelle possibilità del sassofono cercando di trovare una collocazione specifica, contrariamente a quanto avveniva nello stesso periodo in Francia dove lo strumento viene trattato ne più ne meno come un surrogato del clarinetto.
Nomi grossi (a parte la letteratura d'avanguardia che ormai inizia ad annoverare grossi calibri) ahimè nel mondo del sax cosiddetto "classico" si contano sulla punta delle dita e i pochi che ci sono vengono ignorati dagli stessi accademici che dovrebbero difenderli: per decenni la Rapsodia di Debussy è stata accantonata in quanto "poco virtuosistica" e sorte simile ebbero musiche di Frank Martin, Hindemith, Schulhoff, Webern e tanti altri ignorati dalla nicchia del sax classico (eh si a noi ce piace de move le dita...).
Buona musica!