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Discussione: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

  1. #1

    Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    Nella stragrande maggioranza dei casi sono i musicisti che richiedono la slaccatura dello strumento, in quanto ritengono che la lacca blocchi certe frequenze trovando la vibrazione dello strumento enormemente piu' interessante, tanto da convincere molti fabbricanti a produrre i custom unlacquered, in moltissimi casi arrivano a me gia slaccati o manomessi, con nichelature, argentature fatte negli anni, dove spesso cerco di ridare al sax una funzionalita' ed una credibilita' estetica. Nel caso dell' ultimo lavoro che stiamo eseguendo su un Mark VI baritono per esempio , Insieme a Marco Guidolotti proprietario dello strumento, dopo un' analisi concertata assieme siamo arrivati alla conclusione di dover fare un certo lavoro per ovvi motivi, Quali? la lacca rimanente dello strumento era arrivata a non piu' del 40% della superficie, la parte scoperta era in condizione di ossidazione perforante diffusa, la classica puntiforme dell' ottone aggredito dal tempo, dalla saliva e dagli acidi della pelle, tanto esternamente quanto internamente,"cancro dell' ottone, in termini archeologici", anni orsono dopo varie cadute erano stati fatti interventi maldestri con brutte saldature e raddrizzature approssimative, molle ossidate ecc..ecc.. Con tutti questi interventi da fare cos' altro poteva essere fatto? addrizzature, saldature a vista, verderame passante dovunque, snodi, viti corrosi...... un bel bagno in acqua bollente, via la poca lacca rimasta, un bagno antiossidante, ed una leggerissima spazzolatura con una spazzola a satinare di grana 800 sulla campana e corpo, meno che l' incisione passata a mano con la 1000 preservandola,tale operazione comporta un' asportazione di metallo quasi irrilevante, la meccanica passata con il crine da orafi sono senza problemi dato che gli spessori sono alti.
    Prima sono stati eseguite tutte le saldature ed i lavori di recupero delle decine di ammaccature, In fase di rimontaggio si curano tutte le tolleranze della meccanica ed i leveraggi riportandoli alla perfezione , in un baritono non e' un lavoro da poco in tal senso, si recuperano tutte le giunzioni dei vari elementi sigillandoli a dovere.......fatte tutte le regolazioni del caso ed il discendente al la grave come in questo caso ti guarda in faccia, i tamponi grandi sono molto difficili da far chiudere all' unisono , servono perizia e molta esperienza, non e' un lavoro che tutti i riparatori si possano permettere, si conclude con l' ultima fase si stende un leggerissimo velo di silicone protettivo sul metallo vivo, non unge, protegge tutte le parti dal contatto diretto dell' ossigeno , non fa spessore, non compromette la pelle dei tamponi e da modo allo strumento di conservarsi nel modo migliore possibile....fior di musicisti sovente mi riferiscono che strumenti cosi' trattati arrivano a suonare come mai anno fatto prima.....ma non e' una scelta , arriva il momento che tale operazione si rende quasi obbligatoria per la salvaguardia e la conservazione del sax come in casi tipo questo.In altri casi lo strumento perde gradualmente la lacca da solo, senza quasi avere ossido,in quel caso ed e' quello che preferisco l' ottone prende quella meravigliosa patina di vecchio naturale e quindi non si effettua nessun tipo d' intervento se non di manutenzione e controllo dell' usura meccanica, con questo trattamento si accellerano i tempi e se lo strumento e' stato un minimo curato dopo 5 o 6 anni torna una patina uniforme in tutto simile a quella naturale

  2. #2

    Re: QUando slaccare un sax, il mio pensiero

    Io dalla mia piccolissima esperienza sul mio sax posso dire che la miglior soluzione è la slaccatura chimica.
    Facendola in questo modo il sax acquista una patina omogenea, questo è ben rilevabile sui sax postati da simone.
    Io invece il mio sax l'ho slaccato passandoci la lana d'acciaio 000 (superfine) che serve per lucidare il legno.
    Adesso il sax mi risulta a chiazze con gocce di saliva quà e la e le parti ossidate (molto bello il colore) che contengono dei piccoli puntini verdi......
    Le parti più riuscite sono i tasti (parti a contatto con le mani) che hanno acquistato un bella patina....
    Sicuramente ci vuole tempo prima che il sax sia di un colore omogeneo.......aspetteremo....
    Sax Soprano: J. Michael SP650
    Imboccatura: Bari 64
    Sax alto: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Vandoren Jumbo Java A45, Beechler Diamond S7S, Selmer s80 c*
    Sax tenore: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Jody Jazz DV 8*, Selmer S80 D


  3. #3

    Re: QUando slaccare un sax, il mio pensiero

    Anche io propenderei per la slaccatura chimica, sono invece molto incuriosito da quello che hai scritto:

    "si conclude con l' ultima fase si stende un leggerissimo velo di silicone protettivo sul metallo vivo, non unge, protegge tutte le parti dal contatto diretto dell' ossigeno , non fa spessore, non compromette la pelle dei tamponi e da modo allo strumento di conservarsi nel modo migliore possibile...."

    di cosa si tratta di preciso? uno spray?

  4. #4

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    ma il fatto che ci sia questo strato di silicone, non fa si che si depositi della polvere e che questa sia di difficile rimozione?

    i miei cari amici/clienti che lavorano il bronzo/ottone mi avevano detto che il cancro del bronzo è purtroppo irrimediabile e solitamente parte quando il metallo è troppo a contatto con il cloro.

    da non confondere con la dezincificazione.

    l'unica soluzione da loro proposta a riguardo sta nel dorare il particolare dopo averlo pulito con vapore acqueo.
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  5. #5

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    L' ottone vivo e' sempre a rischio ossidazione, il silicone e' spray e lo sto' testando, anche io avevo il dubbio che raccogliesse polvere o sporcizia, in realtà appena si spruzza, "operazione che va fatto sporadicamente, forse una volta ogni due mesi" il sax appare leggermente unto, ma e' diverso dall' olio, non puzza, non imporrisce, non impregna pelle o sugheri, avendo l' accortezza con un panno, una carta assorbente, di toglierlo da tutti i punti di contatto e dalle grandi superfici, si lascia nelle parti piu' nascoste e meno accessibili, si notera' dopo un periodo di tempo che non si e' formata ossidazione e il silicone si e' asciugato scomparendo, quando si avvertirà che l' ottone e' veramente asciutto e non si nota traccia di spray, si ripete l' operazione....ma ripeto e' una soluzione che sto' testando e sembra funzioni, modi e tempi vanno messi a punto, aggiungo che non farei questa operazione su sax già sporchi o molto ossidati.....

  6. #6

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    bisognerebbe vedere la lastra al microscopio, se davvero rimane una zona coperta ad un microfilm di materiale o è solo un'illusione del prodotto.

    ad
    Tenore: Selmer SBA 49xxx
    Tenore: Selmer Mark VI 98xxx
    Tenore: Selmer Reference 36
    Algola Mark I (0.108")
    Rigotti Jazz 3M/3H - D'Addario jazz select 3H

  7. #7

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    Io penso che questi prodotti contribuiscano a non omogeneizzare una eventuale ossidatura in quanto sicuramente vi sono parti dove il prodotto risulta in quantità maggiore e parti dove vuoi per lo sfregamento vuoi per altro il materiale si toglie o si asciuga più velocemente.........quanto micropallinai il mio vecchio yas25 chi aveva fatto ill lavoro mi aveva detto subito dell'ossidatura e che loro usavano il wd40 per rallentarla.......io sono contro l'uso di questi prodotti, il sax slaccato va tenuto all'aperto in modo che l'ossigeno contribuisca a velocizzare l'ossidatura. Naturalmente IMHO
    Sax Soprano: J. Michael SP650
    Imboccatura: Bari 64
    Sax alto: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Vandoren Jumbo Java A45, Beechler Diamond S7S, Selmer s80 c*
    Sax tenore: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Jody Jazz DV 8*, Selmer S80 D


  8. #8

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    Il WD40 è un lubrificante... che scherma dal contatto con l'ossidazione.

    Secondo me... si può fare come faceva mamma Selmer sui Mark VI e sugli SBA, una volta assemblati: l'overspray! :-leggi-:

  9. #9

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    Citazione Originariamente Scritto da tzadik
    Il WD40 è un lubrificante... che scherma dal contatto con l'ossidazione.

    Secondo me... si può fare come faceva mamma Selmer sui Mark VI e sugli SBA, una volta assemblati: l'overspray! :-leggi-:

    e cosa e' l' overspray?
    Aggiungo che con il silicone la patina si forma comunque, ma con meno macchie scure, diventa scuro uniformemente senza macchie ecco.

  10. #10

    Re: Quando slaccare un sax, il mio pensiero

    La Selmer a strumento assemblato dava un ulteriore strato di trasparente sugli strumenti (assemblati)... da lì il termine "overspray".
    Molti non erano convinti... però ci sono sia evidenze fotografiche sia dell epoca (cioè un addetto che spruzza lacca su strumenti già assemblati) sia attuali (foto di strumenti vecchi arrivati ai giorni d'oggi dove si vede la lacca sopra i tamponi).


    ---
    Ad ogni modo... io non avrei mai slaccato uno strumento per abrasione... posso capire una lucidatura blanda... ma carta vetrata mai! :mha...: doh!
    C'è la tecnologia... l'abrasione è da evitare come la morte (jihadisti a parte ovviamente).

  11. #11
    3M Anti-Tarnish ?? dove si trova in italia...

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