Statisticamente, nessun jazzista (considerato importante o di un certo successo) può essere preso come esempio di "virtu'" e senso di responsabilitÃ* familiare e non solo ...l'elenco è pressochè sterminato...Chet Baker, Miles, Parker, Bill Evans...le ragioni sono multeplici e facilmente evincibili dallo stile di vita e "fragilitÃ*" dei suddetti... forse, Gillespie e Ornette Coleman, sono, in tal senso, delle rare quanto significative eccezioni...qualitÃ* artistiche e moralitÃ* o senso di responsabilitÃ* civile e morale è un connubbio raro in grandi artisti di molte epoche...Caravaggio era un violento...Leonardo era un pedofilo...Schubert era un "puttaniere"...Paganini seduceva tutte le "principessine" che conosceva ed era dipendente di una bevanda orribile considerata all'epoca una "panacea" per mille mali che gli causò un'ulcera perforante e la morte...D'Annunzio...Dalì...Man Ray...l'elenco è sterminato...verrebbe da dire che gli artisti son tutti (o quasi) psicologicamente instabili o addirittura in certi casi socialmente pericolosi...ma nonostante tutto, necessari e indispensabili...