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Discussione: Ma la musica è un lavoro?

  1. #16

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    Secondo il tuo discorso un hobbista non riuscirebbe mai a diventare un musicista professionista.
    Ovvero uno non dovrebbe suonare in giro se non è iscritto siae...enpals...cooperativa...è impensabile,
    Non è un mio "discorso"... lo dice la Legge!
    Per esercitare questa "PROFESSIONE" bisogna essere in regola, ma fino a quando basiamo tutto sulla passione continueranno a sfruttarci per la nostra passione che è alla base di tutto e che è quella che ci rende Artisti.
    Passione ce n'è tanta in giro... Artisti un po' meno... e ripeto:
    ci vorrebbe più cultura da parte di una certa parte di pubblico al quale "va bene tutto" ed una buona dose di PROFESSIONISMO dall'altra che latita!
    Tenore: IDA MARIA GRASSI TS360 Prestige Series
    Berg Larsen 115 - 2 - SMS - Vandoren Java 2.5 Fibracell 2,5
    https://www.youtube.com/channel/UCa2aWY ... cArIHS-WFA

  2. #17

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    Citazione Originariamente Scritto da leoravera
    ... senza limitarci a dire "impara a farti pagare" a chi non ne è capace...
    Ciao Leo, il senso non era questo: quello che volevo dire e' che in questo paese ed in questo momento storico riuscire a far denari facendo musica e' un'impresa molto difficile ed ogni aspirante musicista DEVE mettere in conto le difficolta' che incontrera' nel riuscire a farsi pagare. Ed io penso che in un futuro non lontano fare il musicista in francia o germania sara' altrettanto difficile quanto oggi lo e' oggi da noi.

    Le professioni di ieri sono oggi attaccate da piu' fattori: la macchine fanno molto lavoro che ieri era fatto dalle persone. Un uomo con un trattore fa oggi il lavoro di cinquanta contadini di cinquanta anni fa. La manodopera importata da altri paesi, a volte a basso costo per disperazione, e questo e' un male, ma altre volte disposta per volonta’ propria ed in piena liberta’ ad operare in condizioni (legittime!) che a noi non stanno bene. In ultimo, alcune professioni di ieri sono attaccate da hobbisti ai quali le condizioni economiche oggi esistenti garantiscono tempo libero a sufficienza per coltivare le proprie aspirazioni artistiche e tecniche, ad un livello tale che a volte permette loro di guadagnarci anche qualcosa e questo in se e’ un bene, un grandissimo bene. Io sono favorevolissimo al programmatore della domenica che fa un prezzo la meta’ del mio lavorando nel tempo libero. Ha tutta la mia considerazione. Chiederei solo che, come accade in altri paesi, pagasse le tasse su ogni euro che guadagna cosi’ come faccio io.

    Nel mio personalissimo caso mi sono chiesto piu’ volte cosa farei qualora perdessi il lavoro, la qual cosa e’ sicuramente nel novero del possibile. Ed ho deciso che aprirei un bar o una pizzeria. Perche’ e’ il mercato che comanda: non posso pensare di fare l’insegnante di aramaico perche’ l’aramaico non lo vuole imparare nessuno mentra la pizza e il caffe’ se lo comprano tutti.

    Citazione Originariamente Scritto da leoravera
    … Ci saranno delle ragioni storiche e sociali, o è tutto colpa del singolo? …
    Ci sono evidenti ragioni storiche sociali, e non e’ colpa di nessuno. Il mondo va in questa direzione ed il bisogno di musica oggi puo’ essere soddisfatto a basso costo. Cosi’ come il bisogno di fotografia, o quello di acqua potabile. In altri paesi del mondo ancora oggi fare il portatore d’acqua e’ un mestiere. E’ cosi’… il mondo va accettato per quello che e’.

    Citazione Originariamente Scritto da leoravera
    Se cambi un rubinetto in casa tua, forse per questo ti credi un idraulico? Perchè per la musica le cose vanno in modo tanto diverso?
    Questo e’ semplicissimo: perche’ non mi diverto a cambiare il rubinetto e sono disposto a pagare qualcuno che fa una cosa che a ma pesa. Mia moglie i rubinetti li sa cambiare, e siccome si diverte pure se serve lo fa lei. Io l’impianto elettrico me lo aggiusto da solo… se cambiare rubinetti e rele’ fosse appassionante come suonare il sax avremmo altri due mestieri sulla lista nera.

    Citazione Originariamente Scritto da leoravera
    Quando anche il disegno, la scultura, la matematica, la filosofia, il teatro, il cinema, scrivere libri, la grafica, il giornalismo... non saranno più lavori, avremo perso qualcosa?
    No: avremo guadagnato qualcosa, esattamente come oggi abbiamo guadagnato ad avere un trattore che lavora per noi. Il giornalismo gia’ oggi se non fosse protetto artificialmente non sarebbe tanto un mestiere, e tra quelli cha hai citato e’ forse il piu’ in bilico. Insieme alla grafica, che oggi posso fare anche io con il computer. Prima era una professione alla portata di pochi, oggi perfino io posso fare cose decenti con i mezzi che il progresso mi mette a disposizione. Una volta c’erano gli scrivani, oggi grazie a dio se voglio scrivere lo faccio da me, non abbiamo perso niente ma guadagnato moltissimo.
    Segretario Mark VI Society
    Non e' importante dire sempre tutto quello in cui credi, ma e' importante credere sempre in tutto quello che dici

  3. #18

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    Prima il piacere e poi il dovere...allora rocco siffredi cosa dovrebbe dire? :ghigno:
    Dai scherzi a parte faccio una riflessione che parte da lontano. Se uno ha la passione della musica e suona uno strumento il fine è per la stragrande maggioranza quello di esibirsi in pubblico. Penso che pochi suonino per auto celebrarsi tra le proprie 4 mura. E' chiaro che chi vuole un servizio ( la musica nel locale o durante una manifestazione ) lo deve pagare. Il poco o il molto non è valutabile se non da chi richiede il servizio che puo' ritenere congruo il compenso richiesto a seconda di vari canoni ( quanti siete, quanto suonate, quanto mangiate ). Ma soprattutto ( e qui chi suona nei locali sa di cosa sto parlando ) la domanda n.1 è QUANTA GENTE VIENE A CENA?
    Ecco, il problema non sta tanto nel professionista o no ma da quanta gente riesci a portare e di conseguenza ad autofinanziarti la serata.
    E' diventato come fare il promotore finanziario...hai un portafoglio di 1.000.000 di euro e prendi tot, se ne hai 10.000.000 prendi 10 volte tanto.
    Nei locali, quei pochi che fanno ancora musica dal vivo, ci vai solo se hai un seguito senno' se anche sei un fenomeno ma non porti gente stai a casa a letto a guardare la carra' in tv. Conosco una formazione che suona funky anni 70 - 80 da molti anni e tecnicamente non sono dei mostri, anzi da qualche anno probabilmente non aprono un libro di tecnica e improvvisano solo sulla pentatonica...ma appena il locale mette la locandina che suonano loro, 2 giorni e 90 cene prenotate...che sia martedi' mercoledi' giovedi sera non importa...ovviamente i loro compensi sono commisurati al "giro" di gente che riescono a portare. E' brutto...ma è cosi'.

  4. #19

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    Vedendola dal punto di vista del mercato, non è possibile presupporre un'offerta superiore alla richiesta, se non con la conseguenza che l'offerta eccedente è svenduta, virando al ribasso l'offerta intera.
    È pur vero che la musica non è un monoblocco ma un'offerta eterogenea, spesso di nicchia.
    Sempre stando in ambito di mercato, la musica è un prodotto culturale.
    Come tutti i prodotti culturali, questi hanno bisogno di 2 premesse perchè possano trovare mercato:
    1.Che i bisogni di base siano assolti, così che il fruitore, non debba più pensare alla pagnotta e alla benzina, ma possa pensare al teatro ed al concerto. Cosa che in periodo di crisi, nel quale siamo invischiati, rende la cosa possibile ad un ridotto numero di utenti.
    2.Che la crescita culturale ci sia. È inutile sperare di vendere libri se impera l'analfabetismo. Se manca il substrato culturale che permette ancor prima di apprezzare, di riconoscere il valore della musica, allora ciao.
    Inoltre, occorre tener presente che la tecnologia, in sinergia con la miseria, ha modificato il modo di “consumare” la musica, preferendo le scelta low cost, o ancor meglio quella a costo zero, cosa normalissima tra i giovani squattrinati, che vengono forgiati all'impronta di questo tipo di nuova cultura che lascia per lo più i musicisti casa e fa lavorare di più altre figure che lavorano nella musica pur non essendo musicisti.
    C'è una ricetta per venirne fuori?
    Temo di no. I periodi storici che segnano certi andamenti spesso durano decadi e non terminano fino a quando non subentra un elemento nuovo, che realmente cambia il modo di vedere alle cose. Probabile che un nuovo elemento non sarà neanche legato alla musica in senso stretto ma alla tecnologia, oppure ad un incremento del tempo libero, o ancora ad un altro modo di concepire la vita, o chissà a cos'altro ancora. Ma la crisi porta stagnazione e invece le svolte si muovono su maggiori dinamismi, quindi non è pessimismo il mio, ma il tentativo di guardare con realismo ai nostri tempi.
    Così la fotografia digitale e la povertà di fatto hanno messo in crisi i fotografi professionisti, e fatti analoghi, come la computer music e il download free dell'arte ha indebolito la spendibilità del mestiere di musicista.
    Il musicista richiede qualcosa che sempre più si concede malvolentieri: il tempo.
    Nella pittura puoi scegliere di fissare un quadro per 3 ore ma puoi anche decidere di dedicargli 2 secondi. Nella musica non è così. Il tempo è determinante. In un mondo sempre più accelerato il mestiere di musicista ne fa le spese.
    Lo dite tutti quanti voi, quando dite che non riuscite a studiare e a suonare quanto vorreste.
    Gli impegni e le accelerazioni sono aumentati in modo impressionante rispetto al passato, spesso per cose che hanno senso dentro un contesto sociale che è però piuttosto insensato, a mio parere.
    La perdita della dimensione umana e della cultura, ha come suo indicatore la perdita della musica, come nell'inquinamento l'assenza dei licheni è sintomo di bassa qualità dell'aria.
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  5. #20
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    Re: Ma la musica è un lavoro?

    Quoto D- e rispondo : Si, e per fare un buon lavoro, devi saper farti apprezzare dal mercato !

    I 25 musicisti piu pagati nel 2012 (fonte Forbes )

    1. Dr. Dre ($110 milioni)
    2. Roger Waters ($88 milioni)
    3. Elton John ($80 milioni)
    4. U2 ($78 milioni)
    5. Take That ($69 milioni)
    6. Bon Jovi ($60 milioni)
    7. Britney Spears ($58 milioni)
    8. Paul McCartney ($57 milioni)
    9. Taylor Swift ($57 milioni)
    10. Justin Bieber ($55 milioni)
    11. Toby Keith ($55 milioni)
    12. Rihanna ($53 milioni)
    13. Lady Gaga ($52 million)
    14. Foo Fighters ($47 milioni)
    15. Diddy ($45 milioni)
    16. Katy Perry ($45 milioni)
    17. Kenny Chesney ($44 milioni)
    18. Beyoncé ($40 milioni)
    19. Red Hot Chili Peppers ($39 milioni)
    20. Jay-Z ($38 milioni)
    21. Coldplay ($37 milioni)
    22. Adele ($35 milioni)
    23. Kanye West ($35 milioni)
    24. Michael Bublé ($34 milioni)
    25. Sade ($33 milioni).

    :saxxxx)))


    Schiaccio e baratto ergo sum
    Metronomico della "Ostello Quarna Nightmare Band"
    Anche se gioco in casa "il_padrino della cupola"
    Sax_Gallery

  6. #21

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    neanche a farlo apposta, al primo posto un beatmaker
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  7. #22

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    Citazione Originariamente Scritto da bonnygonfio
    ... E' brutto...ma è cosi'.
    Che e' cosi' sono d'accordo, sul fatto che sia brutto no. Sono pochi quelli che vogliono andare a vedere shakespeare a teatro, e sono tanti quelli che si vanno a vedere il codice da vinci al cinema. E' una cacata? Non lo ho visto ma immagino di si', perche' il libro, che invece ho letto, e' una cacata. Ma rimane il fatto che siamo liberi di farci piacere quello che ci pare, in tutto (musica, arte, cucina, sesso, ...) e se alla gente piace il funk casareccio va bene cosi', con buona pace di chi pensa che sarebbe "piu' giusto" che i gusti musicali fossero meno banali. Del resto di questo passo troveremo sempre qualcuno che dira' che allora sarebbe "piu' giusto" mandare affanculo jazz e blues, fatto bene o male non importa, per ascoltare solo musica sinfonica.

    E comunque, qualunque lavoro tu faccia tranne il dipendente pubblico per il quale purtroppo (purtroppo per noi) questa cosa non e' vera, trovare il modo di farti pagare e' sempre un elemento essenziale, e non marginale, della tua professione. Idraulico, avvocato, designer o musicista non fa differenza.
    Segretario Mark VI Society
    Non e' importante dire sempre tutto quello in cui credi, ma e' importante credere sempre in tutto quello che dici

  8. #23

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    . se hai un secondo lavoro che ti sostiene sarai automaticamente considerato peggiore di un musicista mediocre che vive solo del mestiere di musicista.

    . per vivere insegni e fai partiture che non ti piacciono. Ma tu volevi portare la tua musica al pubblico. In pratica stai facendo un mestiere diverso da quello che ti eri proposto anche se puoi sempre dire di fare il mestiere del musicista.

    . il modo di creare la musica, di esporla, di ascoltarla e di gradirla, travalica qualsiasi iter consueto e non può essere ingabbiato in nessuna legge nonostante si tenti di farlo. Non sono determinanti scuole, formazione, leggi, contratti, ai fini della partenza e dell'arrivo della musica. Poi chi ci guadagna è un altro paio di maniche.

    . mettiti giacca e cravatta, datti un tono, segui una formazione adeguata, può accadere che in un certo contesto sia richiesto un contorno musicale dove puoi inserirti e lavorare. Ma non trascurare mai il nodo della cravatta.

    . parliamo di gente ricca sfondata? E chi se ne frega, scusate. Possono restare in medicazione contemplativa per 10 anni e poi fare un singolo. Li portiamo ad esempio come esemplari da ammirare o perchè dovremmo confrontarci con loro?

    . quanti anni hai, sei un adolescente? Sognatore! Sei uno che vendicchia nella nicchia? Stai a dieta! Sei ricco perchè hai sfondato nella musica? E lo chiami lavoro!?!


    Ma la musica è un lavoro?

    Ovviamente no. La musica è la musica. Come la medicina e la numismatica, non sono lavori.
    Ma la musica può certamente creare occupazione e fare lavorare della gente, non necessariamente musicisti. Montare americane e occuparsi delle luci è insito nell'attività musicale ma questo non significa che si debba essere musicisti. Neanche per vendere panini e birra occorre essere musicisti eppure la musica può aumentare la vendita di panini e birra. E chiamarlo indotto è fuorviante quando in realtà fare musica è contorno per incrementare gli introiti di un pub.
    ancia: si
    becco: si
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    sax: alto
    __________________ogni cosa che fai è la tua firma

  9. #24

    Re: Ma la musica è un lavoro?

    tua scelta....
    Io faccio busking di tanto in tanto....la prima volta ci andavo perche' il vicino aveva bisogno di dormire durante il giorno - quindi non suonavo per strada per lucro...poi ti arriva gente per la strada che ti vuole dare qualche moneta (mi ricordo che non avevo nemmeno un contenitore e che mi chiedevano dove mettere le monete e se suonavo per i soldi?!)...a quel punto non prendevo la situazione "seriamente". Poi torno a casa e conto le monetine e noto che ora per ora ci facevo il doppio che per lavori odiosi che avevo fatto di recente.
    Insomma...ci ho pensato - giusto al momento sarei classificato come un semi-pro per scelta - perche'?! Il potenziale ci sarebbe per guadagnare da viverci (musicista pro) pero' onestamente non me la sentirei - qui si tratta di perdere qualcosa per lucro. Quel "qualcosa" e' difficile da spiegare...per esempio gradualmente stavo concentrandomi maggiormente nell'aspetto "performance" piuttosto che di "musica" - i due sono completamente diversi...inizi a pensare ai soldi e quindi vai ad imparare canzoni come il tema dei "Simpsons" (si' i cartoni animati), Baker Street ed altri sax hit - molti dei quali non te ne fregherebbe una cicca e li fai solo perche' te lo richiedono a nausea mentre suoni per la strada....insomma diventi un "crowd pleaser" suoni per loro e ti adatti perche' inconsciamente stai diventando assuefatto all'idea dei soldi (che stanno infestando il tuo amore per la musica)....qua si parlerebbe di un lavoro di routine.
    Il prossimo passo sarebbe quello di imporre la tua personalita' - qui avrai modo di imporre la tua musica (suoni quello che ti pare e ti pagano per essere te stesso) a quel punto non sarebbe piu' un "lavoro" ma la tua vita realizzata in pieno - non molti ci riescono completamente (la maggioranza fa compromessi).
    Al momento la mia situazione e' un compromesso....la maggior parte del mio tempo "musicale" lo dedico allo studio puro della musica (praticando a casa)....occasionalmete suono per altri (busking o qualche gig)....questa e' una scelta personale anche perche' ho altri interessi al di fuori della musica.

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