Oggi son tornato a casa decisamente nervosetto e con parecchi dubbi che mi ronzavano in testa...
Come ho giÃ* accennato più volte, io sono un autodidatta selvaggio (), e mi sono studiato da solo (studiato è una parola grossa... son cose che mi divertono, alla fine!) anche teoria, armonia e solfeggio (anche se di quest'ultimo all'inizio ho avuto un insegnante... quando avevo tredici anni...). Di conseguenza, molte cose le ho imparate "per esperienza", cioè trovavo una cosa strana e cercavo subito cos'era e mi documentavo, poi la provavo e riprovavo finchè non mi entrava in testa; inoltre, alcune cose un po' più avanzate (come le armonie) le ho studiate su testi non in Italiano... e alcune cose su Jazzitalia! :lol: (Tra l'altro, curatissima la sezione di Armonia! Mi ha chiarito non pochi dubbi sulla modale. Fateci un salto, ma portatevi un aspirina se non siete abituati a leggere sigle a manetta! :ghigno: )
Quindi, è abbastanza normale che io non conosca alcune regolette, convenzioni o simili riguardo alla teoria musicale.
Sta di fatto che oggi ho conosciuto la mia nuova insegnante di solfeggio, visto che mi sto preparando per l'ammissione al Conservatorio (di clarinetto, però) e sono un po' (tanto) arrugginito quanto al solfeggio (lettura a prima vista no, ma è proprio il concetto di legare la nota scritta alla parola più che al suono o alla sua posizione su uno strumento che non mi sconfinfera... Piuttosto mi sembra abbia più senso il solfeggio cantato, ma ho una voce pessima... :fischio: vabbe'...).
Sta di fatto che questa insegnante ovviamente per capire da dove cominciare mi chiede su che testi ho giÃ* studiato eccetera (Bona, Pozzoli... sono i soliti noti...). Ad un certo punto se ne esce con "Di teoria musicale OVVIAMENTE non hai mai fatto niente..." e lo sottolinea con una bell'aria saccente e divertita (non so se l'abbia fatto apposta, ma a me ha dato quest'impressione... "OVVIAMENTE"?? Ma che...??? Boh?). Io, un po' interdetto, le dico che l'ho studiata da solo (ho sorvolato sul fatto che ho studiato anche armonia tonale e modale e scrivo arrangiamenti da qualche anno... ma mi sembrava un po' spocchioso... Poi non è detto che li faccia bene! :lol: ). Poi >SPAM!!< mi chiede "Do diesis - si bemolle?!?", ed io "Occacchio! Seconda! No, terza minore!" nel panico, non ho minimamente fatto caso all'ordine nel quale li aveva detti, quindi da mia abitudine ho calcolato per la via più breve! :ghigno:
Bell'e che compiaciuta, "Eh, no! E' una settima diminuita!"
Io dico "Vabbe', le ho detto il rivolto...", chiaramente vengo mezzo ignorato... (parentesi: il rivolto della settima diminuita è più corretto chiamarlo "seconda eccedente", chiusa parentesi)
Poi "La progressione di intervalli della scala maggiore!" Va be', semplicissimo... Fresco fresco di un testo di armonia modale americano, sparo "Intero-intero-semitono, intero-intero-intero-semitono" perchè in Inglese per indicare gli intervalli nelle successioni usano WHOLE e HALF, spesso anche solo con le iniziali, e mi è venuto automatico pensare in Inglese.
A quel punto lei gira la testa di lato e mi squadra stranita; dice una formuletta imparata (evidently...) a memoria che francamente non ho neanche fatto in tempo a sentire... (Tra l'altro, ufficialmente :lol: qual è la successione di intervalli della scala maggiore?? Esiste questa formuletta, ma la ignoro...)
Poi mi chiede se conosco il setticlavio. Rispondo che lo conosco ma che non avrei la certezza assoluta di poter solfeggiare in scioltezza in tutte le chiavi... (Ve beh, quella di basso sì... Anzi, certe volte leggo in chiave di basso anche quando c'è quella di sol! :lol: No, ok, quello si chiama errore...) In effetti però dovrei riprendere un po' a leggere in tutte le chiavi, può sempre servire.

Ma alla fine è davvero uno svantaggio tale non avere certi automatismi? Io preferisco di gran lunga conoscere le progressioni di intervalli perchè le ho provate "sulla pelle" (nel senso che le ho ripetute decine di volte al giorno col sax e col piano, e le ho anche nettamente sentite in dita e avambracci!! :lol: ) piuttosto che sciorinare frasi preconfezionate e non avere la stessa immediatezza che mi ha dato questo "metodo"...
In effetti riguardo alla domanda sull'intervallo Do#/Sib, se vogliamo essere precisi, era una settima diminuita e basta (o anche una sesta maggiore, ma forse sarebbe stato scritto Do#/La#... queste sottiliezze mi fregano spesso...), ma direi che la teoria la conosco bene! Se vedo un Do sul pentagramma lo riconosco (e lo saluto anche!), e per piccoli ensemble mi capita spesso di arrangiare a mente, quindi non sono proprio un trovatello... Però mi mancano certi automatismi da macchinetta...
Alla fine della fiera, è davvero dannoso secondo voi l'autodidattismo selvaggio? Alla lunga chi dei due è avvantaggiato: il selvaggio o il solfeggiatore incallito??




Mannaggia, ho scritto un mezzo poema! :lol: Per quanto letterariamente non valga molto...