Esiste un confine tra oggettivo e soggettivo tra quello che si può/si deve/conviene fare su uno strumento come il sassofono.

Le tecniche che usa esistevano già... ma c'è da considerare che il sassofono non è stato uno strumento estremamente popolare in Italia, come altri strumenti.
E questo anche relativamente agli strumenti che si potevano trovare in giro.
30 anni fa' non c'erano così tanti strumenti professionali nelle case... quindi di conseguenza non c'era neanche sensibilità nei proprietari a investire risorse nella manutazione.

Contrariamente a quanto succedeva per strumenti più preziosi come clarinetti e doppie ance.

La precisione maniacale con cui lavora Messori è conosciuta e apprezzata.
Ed effettivamente poi in Italia, i tecnici che lavorano con le stesse metodologie che usa lui si contano sulle dita di una mano (anche gente che ha cominciato a riparare sassofoni prima di lui). Da qui in poi entrano in gioco fattori geografici e/o logistici.