aggiungerei lo studio delle sigle.
degli accordi .
delle note degli accordi.
in realtà è possibile che questa diversificazione non esista: nel senso che se conosci la sigla sai a quale accordo corrisponda e sai quali sono le note sia dal punto di vista del suono , sia del nome sia meccanicamente sul sax.
questo però purtroppo non è per nulla scontato.
può accadere che studi la sigla sempre in una direzione ad esempio C maggiore. C E G (do mi sol)
quando la ascolti sol do mi non la riconosci.(o peggio quando la suoni non la riconosci).

lo sforzo quindi è di suonare l'accordo e per ogni singola nota sapere esattamente cosa stai suonando .
(e non abituare il cervello sempre agli stessi percorsi ma variare in continuazione)
quindi non solo tonica terza quinta ma variare il più possibile in maniera tale da scegliere realmente le note e non farsi guidare dalle dita.

tutto questo discorso può applicarsi anche alle scale .
ad esempio la scala maggiore non la suoni sempre e solo in successione do re mi fa sol la si .
ma scegliendo i suoni.
all'inizio magari si può partire in senso ascendente o discendente e poi dai singoli gradi fino a costruire delle vere e proprie linee melodiche.