Dario, ho paura che per capire bene le differenze tra gli strumenti ci sia bisogno di suonarci brani adatti, sfruttando al meglio le caratteristiche dello strumento.

Purtroppo, anche la ripresa interferisce troppo con le caratteristiche timbriche degli strumenti, rendendoli tutti un po' inscatolati.

L'idea però è molto bella, e mi piacerebbe se riuscissi a svilupparla ulteriorlmente. Intanto, le mie superficialissime impressioni, più sulle registrazioni che sugli strumenti:

1) Molto nasale, per nulla dolce, aspro. Ha il pregio di essere molto pieno. Credo sia uno strumento moderno, pesante. Probabilmente, suonato con più decisione tirerebbe fuori un gran suono quasi altistico.

2) Molto simile al precedente, ma un po' più dolce, forse più facile. Moderno, ma resto incerto tra italiano e giapponese.

3) Timbro dolce e nasale, ma apparentemente non in direzione Mark VI. Gli acuti non sono aspri, ma dolcemente penetranti. O si tratta di un Conn (l'"altro classico") o di un italiano moderno.

4) Suono molto oboistico, ma un po' "fragile". A volte sono tentato di ritenerlo un Mark VI, ma l'unico che ho provato lo ricordo più dolce e più omogeneo, anche se non meno sottile di questo.

5) Bello il registro basso e medio, un po' velato l'acuto (ma può essere la registrazione). Mi sembra uno strumento moderno, ma non saprei dire se un italiano o un giapponese (anche se propendo per quest'ultima categoria).

Grazie,
Paolo