No, non concordo.
La critica musicale ha una funzione assai importante.
Se è vero che i critici musicali di solito non sanno suonare, è anche vero che i musicisti sono pessimi critici musicali: Louis Armstrong sparava a zero contro i boppers, Enrico Rava detesta la musica di Anthony Braxton, e potrei continuare a lungo... .
Il problema vero - soprattutto in Italia, dove il critico musicale altro non è che un giornalista che scrive di musica senza quasi mai capirne granché - è la preparazione.
In particolare, nel jazz e in genere nell'ambito della musica non accademica, la critica musicale si è nutrita di dilettantismo.
E non è certamente una casuale coincidenza il fatto che la critica jazz abbia perduto un po' del dilettantismo che da sempre la caratterizza solo nel momento in cui il jazz ha cominciato ad essere istituzionalizzato (il che ha pure i suoi contro).
Il critico jazz, che molto più e molto meglio del musicista potrebbe e dovrebbe avere una visione ampia della musica e svolgere, tra l'altro, una fruttuosissima funzione di indirizzo, spesso e volentieri non sa nemmeno chi era Johnny Dodds! E magari non ha neppure una idea precisa di come suona un accordo di do maggiore!
Si dovrebbe valorizzare la figura del critico, pretendendo maggiore competenza non solo giornalistica, così come la figura del musicologo, figura diversa e pure più importante (ma non se ne parla mai).