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Discussione: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

  1. #1

    Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Zappa riguardo ai critici musicali (e non solo) dava un giudizio impietoso: "Gente che non sa far domande, che intervista gente che non sa parlare, che scrive per gente che non sa leggere". Come non dargli ragione...

    Un critico musicale (taccio il nome) che talvolta scrive su "Musica Jazz" e che vota il famoso, inetto ed autoreferenziale TOP JAZZ chiese ad un musicista in che metro era scritto "Footprints" di Shorter...aggiungerei a quanto affermava Zappa..."gente che non sa di cosa parla..."
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  2. #2

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    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Forse dare indicazioni tramite standards di valutazione, ci potremmo mettere anche i critici per quanto riguarda la pellicola e la cucina?
    Il problema e' che sono cose in linea di massima soggettive e poi ricordiamoci che la mamma del cretino e' sempre in cinta...(questa vale per la popolazione mondiale, non e' espressamente contro i critici)
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    Berthold Auerbach

  3. #3
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    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Ragazzi su un topic è stata detta una frase più che giusta che finiva con chi capisce meno di tutti la musica... FA LA CRITICA !!!

  4. #4
    Visitatore

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    sinceramente io i critici musicali nemmeno li considero.Cioè,magari leggo per sentire cosa gli altri dicono ma tanto poi non gli do molt aimportanza,preferisco ascoltare e dar eil mio giudizio personale.D'altrond emi son sentito dire"non capisci niente di musica" da chi non ne capisce nulla solo perchè ho detto "no,quell'artista non mi piace".Quindi....passo sopra i commenti degli altri senza troppi problemi

  5. #5

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    CRITICARE GLI ARTISTI IN VITA, RENDENDOGLI LA VITA IMPOSSIBILE, PER POI GLORIFICARLI QUANDO SONO MORTI! :lol: :lol:
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  6. #6

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    No, non concordo.
    La critica musicale ha una funzione assai importante.
    Se è vero che i critici musicali di solito non sanno suonare, è anche vero che i musicisti sono pessimi critici musicali: Louis Armstrong sparava a zero contro i boppers, Enrico Rava detesta la musica di Anthony Braxton, e potrei continuare a lungo... .
    Il problema vero - soprattutto in Italia, dove il critico musicale altro non è che un giornalista che scrive di musica senza quasi mai capirne granché - è la preparazione.
    In particolare, nel jazz e in genere nell'ambito della musica non accademica, la critica musicale si è nutrita di dilettantismo.
    E non è certamente una casuale coincidenza il fatto che la critica jazz abbia perduto un po' del dilettantismo che da sempre la caratterizza solo nel momento in cui il jazz ha cominciato ad essere istituzionalizzato (il che ha pure i suoi contro).
    Il critico jazz, che molto più e molto meglio del musicista potrebbe e dovrebbe avere una visione ampia della musica e svolgere, tra l'altro, una fruttuosissima funzione di indirizzo, spesso e volentieri non sa nemmeno chi era Johnny Dodds! E magari non ha neppure una idea precisa di come suona un accordo di do maggiore!
    Si dovrebbe valorizzare la figura del critico, pretendendo maggiore competenza non solo giornalistica, così come la figura del musicologo, figura diversa e pure più importante (ma non se ne parla mai).
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  7. #7
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    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    MyLadySax (ma è un nick che hai preso da Lester Young? ;) ) ed in generale come avrebbe detto il buon Lester, Ladies, mi trovo molto d'accordo con quello che dici; d'altra parte anche le affermazioni di Zappa sono molto più che condivisibili. Il problema della critica d'arte secondo me si risolve in due parti contrapposte e distinte: dall'una c'è l'artista che attraverso la propria creativitÃ*, inventiva, ingegno, tecnica, ma sopratutto egocentrismo si manifesta nella propria descrizione del Soggetto; dall'altra abbiamo il critico che, nel migliore dei casi attraverso la propria preparazione culturale, l'approfondita dimestichezza, consapevolezza, sensibilitÃ*, lungimiranza, competenza ma sopratutto generositÃ* aiuterÃ* lo stesso artista nella razionalizzazione della sua azione rispetto al Soggetto.
    Purtroppo le cose raramente sono in questi termini: l'artista spesso da egocentrico diventa egoista, ed il critico (avendo pure lui un ego) tende a diventare demiurgo egli stesso della nuova definizione dell'arte, di cosa è accettabile e di cosa non lo è, inventandosi etichette e creando divisioni che magari l'artista avrebbe del tutto evitato.
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  8. #8

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Be', sì, "MyLadySax" è, naturalmente, la Mia Signora Sax, cioè il mio sax, e, pur non essendo esattamente un nick di Lester Young, è a Young che mi sono ispirato, poiché è grazie a Young che oggi suono il tenore.
    Quanto alla questione della critica, concordo con quanto sostieni, Sax O' Phone: hai perfettamente centrato la funzione, sostanzialmente razionalizzatrice (e, pertanto, essenziale, a mio avviso) della figura del critico musicale.
    Concordo pure su quanto sia raro e difficile, purtroppo, che critico ed artista non si lascino condizionare dal proprio ego, ciascuno nelle scelte relative al proprio raggio di competenza.
    D'altronde, sono esseri umani anche loro e sbagliano come tutti.
    Ribadisco solamente che, in una situazione di equilibrio giÃ* precario tra due figure (l'artista ed il critico) entrambe importanti (certo, la musica sarÃ* sempre più importante della critica, ma ciò non dovrebbe indurre a sottostimare quest'ultima), il dilettantismo, nell'ambito, fino a non molto tempo fa quasi antiistituzionale, del jazz ha avuto - e ancora in larga misura ha - un effetto addirittura catastrofico.
    Per me, l'ideale, anzi l'utopia, sarebbe una critica competente e illuminata all'interno di una cornice in cui il jazz potesse autoalimentarsi lontano dall'istituzionalizzazione e dal conseguente accademismo.
    A questo punto mi svelo: sono io stesso un critico musicale specializzato in jazz e musica afroamericana (con tanto di corso e di pratica sul campo), anche se ormai è un 'attivitÃ* che svolgo solo marginalmente.
    Certo, se ne leggono sulle riviste di castronerie!!! :lol:
    E poi c'è il problema, annoso, della critica asservita agli interessi di mercato, che poi è quella che, come dici bene tu, Sax O'Phone, crea etichette e divisioni "che magari l'artista avrebbe del tutto evitato".
    Allora dovremmo parlare del mercato, in cui pure i musicisti, però, sono coinvolti, e la questione si farebbe davvero complessa... .
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  9. #9
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    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Citazione Originariamente Scritto da MyLadySax
    [...]
    A questo punto mi svelo: sono io stesso un critico musicale specializzato in jazz e musica afroamericana (con tanto di corso e di pratica sul campo), [...]
    Shhhh, abbassa la voce... se ti sentono sei perduto!

    :lol: ;)
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  10. #10

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Citazione Originariamente Scritto da Sax O' Phone
    Citazione Originariamente Scritto da MyLadySax
    [...]
    A questo punto mi svelo: sono io stesso un critico musicale specializzato in jazz e musica afroamericana (con tanto di corso e di pratica sul campo), [...]
    Shhhh, abbassa la voce... se ti sentono sei perduto!

    :lol: ;)
    Hai ragione!!!
    Sai che ti dico? Meglio suonarci sopra. :saxxxx)))
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  11. #11

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Tutta colpa di Schumann...in un certo senso, è con lui che inizia la critica musicale...è probabile che se non si fosse rotto l'anulare della mano destra per avere una tecnica prodigiosa al pianoforte (non riuscì mai ad eguagliare, in tal senso, la moglie Clara Wieck) non avrebbe schizofrenicamente scritto contro i "filistei dell'arte" (perchè avrebbe suonato...) firmandosi ora col nome di Florestano, altre volte con Eusebio...E credo che in questo ci sia una sorta di incipit della funzione...ovvero la frustrazione di non essere un buon musicista o strumentista...che attanaglia molti critici!

    Lady, ha toccato molti punti salienti della questione...rimane, tuttavia, inaccettabile che si chiamino critici, gente che non sa di cosa parla...è come se un giudice nel verificare le prove di un procedimento legale, anzichè attenersi ai codici, prendesse decisioni in base alla simpatia del teste o alla brillante oratoria del pubblico ministero...

    Il critico ha una funzione delicata e per certi versi preoccupante...è il trait d'union fra il pubblico e il mercato e in certi casi condiziona negativamente il lavoro di un musicista...l'artista diventa un "prodotto" di cui si "testa" la "digeribilitÃ*" o presunta bontÃ* o discendenza o futuribilitÃ* ecc. Per necessitÃ* e per definizione, l'artista è un narcisista (se non ama se stesso e ciò che fa, difficilmente sopravviverebbe...) il critico è pieno di ego, convinto che le proprie categorie estetico-concettuali (quando ne ha qualcuna...) siano la veritÃ* assoluta, imprescindibile e indiscutibile.

    Quando Coltrane prese nel suo quartetto Eric Dolphy...la critica musicale parlò di anti-jazz...cacofonia...e bestialitÃ* varie...
    Coltrane sciolse il quintetto e corse subito ai ripari (grazie al fatto che aveva un contratto discografico) e fece un "disco riparatore" (un passo indietro rispetto alle concezioni che stava maturando) con Duke Ellington...il povero Dolphy, non aveva nè un contratto e nessuno lo voleva a suonare con sè...Gunther Schuller racconta che andandolo a trovare nello squallido loft dove abitava (dal tetto entrava la neve...) rimase annichilito nel vedere che il povero Eric si nutriva solo di scatole di fagioli e miele...la laconica affermazione di Overtone indica i reali danni che certa "critica egotica" produce sull'esistenza di quei "fragili narcisisti" chiamati artisti!
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  12. #12
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    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Eh sì, purtroppo la tua pragmatica descrizione del rapporto tra il critico ed il pubblico tramite il mercato è per me del tutto inaccettabile, ma ahime totalmente reale! Eppure qualche critico onesto e sincero senza dubbio esiste, ma forse non ha quella influenza che meriterebbe; e quand'anche l'avesse, sarebbe oggetto della corruzione del potere di una posizione influente. Un altro circolo vizioso.
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  13. #13

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Sì, Juggler ha una buona parte di ragione, tanti, troppi critici che si occupano di jazz dimostrano - come avevo giÃ* ammesso io - di non saper far bene il proprio lavoro.
    Ma va pure detto che oggi, a detta di molti musicisti, le cose vanno decisamente meglio.
    Ho la presunzione di sapere quel che dico, semplicemente perché me lo hanno detto loro, i musicisti, in occasione delle numerose interviste che ho avuto l'onore di fare a gente come Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Philip Caterine, Dusko Goykovich, ecc., i quali hanno apprezzato il mio lavoro di critico (orami assoluitamente marginale).
    D'altronde, i critici scrivono spesso castronerie (magari anche a me sarÃ* capitato), ma sono esseri umani che svolgono, per lo più con passione, un lavoro difficile.
    Forse i musicisti non sbagliano mai o, se pure sbagliano, li dobbiamo sempre giustificare? Quante volte oggi sentiamo un disco di jazz e ci rendiamo conto che è un prodotto sì tecnicamente e formalmente ineccepibile, ma è fatto per vendere con l'obietivo di una determinata fetta di mercato, per cui non ci commuove, ci lascia anzi piuttosto freddi.
    E non vi capita, in certi casi, di pensare che la musica è sin troppo diventata un business e che pure i musicisti, musicisti spesso di talento che potrebbero fare decisamente meglio, hanno la loro buona fetta di responsabilitÃ*?
    Chi non ha peccato scagli la prima pietra...
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  14. #14

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    A mio avviso, è sbagliato l'"esercizio di merito"...ovvero il critico musicale, non deve porre questioni o valutazioni sull'operato artistico...l'arte è di per sè libera, non è vincolata a regole...anzi, le migliori forme d'arte ricercano e sviluppano le proprie "regole", i propri codici di riferimento..."tutto ciò che in un periodo, nelle arti, viene configurato come caos, in un epoca successiva può essere presa come codice di riferimento o modello di una nuova classicitÃ*..." (Rudolf Arnheim - "Entropia ed arte") Le valutazioni su un artista sono competenza dello storico e del musicologo, non del critico (generalmente "post mortem")...o per lo meno ci si attende che possegga un po' di tali competenze...se no...di che parla? Per come intendo la questione...il critico musicale è il cronista degli avvenimenti musicali legati alla sua contemporaneitÃ*...di questi deve spiegare al pubblico, come si innestano sul territorio e il pubblico di riferimento, problemi organizzativi, secondo quale logica prevalgono certe scelte artistiche ad esempio in un qualunque festival o rassegna, l'equilibrio fra spettacolarizzazione dell'evento e valenza culturale, ciò che ha convinto e ciò che si poteva evitare...sarebbe un esercizio equilibrato, sobrio e utile tanto alla comunitÃ* dei "fruitori" quanto dei "produttori" e stimolerebbe a far riflettere sullo sviluppo delle politiche culturali e artistiche...se no diventa esercizio salottiero di "gusto"...ma i "gusti" si sa non si discutono...
    I musicisti che hai citato (Fresu, Trovesi...) sono in una posizione (buon per loro...) inattacabile...Trovesi ha ricevuto dall'ex-Presidente della Repubblica, Ciampi, il massimo riconoscimento di Stato per meriti artistici...Fresu è uno dei migliori trombettisti al mondo...che dovrebbero fare i critici? Ci vuole piu' abilitÃ* e intuito a scorgere "potenzialitÃ*" dove nessuno le vede...anzichè riconoscere ciò che è giÃ* stato riconosciuto giÃ* da tutti...ma naturalmente, i musicisti non sono dei santi...i loro "peccati" piu' frequenti sono la meschinitÃ* (tutti copiano tutti...) l'opportunismo (faccio quello... che mi dÃ* lavoro o piu' soldi) e la pigrizia (oramai, mi hanno "riconosciuto" questo...mi fermo...non voglio suonare altro...)
    Il jazz è diventata una musica di repertorio perchè si è "accademizzata"... esistono "specialisti" dei vari stili che il jazz ha sviluppato nel corso del tempo...così come esistono gli specialisti nell'esecuzione della musica rinascimentale, barocca, contemporanea ecc. Molti dischi che sono stati registrati in questi ultimi anni, sono degli "esercizi in stile", compitini ben riusciti...non c'è molto ardore creativo, ma celebrativo... quando una societÃ* non crede nei propri "mezzi" o non ha una chiara visione di sè e del proprio futuro...si rivolge al passato per avere dei riferimenti... accade così anche nell'arte...
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    Edgar Varèse

  15. #15

    Re: Che funzione ha, secondo voi, la critica musicale?

    Sì, è vero, il critico musicale, che è un giornalista, non dovrebbe mai essere confuso con il musicologo, che ha ben altra preparazione e ben altre competenze: in Italia la confusione è somma!
    Tuttavia, se il critico musicale tal dei tali ha qualche studio in più (perché magari ha studiato seriamente armonia, contrappunto e storia della musica e suona discretamente uno strumento musicale) può anche permettersi di spingersi un po' più in lÃ*.
    Certo, Fresu e compagni sono famosi, ma viaggiano molto, lavorano molto e conoscono assai bene, di conseguenza, il mondo della musica e pure i critici musicali, per cui ritengo che sia significativa pure la loro testimonianza, soprattutto se, come in questo caso, coincide con l'opinione di tanti altri musicisti che ho intervistato e che non conosce (quasi) nessuno!
    Sai, invece, qual è il bersaglio preferito di contestazione? Il meccanismo della produzione, la mancanza di fondi per la musica (tema davvero scottante), l'indifferenza dei mass-media.
    Quanto all'accademizzazione del jazz, concordo con te, tanto che ne ho giÃ* discusso altrove su questo forum, considerando il fenomeno frutto di un processo naturale; ma vorrei aggiungere che i creativi non mancano (Henry Threadgill, Steve Coleman...) e che sin troppi musicisti di talento mi pare che si adagino eccessivamente su comodi cuscini!
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