Ciao a tutti,

Come un incubo che non passa, sto continuando ad esercitarmi sugli studioli di Lacour. Oltre alla sintesi di tutto il cattivo gusto della musica leggera tardo-ottocentesca che vi sopravvive, vi trovo dentro un sadismo efferato (il divin marchese era compatriota del fine didatta) rivelato dall'assenza quasi totale di pause.

Pazienza per il respiro: bisogna imparare a prenderlo in fretta. Credo di non avere particolari problemi. Accetto e supero la sfida. Ma non supero, e non riesco ad accettare, l'impossibilità di deglutire. È una cosa disgustosa.

Quanto ci mette un professionista a deglutire? O riesce a non produrre saliva? Nei Lacour non ci sono pause più lunghe di una semiminima, circostanza che non trovo in nessun pezzo della letteratura classica che sto leggendo. È una gara ad eliminazione per gli studenti? Chi primo si strozza, smette (per forza) per primo?

Paolo