affrontiamo un argomento che è di difficile definizione.
rilevano oltre alle capacità individuali ed al livello tecnico anche alcune attitudini che sono diverse per ciascuno.
magari un sassofonista ha una grande capacità a mantenere il proprio standard a prescindere dal setup, ed un altro si trova in grande difficoltà quando suona con un setup al quale non è abituato.
è anche difficile utilizzare un lessico comune.
quando un bocchino può ritenersi buono?
è quello che costa di più?
e quello che consente un più veloce adattamento?
e quello che consente in astratto le migliori prestazioni?
e quello che più facilmente consente di produrre il suono che si desidera?
per ognuno di questi aspetti mi viene in mente un bocchino diverso , e purtroppo queste pime domande danno una visione parziale e limitata.
poi ci sono i setup che hanno una influenza maggiore rispetto ad altri che considero neutri.
prendi un selmer c in ebanite apertura media con una ancia di canna media e poi prova un sugal liebman in metallo con ancia di plasticazza.
è buono il primo o il secondo ?

vado a dormire sonni tranquilli consapevole che prima di me sassofonisti straordinari si sono fatte le stesse domande alla ricerca del bocchino ideale.
magari acquistando 6 bocchini inutilmente per rendersi conto che il migliore era sempre quello che si era utilizzato sino a quel momento.
(Trane ad esempio).