considerato uno dei migliori talenti degli ultimi anni, su jazzitalia una breve intervista
segnalo soprattutto
"Nella tua musica quanto c'è di innovativo e quanto invece ti lega ai grandi del Jazz e della musica classica?
E' una domanda interessante. Io ho fatto un percorso che abbraccia molte realtà musicali. La traccia principale per me è la musica classica, che io ho studiato per dieci anni e anche successivamente al diploma. Poi però ho ricevuto contributi dal metal, dal progressive, dal rock, dal pop, da tante cose. Quindi sicuramente c'è tanto di tutto ciò che voglio riproporre. Però voglio dire una cosa a proposito della parola innovativo. Secondo me per essere innovativo non bisogna diciamo "scervellarsi" al fine di stupire. Purtroppo spesso è ciò succede in questo periodo che mi sembra un pochino si stasi. Ma cercare l' innovazione in questo modo è sempre qualcosa di effimero, qualcosa che finisce. Secondo me l' unico modo di essere innovativi è essere se stessi.
Siamo unici, dunque essere se stessi e non mascherarsi, non esprimere artifizi, intendi questo ?
Esatto: non mascherarsi. Non serve dovere fare qualcosa per innovare ma "poter" fare qualcosa per esprimersi.
Anche perché è inutile cercare qualcosa che non è MAI stato suonato, in fondo è tutto già stato suonato….
Certo ora con la globalizzazione siamo invasi da una miriade di esperienze musicali, per cui bisogna piuttosto sapersi rilassare e fare serenamente il proprio percorso, se no si rischia di acchiappare a destra e sinistra e non si riesce a fare niente di originale."
per leggerla interamente:
http://www.jazzitalia.net/articoli/int_ ... XO9a6KnbwQ