Grandi sassofonisti jazz del passato, sassofonisti che amiamo un po' tutti noi, con un suono veramente personale (che oggi non esiste più) muovevano mascella e labbro inferiore avanti e indietro in maniera evidente. Mi sbaglierò, ma penso che questi sassofonisti utilizzassero benissimo la laringe (non è possibile il contrario), aiutandosi, però, nella produzione del suono nelle diverse altezze, con la cosiddetta impostazione dinamica. Sassofonisti come Warne Marsh e Stan Getz, per esempio:
http://www.youtube.com/watch?v=RHR_tzSAIL8
http://www.youtube.com/watch?v=5HaSKKI0hH4
Tuttavia, osservando con attenzione i sassofonisti del passato, mi pare che la maggior parte di essi (C. Hawkins, B. Webster, S. Rollins, ecc.) si aiutasse con un movimento solo appena pronunciato del labbro (indietro verso le note gravi, in avanti verso le acute), per cui anche a me sembra che, come regola generale, l'impostazione (quasi) stabile sia, in fin dei conti, la più corretta.
Ho notato anche che alcuni sassofonisti, ma non tutti, gonfiavano un po' le gote.