Ragazzi, grazie per la cortese accoglienza e per la comprensione/tolleranza.

Lo strumento mi sta davvero appassionando (non saprei dire ai miei vicini: sono fuori in vacanza; ma non appena tornano, gli faccio sentire!). Non si può davvero far finta che il sax non c'entri niente con noi: è collegato direttamente al corpo, al respiro. Ad ogni nota vibra sotto le dita, sotto i denti, sulle labbra. È una cosa viva.

Briz, venire da un altro strumento sicuramente aiuta (si può saltare la teoria musicale, e dedicarsi direttamente alla bestia da domare). Da piccolo ero nell'orchestrina di flauti dolci della scuola: non hai idea di quanto aiuti questa cosina modesta anche ad enorme distanza di tempo. Me ne sono accorto quando ho messo mano sul piffero elettronico (il WX5).

Per ora combatto ancora con il La e il Sib, che sembrano le note meno propense a venire a patti con me (il Sol sembra invece aver capito chi comanda). Il passaggio Do-Re alto non è "liscio", ma mi sembra che si possa fare. Sto cominciando a capire come fare gli accenti, gli staccati e i legato.

Il bello del sax mi sembra riassumibile in due aggettivi: duttile e scorrevole. Mi sembra di capire che, con un aggiustamento della posizione della bocca, si possa passare facilmente da un suono morbido da clarinetto, ad uno più nasale simile all'oboe (per ora, decide lui quando farlo...); e il legato è favolosamente facile all'interno dello stesso registro.

Insomma, non diventerò mai un virtuoso, ma mi sto proprio divertendo!

Paolo