Rollins non è unico, attualmente è il più grande, ma non è l'unico, Clark Terry, senza gambe, che non si può neanche dire chè ha un piede nella fossa, va alle sue lezioni a insegnare ai giovani musicisti cose che alla Berkeley neanche sanno, Arnet Cobb saliva sul palco con le sue stampelle da reduce e suonava ribaltando la platea con il suo suono texano, Michel Petrucciani teneva un intero concerto con le ossa che si disfavano, questi uomini hanno conosciuto il jazz power, la magia, ultimamente ho sentito McCoy Tyner che danzava con la mano sinistra avendo la destra in difficoltà per un'ischemia e mi sono perso Roy Haynes che ha dato i suoi ultimi concerti senza perdere un colpo e dando una lezione a tutti i batteristi di torino.Originariamente Scritto da runtujazz
La generosità è ciò che distingue i musicisti tra loro, uscire su un palco ubriaco significa avere come priorità altro da se stessi, significa prendersi il rischio delle critiche di chi monetizza la musica, ho pagato e voglio il concerto, significa che la tua musica ha sempre tenuto insieme quel dolore e adesso si può vedere senza la mediazione della musica.
Rea e Rava possono ben sorreggere Gato, ma non può succedere il contrario, gli studenti attingono alla storia, (anche solo per farsi del curriculum), ma la storia non fa da stampella agli studenti, anche se per amore può fare anche questo.
Come diceva Nureyev da vecchio, "Anche se sbaglio, possono imparare qualcosa"
E' una vecchia polemica che ogni tanto rispunta, ci sono i Francis Paudras, che riconoscono l'arte anche in un ubriaco a testa in giù nel cesso e i Jarrett che credono che il pubblico sia lì per loro e non loro per il pubblico.
Ma tzadik è un "giusto" e quando parla è informato, anche se non condivido molti suoi giudizi, ho sempre rispettato la sua competenza.