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Discussione: Il jazz visto in america

  1. #1

    Il jazz visto in america

    Un dubbio di carattere squisitamente antropologico: come vede il cittadino medio americano il jazz?

    Mi è venuto il dubbio che possa essere paragonabile come visione al nostro “liscio”, specie la parte swing/big band.

    Credo che per chiarire il dubbio sarebbe utile l’intervento di un cittadino americano o comunque di qualcuno che ha vissuto a lungo negli USA.
    Tenore Jupiter jts 587
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  2. #2

    Re: Il jazz visto in america

    No .... no ...il paragone non regge .... il jazz è patrimonio afroamericano, così come il soul, il R'n'b e tutto il filone Hip hop/rap etc.
    Sinteticamente, gli USA sono un paese vasto, e fatta eccezione per le grandi città, poco urbanizzato, il cittadino medio americano è bianco e conservatore, reazionario etc. Per cui del jazz nonglienefregaunamazza .... ama il country/rock/pop FM etc.
    Poi ci sono gli ispanici/caraibici .... ed amano la loro musica ......
    L'unico paragone che può reggere col liscio che è musica popolare e da ballo, è con il country e generi popolari da ballo di derivazione ispanica/caraibica..... , il jazz è un genere minore, di nicchia, "urbano" e negli ultimi 30 anni sempre più considerato (a torto) elitario ..... :mha...:

  3. #3

    Re: Il jazz visto in america

    ti consiglio di guardare questo documentario https://www.youtube.com/watch?v=ys0nt0erRoU
    questa è la quarta parte, nei suggerimenti trovi le altre parti (questa è incentrata sul Swing)
    ★ Tenor King Silversonic Gold Plated 1961 | Super 20 1957 | Zephyr 1948
    ★ Tenor Conn Transitional
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    ★ Baritone Pennsylvania Special

  4. #4

    Re: Il jazz visto in america

    Gli americani considerano il Jazz quello che e' :
    La musica colta (non sperimentale) contemporanea

  5. #5

    Re: Il jazz visto in america

    Non dimentichiamo comunque que la propria parola "Jazz" è comunque un termine razzista, infatti ad esempio Gillespie nella sua biografia ha espresso il suo risentimento verso Armstrong che lo accettò per definire questa musica. Infatti all'inizio non era neanche Jazz ma Jass, come a dire "meaningless nigger music".
    Il vero termine che i compositori/architetti di questa musica (monk/parker/dizzie) desideravano era "modern music".
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  6. #6

    Re: Il jazz visto in america

    grazie a tutti dei contributi

    il lungo documentario (10 puntate da un ora e mezzo cadauna) di Ken Burns sembra veramente bello
    Tenore Jupiter jts 587
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  7. #7

    Re: Il jazz visto in america

    Aggiungo il mio parere. Non ci ho vissuto, ma mi sono fatto un'idea nel viaggio che ho fatto qualche mese fà proprio sulla "Via dela Jazz"
    ( http://www.saxforum.it/forum/viewtop...ggio+negli+USA )

    Prima impressione è che nelle grandi città che ho visitato non c'è la crisi che attualmente c'è in Italia, quindi i divertimenti, la musica compresa, viene apprezzata in continuazione dagli Americani. I locali sono generalmente sempre pieni di gente e i concerti fanno quasi sempre il tutto esaurito. A New York per esempio mi sono stupito della difficoltà a trovare un tavolo nei jazz clubs più famosi della città nei fine settimana: se non prenoti un tavolo rischi seriamente di non vedere lo spettacolo.
    A New York ho avuto l'impressione che fosse proprio come si vede nella serie televisiva "Sex and the city": i gruppi di amici escono la sera e scelgono un locale dove passare la serata; probabilmente lo fanno variando generi musicali, teatrali e quant'altro, visto che NY offre un'immensità di attività serali.
    Comunque l'impressione è stata quella che molti Americani non capiscono un ***** di jazz, ma lo apprezzano moltissimo e colgono subito se un artista ha talento o meno. Ovviamente non tutti non capiscono niente, ma la maggior parte....
    Quindi i locali ci tengono molto ad avere una band che suoni, perchè ovviamente porta clientela (anzi riempie proprio il locale)... in Italia siamo lontani anni luce da ciò: meglio il business della discoteca (ma sono convinto che cambierà anche questa moda).

    L'altra considerazione riguarda i problemi razziali che ci sono stati in tutti gli Stati Americani. Leggendo la biografia di Miles ci si fà un'idea chiara: il jazz, a parte qualche eccezzione, vede le sue radici nella musica nera (contaminata da altre correnti, ma fondamentalmente se non ci fosse stata la schiavitù in America non ci sarebbe stato quello che ora definiamo jazz). E' ovvio che gli USA sono una delle nazioni più forti oggi giorno sotto tutti gli aspetti, ma non hanno mai inventato nulla, a parte il jazz (dico poco!).
    Quindi hanno inventato il jazz, che vede le sue origini nella musica nera e gli Americani fondamentalmente sono dei grandi razzisti, sebbene oggi non come 50anni fà.
    Miles racconta che usciva spesso con la moglie per presenziare a serate a cui partecipavano varie celebrità. In queste cene spesso donne bianche chiedevano a Miles di che cosa si occupasse e quando scoprivano che era un jazzista cercavano di commentare e discutere riguardo il jazz, sebbene fossero del tutto ignoranti a riguardo. Miles ha sempre risposto in modo sgarbato a queste persone, in quanto riteneva che il jazz l'avessero inventato i neri e non gli andava tanto di disquisire con bianchi che non riuscivano a riconoscere il merito dei neri alla cultura americana.
    I bianchi sono razzisti verso i neri, ma anche verso noi Europei, in parte. O almeno ho avuto quest'impressione: se scoprono che sei italiano ti accorgi subito che devono farti notare che sono un popolo superiore.
    Tant'è vero che sia Parker che Miles quando vennere in Europa a suonare rimasero subito colpiti dal trattamento che ricevettero e dalla diversità che c'era con il razzismo americano.
    A me colpisce moltissimo quando penso che gli Americani arruolavano nell'esercito persone di colore per venire in Europa a liberarci dal Nazismo... ed i neri partivano convinti che se avessero combattuto per lo Zio Sam contro il Nazismo e la discriminazione raziale in Europa, al loro rientro qualcosa sarebbe cambiato (e così non fù)...

    Sono quasi fuori tema... ma sono tematiche che in America vanno di pari passo col jazz...
    Davide
    Tenore Selmer Balance Action 22XXX, Drake Bergonzi 10*, Drake Pete Christlieb 9, Drake Stan Getz 7*
    Soprano R&C R1 Jazz Solid Copper 120xx, Drake Son Of Slan 10.

  8. #8

    Re: Il jazz visto in america

    :shock: :shock:
    Davide
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    Soprano R&C R1 Jazz Solid Copper 120xx, Drake Son Of Slan 10.

  9. #9

    Re: Il jazz visto in america

    non mi sembri fuori tema, anzi
    Tenore Jupiter jts 587
    Absolute tenor ST
    Legere Signature 2 e 1/4

  10. #10
    Watermelon Man
    Visitatore

    Re: Il jazz visto in america

    Quoto gene sul fatto che il jazz viene considerato un genere elitario, "da vecchi" molto spesso.

  11. #11

    Re: Il jazz visto in america

    Rispetto all'Italia, in termini relativi, é un genere musicale sicuramente più seguito, più sostenuto dalle istituzioni e più diffuso a livello educativo e quale percorso di studio.
    Rimane comunque un genere minore, e considerato dai più musica colta.
    Nelle grandi città si ha l'impressione che sia più seguito, in realtà se si considera che locali quali il Village, Smalls, il Jazz Standard sono molto piccoli e che sono frequentati principalmente da studenti ed i soliti appassionati, ci si accorge che é di fatto poco diffuso. La vera differenza la fanno i grandi festival, i quali hanno un impatto importante e riescono ad attrarre un numero significativo di persone.
    Negli ultimi anni, causa crisi, in Italia gli eventi sono diminuiti notevolmente e la percezione che si ha dello stato del jazz è molto negativa, ma anche negli States le cose non vanno tanto meglio.

  12. #12

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    May 2013
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    Anzio (Roma) ma origini di Calabria Saudita
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    Re: Il jazz visto in america

    Citazione Originariamente Scritto da Beefcake
    ...gli Americani arruolavano nell'esercito persone di colore per venire in Europa a liberarci dal Nazismo... ed i neri partivano convinti che se avessero combattuto per lo Zio Sam contro il Nazismo e la discriminazione raziale in Europa, al loro rientro qualcosa sarebbe cambiato (e così non fù)....
    Vado un po OT prendendo spunto dalla considerazione citata. In Italia non è arrivato, ma è un bellissimo film, "Red Tail". È la storia vera del Tuskegee Air Squadron formato in America prima della seconda G.M.. Costituito solo da neri, piloti e tecnici, venne tenuto in disparte dal comando perché considerato non all'altezza di combattere per motivi razziali. Quando iniziarono i raid con i B17 sull'Europa dopo lo sbarco in Normandia la RAF si rifiutò immediatamente di scortare i bombardieri, un compito che riteneva pericoloso. Obtorto collo, il comando americano fu costretto a far arrivare tutto lo squadrone in Europa con base in Italia. La storia racconta che con la scorta dei Red Tail non venne perso un solo bombardiere B17 e che i piloti di colore dimostrarono una bravura incredibile infliggendo notevoli perdite in combattimento e subendone pochissime.
    Uno di questi piloti, pluridecorato, finita la guerra fece domanda di assunzione come collaudatore alla fabbrica di aerei sui quali aveva volato. Il direttore, razzista dichiarato, la rifiutò.
    Tempo fa ho visto l'intervista a questo pilota ormai anziano e sono rimasto commosso dalle sue parole che dimostravano l'orgoglio per aver contribuito alla liberazione dell'Europa. Quando l'intervistatore gli ha chiesto dell'episodio del rifiuto dell'assunzione, ha sorriso dicendo: ...cose che capitano.

    Se qualcuno è curioso:

    http://www.redtail.org/
    sax: soprano R&C Super Fism Barbéz
    Otto Link Tone Edge "Early Babbitt" 7 + Rovner Dark
    Vandoren V5 Jazz S35 + Vandoren Optimum
    Ance ...per il momento chi passa passa.

  13. #13

    Re: Il jazz visto in america

    molto interessante

  14. #14

    Re: Il jazz visto in america

    Citazione Originariamente Scritto da runtujazz
    Vado un po OT)....
    ALLA FACCIA DEL PO'!!! :lol:
    comunque interessante, sì
    Tenore Jupiter jts 587
    Absolute tenor ST
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