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Discussione: charlie parker, TICO TICO

  1. #1
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    charlie parker, TICO TICO

    ritmo in stile classico, ma parker suona a modo suo, nel bene e nel male (gli staccati della parte B li fanno meglio i lisciaioli)...domanda, se lo faceva lui, di suonare a suo modo anche su altre cose, lo possono fare anche gli altri?

    [youtube3:7btydhn4]http://www.youtube.com/embed/JlLc7TdwVRc[/youtube3:7btydhn4]
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  2. #2

    Re: charlie parker, TICO TICO

    ascoltero' da casa. Comunque ovviamente la risposta e' si, puoi suonare a modo tuo qualunque cosa. Il punto e', per fare una analogia con l'arte, che occorre avere autorevolezza per farlo. Prendi un astrattista di quelli affermati e conosciuti a livello mondiale, i suoi quadri possono piacere o no, essere piu' o meno comprensibili e la critica li apprezza anche se fanno un semplice scarabocchio. Pero' se di quel pittore guardi i lavori giovanili, i disegni, il percorso che ha fatto ti rendi conto che sa disegnare veramente e che ha il talento giusto e dispone della tecnica per disegnare tutto, poi ha fatto una scelta artistica e ha deciso di disegnare scarabocchi. Non so se mi sono spiegato. In musica puoi suonare tutto in qualunque modo ma ci vuole lo stesso percorso e dimostrazione di autorevolezza.
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  3. #3
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    Re: charlie parker, TICO TICO

    che ci voglia lo stesso percorso per suonare non mi sembra giusto, sia scolastico che autodidatta, sia di ascolto che di performance, ognuno può trovare la strada in modo differente, altrimenti io e te suoneremmo le stesse cose, adesso, o comunque voglio dire che non per forza il percorso deve essere iniziare da qui per arrivare qui, può essere anche completamente diverso, altrimenti io e tutti studieremmo la musica di bach ma anche quella precedente invece non lo facciamo in tanti, anche se non dico che sarebbe una cosa sbagliata, ci mancherebbe...
    Sono invece d'accordo sull'autorevolezza, quando uno fa una cosa deve essere convincente, e quindi convinto lui stesso di quello che fa, poi il fatto che uno deve saper suonare è chiaro, ma spesso si è detto che alcuni non sapevano suonare perchè suonavano in modo diverso...Archie shepp, per quanto ho sentito, pur avendo suonato standards, non ha mai suonato come parker, per vari motivi, così come ayler...così come parker e altri dopo di lui non hanno mai suonato come ayler e shepp per vari motivi...
    Per quanto riguarda l'accostamento con l'arte figurativa ci può stare, l'unica cosa che aggiungo è che tutto dipende dalla serietà con cui si fa una cosa piuttosto che un'altra, quelli che noi vediamo come scarabocchi, da parte di alcuni sono effettivamente scarabocchi, e se uno famoso vuole prendere per il culo lo riesce a fare, ma non sempre è così...altra cosa, poi, penso che ci si possa anche specializzare in qualcosa e farlo il più bene possibile, piuttosto che dover fare tutto (cosa poi impossibile, vorrei sentire rollins o parker suonare musica del '600 o discomusic, sai che pena...), secondo me è anche più giusto dal punto di vista dell'onestà...io, per quanto mi riguarda, mi sono sempre rifiutato di suonare in gruppi di liscio perchè non mi reputo preparato a farlo...ovviamente in quello che dico si possono trovare delle contraddizioni, così come in quello che ho letto in altre discussioni da parte di altri...ma sarebbe troppo lungo cercare di spiegare...

    in realtà il bebop e altri generi che non suono o non suono bene sono per me cose straordinarie, molto più di come le si fanno passare, perchè troppo spesso leggo e sento di regole, regole, regole, così facendo ok, si forma uno stile più o meno condivisibile, ma mi sa che non si tratta più di vera improvvisazione, perchè si sa più o meno già cosa deve succedere...vorrei ci fosse più apertura mentale generalizzata, ma probabilmente sto dicendo scemenze
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  4. #4

    Re: charlie parker, TICO TICO

    Dani su alcune cose che dici sono daccordo su altre meno. ;mi semba ingeneroso dire che linguaggi come il bebop sono pieni di regole e quindi non tanto improvvisate. Io penso che nel bop non è importante quello che suoni ma come lo suoni. Puoi imparare mille arpeggi bop, mille lick bop e assoli interi bop. Ma se non senti gli accenti giusti non sembrerà mai bop. Poi se uno lo vuole suonare alla sua maniera può farlo per carità. Ma tu citi Sheep e ailer che quando comunque suonavano standard alla loro maniera quegli accenti di cui parlavo erano al posto giusto.
    Baronsax raccontò che quando cominciò a suonare con dei professionisti del blues e lui suonava in levare venive corretto in continuazione. All'inizio non capiva poi invece si rese conto di essere completamente fuori dallo stile. Sono convinto che se uno vuole suonare alla sua maniera un determinato stile prima lo deve conoscere benissimo e deve sapere suonare quello stile. poi se vuole cambiare può cambiare....
    Tenore Selmer Mark VI 146XXX
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    http://www.youtube.com/user/darionic1?feature=mhee

  5. #5
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    Re: charlie parker, TICO TICO

    Caro Dario, prova a rileggere o forse mi sono spiegato male, non ho detto che il bop ha troppe regole e così non si improvvisa, ho detto che l'atteggiamento dei gezzisti molto spesso è quello, al di là del fatto che in buona parte è giusto...le regole si sono formate suonandolo...se poi io suono sempre in battere vemente mi butto giù dal terzo piano perchè non sarei adatto a suonare niente, altrochè bebop...
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  6. #6

    Re: charlie parker, TICO TICO

    che l'atteggiamento dei jazzisti a volte, spesso, è molto con la puzza sotto il naso, su questo non c'è dubbio. Quando dico suonare in battere o in levare parlo non delle note ma degli accenti. Gli accenti nel bop sono quasi tutti in levare...ci sono delle eccezioni a volte. A me per esempio mi viene oramai difficile, o quasi impossibile, accentare in battere. Ecco perchè spesso mi trovo in difficoltà a suonare il funky per esempio oppure il vecchio blues....
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  7. #7

    Re: charlie parker, TICO TICO

    Daniele, non ho detto che ci voglia lo stesso percorso per suonare poi a modo proprio, tutt'altro. Dico che ci vuole UN percorso, ciascuno il proprio. C'e' chi inizia dal classico, sviluppa poi il blues poi si fa contaminare dal funky, arriva al pop e poi si ricorda del jazz e ci arriva in eta' matura e cosi' via ....... e c'e' chi invece nasce ascoltando Armstrong poi Davis e poi Coltrane e elabora sin dalle prime note un modo di suonare ..........
    Intendo dire cioe' che, per poter suonare gli stili classici in modo diverso ed interpretativo anche estremo se vuoi, non si puo' partire cosi' pronti via e fare cio' che ti viene in mente ma occorre (sempre secondo me, sia chiaro) aver compiuto un percorso di maturazione (anche autodidatta, ci mancherebbe altro, e svolto in modo differenziato secondo volonta' cuore e gusti diversi) che ti faccia dire: ok, ho ascoltato, ho suonato, ho studiato, ho preso atto di questo, ho preso atto di quello, adesso suono come lo sento io affermando con cio' una propria personalita'. Insomma, per tornare all'esempio dell'arte, se io di punto in bianco faccio due tagli su una tela e li espongo e nessuno sapra' da dove arrivo, che percorso ho fatto, quali influenze ho avuto, a quali canoni figurativi mi ispiro, che sofferenze ho avuto nella mia vita, quali studi ho compiuto, che maestri ho avuto, per la gente che guarda la mia opera saro' sempre un tagliatore di tele e non un artista. Che poi non ci interessi in nessun modo il giudizio/parere degli altri e' altra questione.
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  8. #8

    Re: charlie parker, TICO TICO

    Il jazz, cioè tutto quello che si è deciso ad un certo punto di chiamare così, ha percorso un secolo e ha mostrato quanto il punto di vista personale sia fondamentale per restituire lo spirito di quella musica.
    Io credo che la questione sia la seguente: Tu devi metterti in condizione di far sapere quello che fai, agli altri musicisti e al pubblico, e che questo funzioni dipende da quanto viene condiviso in termini musicali, artistici, umani, storici ed espressivi.
    Ornette Coleman fu fermato da un gruppetto di spettatori dopo un concerto, gli presero il sax e glielo fracassarono perchè non gli era piaciuto come suonava, fu quando si comprò il Grafton, che non poteva spendere di più.

    "Jazz is a misnomer"
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    http://mipiaceiljazz.blogspot.it/2013/0 ... l?spref=fb
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  9. #9

    Re: charlie parker, TICO TICO

    ho ascoltato il brano proposto e non mi è chiaro per nulla lo spunto per questa interessante discussione.
    "(gli staccati della parte B li fanno meglio i lisciaioli)..."
    capisco che intendiamo diversamente il termine staccato .
    lo staccato di Parker appare con una marcia in più proprio perchè eseguito in maniera tale da diventare un esempio di stile.
    successivamente sarà proprio Trane a proseguire idealmente questo stesso approccio.
    (riuscirà ad inserire il fraseggio su crome a velocità straordinarie senza perdere il suono e senza creare buchi tra le note.)
    in pratica lo staccato legato e tanto altro ancora.
    provo anche io a rispondere alla domanda iniziale :
    certo che ciascuno suona a modo suo e non potrebbe essere diversamente,il problema è il risultato.
    se Coltrane affronta un tema bebop e lo fa alla sua maniera ha creato della bella musica?
    ha rispettato le regole?
    se per la prima domanda non ho dubbi per la seconda dovremmo prima stabilire "quali regole"

    mi ricordo a questo proposito di due seminari uno con Liebman (tta tta tta, tatatata tttatttattta ) ed uno con Barry Harrys (sul cromatismo e le regole su come inserirlo).
    un unico comune denominatore una tecnica straordinaria .
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  10. #10

    Re: charlie parker, TICO TICO

    :muro((((
    sono partiti in due
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  11. #11

    Re: charlie parker, TICO TICO

    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane
    :muro((((
    sono partiti in due

    tu e chi altro ?? :lol:
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    R&C R1

  12. #12

    Re: charlie parker, TICO TICO

    :oops: :lol: i messaggi
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