Nell'immaginario collettivo sia i Selmer vintage non sono mai stati considerati strumenti "scuri".
Molti degli strumenti che sono arrivati ai giorni nostri (compresi i vecchi Balanced Action) hanno subito riparazioni e modifiche nel corso del tempo... per adeguarsi a quelle che erano le necessità dei musicisti delle varie epoche.

Sono quasi sicuro che se andassimo a prendere un Mark VI "transitional" (a cui dovrebbe ispirarsi sulla carta il Reference 54) o un Balanced Action... e se li settassimo in una configurazione più vicina alla configurazione originale (con cui uscivano di fabbrica)... probabilmente a livello di suono le differenze sarebbero ben percettibili ma comunque limitate, mentre a livello di feeling (cioè come risponde lo strumento all'emissione... quindi non ergonomia) probabilmente le differenze sarebbero anche in questo caso limitate.
Tenete conto che sia Ref 36 sia Ref 54 montano risuonatori in plastica... che, al solito, tendono a "rallentare" lo strumento, nel bene e nel male.

Viceversa cambiando configurazione sugli strumenti (action più aperta, risuonatori in metallo... etc etc) probabilmente si andrebbe in una direzione diversa... e magari questi strumenti (Ref 36 e Ref 54) sarebbero stati più "compresi"... non dico apprezzati, ma almeno compresi.

A questo bisogna aggiungere che generalmente l'italiano medio cerca un Mark VI che suoni "grosso" e "potente"... per poi andare a montarci sopra un bocchino che lo rende più "scuro".
Forse, volendo essere più razionali... avrebbe più senso avere uno strumento "più scuro" e poi montarci sopra un bocchino "mediamente scuro" (o volendo "neutro"): ho sempre riflettuto su sta cosa... e non sono mai arrivato a una conclusione che fosse razionale...


Ah... la sfogatura c'entra poco... e niente.