Per le esperienze che ho fatto io con i miei sax posso dire che ogni strumento ha la sua azione e sopratutto la sua azione ottimale. Se uno vuole discostarsi dalla azione ottimale, ad esempio "più bassa" perchè gli pare di essere "più veloce a chiudere" può farlo ma "peggiorando la resa del sax" sia in termini di bellezza e pienezza delle note, sia in termini di potenza sonora. La regola che ne ho ricavato alla fine è questa: Più alta possibile senza creare problemi di intonazione e "allineameto". Dove per allineamento intendo la linearità ed armonia tra tutte le azioni delle chiavi viste nell'insieme: alcune chiavi si possono alzare molto perchè la loro conformazione fisica lo permette, altre molto meno se non ricorrendo a tecniche molto invasive come l'asportazione di materiale dal tallone o la piega (cosa che tendo ad evitare). I tamponi in posizione di apertura devono stare "idealmente su uno stesso piano" e si deve evitare in andamento a zig-zag. Dopo di fatto le differenze ci sono e possono anche essere sfruttate per compensare piccole magagne di intonazione che bene o male tutti i sax hanno..
Non voglio entrare assolutamente in polemica ma non sono d'accordo sul fatto che uno debba aspettare due-tre anni prima che il sax arrivi all'apice della sua forma. Una buona revisione da subito i suoi frutti.. nel mio caso una settimana. Ritengo più realistico che nei mesi successivi ad una revisione generale del sax si rendano necessari piccolissimi aggiustamenti/ritocchi per compensare le inevitabili deformazioni che si creano sui tamponi/sugheri nuovi.