Per comprendere a fondo un restauro di Messori occorre aver suonato lo strumento prima, e poi, suonarlo per qualche tempo.
Il set up di Messori, frutto di anni di esperienza e ricerca (sui materiali, sulla meccanica, sulla fisica, sui metalli...) anticipa già uno stato di usura ideale, considera già eventuali cedimenti degli spessori e dei feltri.
L'apertura delle chiavi è medio alta rispetto ad un set up standard. Ciò non toglie che Claudio può, ovviamente, settare uno strumento a piacimento del proprietario (ovvio che per certi strumenti oltre un certo limite non si può andare, se non limando le chiavi...).
Attualmente ho tre strumenti restaurati da Claudio, per fare un esempio, uno di questi pare avere la meccanica più chiusa degli altri, in realtà l'apertura delle chiavi è la medesima, cambia l'action e il posizionamento di quest'ultime. Si si ha dimestichezza con strumenti come SBA e MK VI penso si abbastanza pacifico che ognuno di questi strumenti è storia a se (come è abbastanza pacifico che uno SBA non è un mK 6...).
A me, invece, è capitato spesso che qualcuno provando i miei strumenti si sia lamentato dell'action troppo alta, il mondo è bello perchè vario.
Inoltre, non occorre considerare solo lo spessore del tampone, ma anche quanta colla c'è dietro!!! Tanti riparatori mettono uno sputo di colla su un tampone morbido, perchè?
Perchè così lo strumento chiude immediatamente senza tanti fronzoli, con camini anche disastrati. Un tampone più duro, con maggior colla e con un camino in ordine (rettificato a livello centesimale per intenderci), avrò maggior tenuta, maggior durata nel tempo e maggior possibilità di regolazione (sempre negli anni), viceversa la tenuta delle chiusre dipenderà esclusivamente dalla morbidezza del tampone utilizzato...ergo dopo due/tre anni, lo strumento andrebbe già ritamponato.
L'impostazione di Claudio è quella ottimale considerando tutti gli aspetti possibili, intonazione, proiezione, volume, colore della nota (ricordiamoci che alcune note del sassofono sono sfigate di suo).
Detto ciò, uno strumento restaurato da Messori dopo due anni di utilizzo intenso non necessita praticamente di nulla, non una vite da stringere, non una regolazione da ritarare se non qualche tampone da ritarare in considerazione di infinite cause (temperatura, umidità, ecc..).
Ciò è frutto di tantissimi fattori, non da ultimo grazie ad un serie di anticipi (che per alcuni, consentitemi la parola, "ignoranti") possono essere interpretati come errori.
Occorre poi considerare che i sax di Messori standard richiedono una pressione delle dita sulle chiavi leggermente superiore alla media (come detto prima uno puù in ogni caso chiederli di regolare lo strumento come più gli piace), sensazione che si avverte pienamente nel periodo di rodaggio.
Personalmente, ho sempre iniziato ad apprezzare a fondo i miei sax a distanza di due/tre mesi dal restauro, questo per superare il rodaggio iniziale che solitamente ritengo abbastanza traumatico nel caso di Claudio. Superato questo periodo....il sax vola. Il sax chiude ermeticamente, i tamponi vanno al loro posto naturalmente
Rimane un fatto, a volte su questo forum percepisco una scarsa onestà intellettuale, forse inconsapevole e non premeditata, ma se si è un sassofonista mediocre, si rimane tale anche con il miglior sax al mondo restaurato dal miglior riparatore al mondo, si rimane tale anche con 200 becchi e 100 mila ance diverse.
Senza offesa per nessuno, ma vedo che anch l'ultimo degli amatori spesso si prende la libertà di sindacare, commmentare e giudicare qualsiasi cosa, strumenti, becchi, produttori, riparatori, musicisti...dimenticando che dall'altra parte ci sono persone che hanno fatto di ciò la loro vita e la loro professionalità.