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Discussione: Renato Sellani, in un'intervista alcune curiosità

  1. #1
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    Renato Sellani, in un'intervista alcune curiosità

    Ho letto una parte di un'intervista a renato sellani, straordinario pianista col quale ho avuto la fortuna di poter suonare al concorso Massimo Urbani (anche se suonò abbastanza male con me...) e sono rimasto abbastanza stranito da certe curiosità sulla sua vita musicale, come in questi passaggi:
    "per me è rimasta un hobby non una vera professione perchè la musica mi stanca. Siccome cerco di farla in un modo piuttosto precisa secondo il mio carattere che è troppo sensibile. Io ho una sensibilità molto elevata, sento a distanza l'umore della platea.
    A parte che ho l'orecchio assoluto per cui un minimo di vibrazione inesatta non mi fa suonar bene.
    Basta che ci siano quattro persone che abbiano in testa delle cose negative nei miei confronti che già mi fan suonare male e allora la musica mi produce anche una certa tristezza. Poi c'è la mia più grande virtù: la pigrizia!
    Mi ricordo che quando non c'era la possibilità di viaggiare in aereo mi facevo, ad esempio, Milano - Brindisi in macchina o in treno...quando si è giovani andava anche bene ma ora...
    Poi, sinceramente...preferivo andare a vedere una partita a San Siro che fare un concerto...
    Ho avuto anche esperienze negative che poi porto sul pianoforte, diventa un frutto di tanti colori.
    Io non ho mai studiato piano, penso che sia un dono di natura il mio.
    Mi hanno fatto studiare la teoria ma sullo strumento non ho mai avuto neanche cinque minuti di lezione. Io vado nei conservatori a fare un concerto e loro non ci credono che non abbia studiato tra l'altro non ho mai avuto un pianoforte in vita mia.
    Poi, l'idea di passare 7/8 ore al giorno a studiare, come fanno i veri musicisti, e sottolineo veri, non mi ha mai allettato. Se mi viene in mente di comporre una cosa al momento, come mi è capitato oggi, allora la scrivo ma l'idea di studiare un pezzo...dopo averlo visto un po', basta, chiudo e vado via.
    Non ho il pianoforte ma ho una tastiera regalatami dalla Yamaha, che però non amo molto perchè non mi piacciono le cose elettroniche. Pensa, se un giorno dovesse venire un black out non si suonerebbe più!"

    chissà quanto c'è di vero!
    Tenore Grassi Ammaccato '77
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  2. #2
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    Re: Renato Sellani, in un'intervista alcune curiosità

    strano nessuno abbia letto queste cose
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    Tenore Conn Transitional '34
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  3. #3

    Re: Renato Sellani, in un'intervista alcune curiosità

    letto con interesse e preso atto.
    commentare ogni frase di R. Sellani richiederebbe un sacco di tempo a partire dal black out
    quindi sono sintetico e dico che il Sellani è per lo meno un tipo extravagante!

  4. #4

    Re: Renato Sellani, in un'intervista alcune curiosità

    L'intervista è più ampia, è di qualche anno fa ... 2003.... dice cose anche condivisibili (almeno per me) .....
    http://www.jazzitalia.net/articoli/int_ ... ellani.asp

    Questo passo dell'intervinta, potrebbe essere uno bello spunto di discussione .......

    DOMANDA:
    e sulla didattica? Un giovane che voglia fare jazz in Italia...
    RISPOSTA:
    Io non insegno perchè la mia coscienza mi proibisce di truffare qualcuno. Il jazz non si insegna, ripeto, è una lingua che va parlata con gli stessi che parlano la tua stessa lingua. Tutto il resto che è teoria, lettura, armonia, composizione ecc...lo fanno in qualsiasi Conservatorio.
    Non c'è motivo di aprire una scuola di jazz per dire che su Fa maggiore la dominante è Do 7. Questo la sanno tutti. Dizzy Gillespie mi diceva che per suonare jazz ci vogliono tre cose: lo studio, chiaramente, swing e cuore. Se mancano queste cose, non suonare jazz, suona musica contemporanea qualsiasi...il jazz il piedino un po' te lo deve far muovere...

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