Buono, più Lee Konitz che Charlie Parker, forse mi manca un po' il vibrato su un fraseggio così controllato, te ne gioveresti sulle note lunghe del registro medioacuto, la parafrasi del tema è interessante come la comprensione armonica dell'improvvisazione, bravo.
Quando si studia si è sempre un po' pippeh, se no non si studierebbe, io mi sento un paralitico davanti a un metronomo e a uno spartito, s epoi c'è anche un microfono vado in paralisi ipotermica e le dita rifiutano di reagire agli impulsi cerebrali, poi quando si suona davanti ad un pubblico ci si lascia più andare e va meglio.