Quoto, Riquoto e Straquoto nuovamente...e, se non lo avete capito, quoto Isaak :lol:

No, scherzi a parte, prendete in considerazione ciò che sto per dirvi. Non voglio mettermi nel piedistallo (proprio NO) però, io possiedo sicuramente uno tra gli strumenti più antichi e maturati tra tutti gli utenti di questo forum e posso assicurarvi che:

- la differenza tra uno strumento nuovo ed un vintage è abissale. Che si tratti del migliore tra i Selmer o tra il più "feccioso" delle cineserie, la struttura molecolare del tessuto cambia e molto più notevolmente di quanto si possa immaginare ( se poi prendete in considerazione il mio Sassofono, il quale fusto è argentato e per di più formato da connite, il processo è ancora più evidente ). I primi cambiamenti, si avvertono all'interno della campana. La linea al centro che si viene a formare, tende ad allargarsi come se fosse una crepa. Ed effettivamente il processo è omonimo: segue l'emissione dei suoni. I suoni, sono come la "chiazza" ma anche la spinta motrice del dilagarsi di tale impuritÃ*. ImpuritÃ* stessa che, a mio parere, oltre a sottolineare la maturazione progressiva dello strumento, arricchisce e spezza ( esteticamente ) la sinuositÃ* della campana medesima.
Ecco, questo è il segno dal quale si deve partire per riconoscere il vero " Vintage ". Posso assicurarvi che il mio Sassofono, per quanto giÃ* fosse stagionato, ha mutato e continua a mutare il suono progressivamente nel tempo. Tralasciando l'intesa che ormai ci lega :azzangel la sua flessibilitÃ* è aumentata vertiginosamente e le vibrazioni contribuiscono ad allargare come una spirale concentrica la chiazza di cui sto parlando.