la poetica di julius hemphill era portata all'estremo, viscerale e tutto cio' si ascolta bene nella proposta di marco bertozzi....ho riascoltato la proposta di ropie e devo dire che qualche tentativo di parola, di senso lo ho ritrovato....pero' le cose appaiono un po' sfaldate, poco chiare, probabilmente anche per la disomogeneita' dell'ensemble, intesa come varieta' di studi e di formazione.... boh non so forse tutto sarebbe piu' semplice riducendo il numero degli strumentisti, eliminando i doppioni e aprendo piu' silenzi...e' chiaro che la costruzione di un nuovo linguaggio e' impresa ardua...le cards era un vecchio sistema ,utilizzato pero' con notazione tradizionale, anche da Roscoe mitchell....