Capita frequentemente in jam free che qualcuno faccia delle figuraccie, per tante ragioni, principalmente perchè pur avendo tecnica non ha motivazione a scavalcare certi confini, per timidezza, normalmente è accettato lo stesso, non così nelle jam bop, dove ti si prendono le misure e molti storcono il naso se esci dalle righe, per inadeguatezza o per scelta espressiva.
Charlie Haden, (!!!) ha detto che quando ha cominciato a suonare con Ornette, non si sentiva abbastanza preparato per seguirlo nel suo pensiero musicale, lo descrive in generale come un colosso in grado di suonare su strutture complessissime con padronanza assoluta.
Suonare free non significa suonare a casaccio, in realtà è un'etichetta molto ambigua che raccoglie musicisti estremamente diversi, da Coleman a Braxton, da cecil Taylor a Albert Ayler, il principio del free non è l'assenza di forma o di struttura, ma la messa in discussione di certe forme e certe strutture, che comporta il conoscerle, inoltre c'è un'esplorazione del suono che richiede un lavoro non indifferente, oltre ad un fondamento culturale che non è solo musicale.
Un discorso diverso va fatto nei casi del mimetismo di alcuni musicisti, come me ad esempio :\\: , che hanno potuto suonare su un palco usando un margine di libertà del tutto anarchica per compensare delle carenze tecniche, ma anche così non è facile e neanche così casuale, bisogna saper colmare questo scardinamento con molta intenzione, raccontando comunque qualcosa di vero, reggere la parte insomma, un po' la differenza tra un urlo di dolore o di rabbia e uno strillo qualsiaisi, innestati su un canto.
Ma anche in contesti più ingessati c'è chi si mimetizza, suonando scale e pattern sulle progressioni, senza avere la mina concezione melodica o espressiva jazzistica, musicisti che possono suonare ad occhi chiusi giant steps o donna lee, ma alla fine hanno fatto degli esercizi vuoti senza significato anche se sono stati dentro la forma.
Trane diceva che se sei sincero puoi suonare anche la stringa di una scarpa.