Il basso Mark VI, contrariamente all'altissimo livello dei suoi "cugini" alto e tenore ha degli enormi problemi strutturali e molti esemplari non sono esenti da turbolenze e problemi di emissione-intonazione. Primo fra tutti una turbolenza fastidiosissima sul Si grave che oltre ad essere molto cupa rispetto al Sib o al Do tende a tremare in quanto sussistono vibrazioni parassite.

Il suono non è eccezionale: molto inscatolato e quasi "baritonale" cosa che purtroppo affligge anche i moderni selmer.
Ci sono notevoli problemi di intonazione soprattutto sulle prime note dell'ottava superiore che risultano molto crescenti, come anche le note centrali che sono molto calanti e chiuse (questo per il fatto che selmer ha adottato una forma più "compatta" ripiegando lo strumento su se stesso in modo più marcato e facendo si che la campana ostruisce i fori dei medi).

Altro difetto per uno strumento piuttosto "moderno" è l'estensione al mib acuto che è davvero limitante (anche il Buescher arriva al mib acuto, ma qui parliamo di uno strumento degli anni '20, se non precedente e con un suono francamente superiore). Anche la meccanica e l'ergonomia a parte il meccanismo dei gravi che risulta moderno, è piuttosto vetusta e antiquata (manca perfino il sib alternativo, quello tra si e la).

Il Buescher è "IL BASSO" per eccellenza, se non altro per il suono imponente e grasso. totalmente assenti sono i difetti relativi a emissione e l'intonazione è piuttosto stabile e omogenea.
Anche questo basso ha un'estensione limitata al mib, quindi se devi suonarci moderno è davvero dura ma non impossibile. Meccanicamente è ovviamente uno strumento degli anni '20, quindi piuttosto robusto ma di sicuro ostico ad un primo impatto. Nulla che non si possa risolvere con un pò di studio come da sempre ribadisco.

Per esperienza lascerei perdere le cinesate, per lo meno su strumenti estremi: il basso ha dei problemi strutturali oltre che acustici come ad esempio il peso eccessivo della campana che tende a ripiegarsi sul corpo dello strumento (è capitato col mio SAII figuriamoci con un cinese i cui materiali sono normalmente tuttaltro che robusti).

L'unico modello di sax basso "economico" che mi sento di consigliare tra i tanti che ho provato è il J'Elle Stainer: la stainer è una ditta specializzata su sax estremi (soprattutto bassi e contrabbassi). Normalmente la Stainer produce solo sax fatti a mano ma per il basso ha deciso di affidare la costruzione a una ditta cinese.
Parliamo sempre di strumenti da studio, ma il basso che avevo provato io era davvero molto performante e robusto. Il suono poi non era male per nulla. Ne esistono in due versioni: discendente al Sib e discendente al la grave. Di base sono delle copie del SAII, quindi estensione completa al Fa# acuto e ottima meccanica.

Se invece si vuol salire di prezzo su strumenti pro, fra l'olimpo dei bassi moderni c'è l'Eppelsheim (spaziale sia per la facilità d'emissione che per la meccanica, il suono non mi fa impazzire, ma siamo comunque su standard mostruosi) e fra poco ci sarà il basso R&C (ho già testato il corpo) che sarà un basso ispirato ai canneggi e alle forme del vintage ma con meccanica ultra moderna e alcune soluzioni che non posso rivelare.