Qualche settimana fa', preso dalla curiosità, ho acquistato un bocchino Theo Wanne Amma 9 (=0,120") in metallo per sax tenore: http://www.theowanne.com/Compare-AMMA.php
È il modello "centrale", sicuramente il più ricercato tra i Theo Wanne.
Riporto di seguito un paio di impressioni a caldo sperando che possano essere utili per gli utenti di questo forum (e non)

Come si presenta?
Il bocchino arriva in un pouch portabocchino in pelle (molto stiloso e piuttosto protettivo).
Gli altri accessori sono:
- la legatura Theo Wanne "Liberty", che si aggancia al bocchino mediante due vitine, con un piattelo (sul sito Theo Wanne è il piatello "Heavy Copper")
- un cacciavite a brugola per le viti della legatura
- un copribocchino che va a inserirsi al posto dell'ancia. Questo garantisce una ulteriore protezione delle parti "sensibili" del bocchino (una volta che il bocchino è stato riposto).
- un salvabocchino in gomma trasparente (durezza "medium" sul sito Theo Wanne) già "installato" sul bocchino
Il bocchino è uno dei modelli più recenti, fino a circa 2 anni fa'... il bocchino era fornito con un solo piattello, ora arriva con 2 piattelli

- Il materiale
Il bocchino è molto probabilmente in ottone con una placcatura molto spessa su tutto il bocchino.

- Estetica e finitura
Il bocchino è rifinito in maniera "eccellente": la tavola è perfettamente piatta, i binari e il ciglio sono rifiniti in maniera eccellente.
I binari e il ciglio come nella maggior parte dei bocchini moderni sono molto sottili, questo per massimizzare la larghezza della finestra al fine di prendere la maggior vibrazione possibile dall'ancia. Rispetto alla maggior parte degli altri bocchini la finestra è più lunga di un paio di millimetri a questo segue una maggior lunghezza della discesa: questo penso sia velocizzare il flusso dell'aria senza creare geometrie "spigolose".
Il facing è lungo (ma non lunghissimo) e ha un profilo parabolico (è tutto spiegato nel sito di Theo Wanne).
I binari sono internamente scavati in maniera in maniera piuttosto e confluiscono in una camera larghissima (True Large Chamber): il diametro della camera è più largo del diametro di innesto sul chiver. Poi la camera confluisce nel collo del bocchino.
L'interno del bocchino è molto complesso, specialmente il baffle, l'interno dei binari e la "discesa". Si notano molto bene i segni di lavorazione perfettamente simmetrici: questo bocchino è completamente fatto "a macchina" (con macchine molto precise... e costose).
Il bocchino non ricavato dal pieno, lungo l'esterno del bocchino si nota chiaramente che il bocchino è frutto di due microfusioni più l'incollaggio dell'anello finale del bocchino: questo metodo per esempio è lo stesso usato sugli Ottolink in metallo.
Sul "becco" del bocchino c'è una "sede" dove si posiziona il salvabocchino (che ha la stessa forma). In questo modo il salvabocchino non si sposta e l'altezza del becco rimane invariata (è una semplice questione di ergonomia nel modo di imboccare). Sul fondo della sede, c'è una preziosa incisione in rilevio (fatta a macchina).
Sul dorso del bocchino troviamo il simbolo stilizzato di Theo Wanne che congiunge le due lettere "T" e "W".
Alla fine del collo del bocchino troviamo un "anello" su cui sono incisi superiormente il nome del produtto ("THEO WANNE") e inferiormente il nome del modello ("AMMA").
Capovolgendo il bocchino alla base della tavola (dove si appoggia l'ancia) troviamo l'incisione di uno "scudetto" che riporta il codice seriale del bocchino e l'apertura (in questo caso "9" = 0,120").
Sul bocchino non ci sono tracce di lavorazioni fatte a mano, ogni incisione è fatta a macchina e con grande probabilità anche la finitura.
Voglio sottolineare che le incisioni sono di grande pregio.

Come suona?
Faccio una premessa importante: il bocchino l'ho testato sul mio sax tenore (un R&C R1 Jazz).
Su questo strumento il bocchino è praticamente inusabile per via della volumetria della camera che, andando a interferire con l'imbocco del chiver, non rende possibile una corretta intonazione senza aver gravi problemi di emissione/suonabilità. In sostanza per avere la corretta intonazione sul R1 Jazz, il bocchino va inserito fino alla fine del sughero. Così facendo, l'imbocco del chiver si trova già diversi millimetri all'interno della camera, con tutti gli effetti negativi che si possono facilmente intuire: resistenza elevatissima e sustain inesistente.
Per risolvere il problema, andrebbe segati via i primi 6/7 mm del chiver, cosa che non mi sento di fare ed è per questo motivo che ho venduto a malincuore il bocchino qui recensito.
Per l'attendibilità della recensione, le considerazioni sono fatte posizionando il bocchino in modo che non desse i problemi appena descritti, quindi con una intonazione complessiva calante del 20% circa. Questi problemi non si riscontrano su strumenti con un canneggio "più tradizionale" del tenore R&C R1 Jazz.


Come sempre è la parte più diverte della recensione... come non potrebbe! :lol:
Il bocchino suona in maniera totalmente diversa da qualsiasi bocchino presente sul mercato o prodotto negli anni passati, è un design originale e non ha corrispondenti in termini sonori.
Lo spettro sonoro è molto completo, il bocchino non è né troppo scuro né troppo brillante. Il suono è complessivamente molto omogeneo.
La potenza sonora è decisamente notevole considerando che non è un bocchino "spinto".
La richiesta di aria è maggiore rispetto alla maggior parte degli altri bocchino, questo è dovuto alla grande volume interno della camera. Questo sforzo è comunque ben ricompensato dal suono che esce fuori.
La cosa che salta più all'occhio è la grande quantità di medio bassi e la definzione. Ovviamente questo si paga in termine di complessità sui medi, il suono è piuttosto scavato sui medi e ce se accorge nel mezzo della seconda seconda ottava: si sente una sorta di sensazione di vuoto.
Sullo strumento che ho usato per la prova (tenore R&C R1 Jazz, che per filosofia è povero di quei medi che l'Amma va ulteriormente a attenuare) questa sensazione è ben presente, molto probabilmente su strumenti decisamente più ricchi sui medi (Selmer, Yamaha) questa sensazione è molto meno evidente (e probabilmente anche un po' piacevole).
La quantità dei medio bassi nel suono è impressionante e sul R1 Jazz l'enfatizzazione di queste frequenze è abbastanza inutile, può diventare anche deleterea nel momento in cui si suona "amplflicati" per quelle frequenze vanno a levare intelleggibilità a tutto il resto: anche in questo caso, strumenti più "asciutti" come suono (o comunque con un suono meno "grasso" dei R&C) potrebbe risentire in maniera positiva dell'amplificazione di quelle frequenze (unita all'attenuazione dei medi).
La legatura è fissata sul bocchino mezzo di 2 viti (è fornito di serie un apposito cacciavite a brugola per queste vito) che vanno a innestarsi su apposite serie di fori create ai lati del bocchino, appena sopra la tavola del bocchino.

Ci sono 5 serie di fori, questo permette di avere un posizionamento fisso (su 5 posizioni disponibili) della legatura sul bocchino e di conseguenza si può variare il modo di serraggio dell'ancia sul bocchino, andando a ottenere una ripartizione di resistenza tra i vari registri diversa a seconda della posizione della legatura sull'ancia... e quindi vanno a influenzare il suono. A fermare l'ancia ci pensa un piattello che si può sostituire acquistando l'apposito set di piattelli alternativi: ognuno di questi piattelli fornisce una sonorità diversa.
Non ho particolarmente apprezzato il funzionamento effettivo della legatura: l'impressione è che l'ancia venga "strizzata" in maniera eccessiva con un conseguente aumento di resistenza.
Ogni volta che ho cambiato ancia, stringevo la legatura (con l'ancia sotto) e poi la svitavo di pochi gradi fino a quando trovavo il giusto equilbrio tra serraggio corretto e resistenza. Meno è dura l'ancia, meno evidente è l'effetto del serraggio (forse eccessivo) della legatura.
Svitando e avvitando la legatura vengono sollecitati dalle viti i fori laterali quindi, in ogni caso, bisogna stare attenti a quanto si stringe altrimenti c'è il rischio di danneggiare sia i fori sia (in casi estremi) la tavola dove si appoggi l'ancia.
Ho trovato un po' macchinoso regolare la legatura (una volta fissata in posizione). La "difficoltà" sta nel centrare piattello rispetto alla tavola. Se la legatura non è fissata in modo tale che il piattello sia centrato rispetto alla tavola, andando a stringere la legatura il piattello va posizionare l'ancia in maniera non centrata (rispetto alla tavola e alla finestra) e il suono un po' ne risente perchè (come detto) il bocchino ha binari molto sottili e finestra molto larga.


Considerazioni finali
Il bocchino qui recensito è un bocchino "altamente professionale" quindi alcune caratteristiche sono valutabili oggettivamente ma le differenze che possono far amare o odiare un bocchino come questo sono esclusivamente soggettive e vanno ricercate nel modo e nell’impostazione del “suonatore” e di conseguenza nel suono che si riesce a tirare fuori da questo bocchino.
È un bocchino sicuramente diverso da qualsiasi altro bocchino in circolazione (moderno o vintage, costoso o economico). Ritengo che chi vuole acquistare un bocchino del genere debba farlo perchè cerca le caratteristiche in "termini sonori" che questo bocchino può dare.
I bocchini di Theo Wanne sono frutto di una attenta ricerca sia in campo sonoro sia in campo tecnologico: sono bocchini che sono costruiti in maniera estremamente precisa con macchine estremamente precise, macchine che comunque non lavorano da sole. Questo va in parte a giustificare il costo del bocchino nuovo.
Questo bocchino non presenta nessun difficoltà nel suonarlo a patto di essere in grado di adattarsi alle peculiarità costruttive di questo bocchino.
Non è decisamente adatto per neofiti (neanche optando per aperture più chiuse dell'esemplare qui recensito, un 9=0,120"). Per suonarlo con successo, è comunque richiesta una ottima respirazione diaframmatica. In generale un bocchino che per via della camera enorme mette in evidenza tutti i difetti nell'impostazione: è un arma a doppio taglio.
Non è adatto per sassofonisti con una impostazione "classica" e assolutamente non adatto a raggiungere un suono "classico".
La resistenza non è bassa né alta però la richiesta d'aria è notevole, per più di qualcuno questo potrebbe rappresentare uno scoglio non indifferente. È inutile avere un bocchino con queste peculiarità e non essere in grado di sfruttarlo, in quel caso meglio optare con un design più tradizionale ma che sia sfruttabile in maniera completa!
Il bocchino ha un costo nuovo decisamente elevato (550€ su Sax&Dintorni.it ), il corredo è completo (magari qualche salvabocchino in più non guasterebbe).
Non sono assolutamente di dire se il bocchino "nuovo" vale tutti quei soldi... però comprandolo ci si porta a casa un pezzo unico nel suo genere e anche un bellissimo oggetto di design (il bocchino fa la sua figura, da solo, appoggiato su tavolo).
Filosoficamente, secondo me, l'obiettivo di questo bocchino (e in generale l'obiettivo di Theo Wanne) è quello di produrre un suono "americano" con uno strumento "francese". Se realmente l'obiettivo era questo, posso affermare che è stato perfettamente raggiunto.
Il rovescio della medaglia è che su strumenti con suono "americano" (come lo strumento usato per provarlo) i risultati in termini sonori potrebbero essere non esaltanti (e non all'altezza dei soldi spesi per avere un bocchino simile) se il fine è quello di mantere un suono "equilibrato" (cosa che ritengo fondamentale).
Personalmente, questo bocchino ritengo che questo bocchino vada inserito tra quei bocchini che vanno necessariamente provati prima di acquistarli al fine di evitare insoddisfazione personale ed enorme spreco di soldi. In generale tutti i bocchini andrebbero provati, però al giorno d'oggi alcuni bocchini (oltre ad aver raggiunto un grado di precisione costruttiva elevatissima, anche a costi molto abbordabili) hanno caratteristiche sonore (e timbriche) talmente standard (e spesso ricercate, vedi le copie degli Ottolink Slant), che spesso una prova pratica potrebbe essere meno significativa rispetto a bocchini come quelli di Theo Wanne che sono "unici" nel loro genere.


Per i più curiosi, qualche foto: http://fotoalbum.virgilio.it/tzadik/tw_amma_9/