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Discussione: Come si impara a suonare il jazz?

  1. #1

    Come si impara a suonare il jazz?

    Una riflessione su come si impara a suonare il jazz e su come sviluppare un proprio originale linguaggio musicale.

    http://www.leoravera.it/2014/10/09/c...onare-il-jazz/

    Grazie in anticipo a chi vorrą intervenire

  2. #2
    sono arrivato ad una considerazione,in base all'esperienza e all'etą...sviluppare un proprio linguaggio espressivo nell'ambito della musica e non solamente nel jazz,io preferisco riferirmi sempre al concetto di Musica Totale,significa portare alla luce il proprio vissuto ed i propri ascolti...lo studio dello strumento e della tecnica e del suono aiuta a far "tracimare" questo linguaggio...č come se ognuno di Noi ha gią al suo interno,nel proprio vissuto,conscio ed inconscio,la propria musica...io personalmente ho dentro di me musica lirica,musica mediterranea,napoletana della tradizione,musica classica,musica jazz,avanguardia e tradizione e questo bagaglio sonoro deriva anche da ascolti prenatali e tramandati geneticamente...il mio tentativo č quello di farli affiorare nel mio linguaggio con lo strumento ed averne consapevolezza e contestualizzandoli nella terra e nei tempi che vivo...ognuno di Noi ha dentro di sč la propria musica e lo studio aiuta a condividerla con chi ascolta e chi suona con Noi...il suono,la nota, il fraseggio,la citazione precede di pochi attimi nella mente prima di passare sullo strumento...consapevolezza,umiltą e dedizione e disciplina sono la ricetta per arrivare al proprio linguaggio e alla propria espressivitą...secondo me riprodurre in maniera asettica stili e patterns dei grandi non porta a nulla se non ad una fredda,perfetta inutilitą artistica...interessante come al solito l'articolo del Maestro Leo Ravera e spunto di riflessione...

  3. #3
    Sono d'accordo con Gianni ed in parte con Leo. Aggiungo solo alcune riflessioni : anche i maestri hanno studiato per imitazione. Un po di giorni fa studiavo un brano mainstream e ascoltavo diverse versioni. Dexter Coltrane Davis Brecker Berg Odorici Blake Aldana Lovano Tutte le versioni belle, alcune commoventi stupende altre un po meno per il mio gusto ma un dato era comune : alcune soluzioni assolutamente identiche. Questo dimostra in maniera evidente che lo studio della tradizione nel caso dei musicisti citati č un fatto assodato. Esistono poi una serie di regole condivise la cui conoscenza č un altro elemento certo. E l' innovazione dove sta? A questa domanda non č facile dare una risposta ma prendo ad esempio uno standar suonato da un maestro per esprimere il mio pensiero . In a sentimental mood eseguito da Trane : affronta un semplice standard, č innovativo? Forse no. Č meraviglioso? Per me si.
    Altro aspetto che ritengo fuorviante č far coincidere il proprio gusto personale con un principio di veritą. La contrapposizione tra i musicisti ha poco senso. A me piace Urbani non sempre alla stessa maniera come Cafiso. Ma non considero per nulla l'uno innovatore l'altro ......
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  4. #4
    Citazione Originariamente Scritto da Taras Visualizza Messaggio
    sono arrivato ad una considerazione,in base all'esperienza e all'etą...sviluppare un proprio linguaggio espressivo nell'ambito della musica e non solamente nel jazz,io preferisco riferirmi sempre al concetto di Musica Totale,significa portare alla luce il proprio vissuto ed i propri ascolti...lo studio dello strumento e della tecnica e del suono aiuta a far "tracimare" questo linguaggio...č come se ognuno di Noi ha gią al suo interno,nel proprio vissuto,conscio ed inconscio,la propria musica...io personalmente ho dentro di me musica lirica,musica mediterranea,napoletana della tradizione,musica classica,musica jazz,avanguardia e tradizione e questo bagaglio sonoro deriva anche da ascolti prenatali e tramandati geneticamente...il mio tentativo č quello di farli affiorare nel mio linguaggio con lo strumento ed averne consapevolezza e contestualizzandoli nella terra e nei tempi che vivo...ognuno di Noi ha dentro di sč la propria musica e lo studio aiuta a condividerla con chi ascolta e chi suona con Noi...il suono,la nota, il fraseggio,la citazione precede di pochi attimi nella mente prima di passare sullo strumento...consapevolezza,umiltą e dedizione e disciplina sono la ricetta per arrivare al proprio linguaggio e alla propria espressivitą...secondo me riprodurre in maniera asettica stili e patterns dei grandi non porta a nulla se non ad una fredda,perfetta inutilitą artistica...interessante come al solito l'articolo del Maestro Leo Ravera e spunto di riflessione...

    sottoscrivo parola per parola.
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
    V16 T7 hr, , STM 7* (by Simone Borgianni)
    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

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