Non sono un esperto, ma posso dirvi l'idea che mi sono fatta dopo più di 40 anni che suono clarinetto e sax (senza però essere un professionista).
Ribadisco quanto si è giÃ* detto in questo ed in altri topic e cioè :
- l'ancia dovrebbe essere in linea con il bocchino, se leggera tirarla un pò più su se dura più giù
- la fascetta più giù o su può regolare la superficie di vibrazione dell'ancia ma in maniera limitata
- inumidire l'ancia prima di suonare
- dopo suonato asciugarla (basta passarla sul dorso della mano) e riporla in una custodia in piano per evitare che la punta cominci ad ondulare
- tecniche di ritocco dell'ancia sono solo per esperti
- è vero che la durata dell'ancia dipenda dal tipo di canna usata come per il tipo di legno per i violini stradivari. Quando frequentavol il conservatorio (peraltro mai terminato), il mio maestro mi portava delle ance fatte a mano dall'Olanda. Erano quasi tutte buone, ma la caratteristica era che duravano con la stessa resa anche per più di un mese.
- riporre da parte le ance buone per eventuali suonate in pubblico è giustissimo, ma tenete conto che un'ancia vi può lasciare da una suonata all'altra, dipende appunto dal tipo di fibra con cui è fatta.
- un ancia è da buttare quando è diventata troppo leggera (fischi o note che non escono) o ha un suono sgraziato
- un ancia molto dura si può provare ad usarla magari 5 minuti al giorno, finchè non cominci a suonare senza fatica, ma spessissimo quando comincia a suonare è da buttare
- suonare da soli con ance fasulle per non sprecare le buone non è una buona regola. Alla fine ci si avvilisce, perchè la cosa più bella del sax è proprio il suono.
Scusate la prolissitÃ* e spero che la mia, del tutto personale, esperienza possa essere utile a coloro che hanno iniziato da poco.
Non conosco il libro citato in precedenza e quindi spero di non avere detto cavolate.
Ciao ed auguri a tutti.