Le differenze ci sono e sono notevoli.
E' anche un po' difficile parlarne via web...è un argomento delicato e serio.
Io posso dirti che professionalmente mi considero un jazzista, ma credo che un diploma sia un attestato di professionalità e di cultura musicale che oggi un professionista debba avere, quindi mi sono anche diplomato da privatista al Conservatorio.
Capacità di esecuzione tecnica, lettura a prima vista (con e senza trasporto) sono cose che il musicista deve avere punto e basta e non dipendono dallo stile musicale verso cui è orientato.
Cio' che cambia è il percorso tra i 2 stili musicali ,ovviamente è possibile fare ambedue le cose, ma secondo me a 2 condizioni.
1 Bisogna avere molto tempo per studiare e farlo ogni giorno, almeno 4 ore
2 Ad un certo punto bisogna scegliere (magari dopo il diploma , almeno avremo "messo un punto a livello di avere un titolo") cosa ci interessa di piu' e quindi come vogliamo specializzarci come musicisti.
Se infatti andiamo in profondità e scaviamo nella musica l'essere un bravo professionista di uno o dell'altro orientamento va ben oltre il percorso tecnico.
Nella classica ad es, c'è un'infinità di repertorio da studiare , praticamente per come la vedo io il diploma è l'inizio, non l'arrivo.
Nel jazz anche , per essere un discreto professionista dovremmo scavare bene nel fraseggio, trascrivere soli, studiare l'armonia, e fatto molto importante, anche qui costruirci un repertorio di almeno un centinaio di standards a memoria.
Poi esistono percorsi ibridi, cioe' musicisti che suonano in senso "moderno" e non spiccatamente jazz, o anche sassofonisti che navigano nel mondo classico, ma non sono esecutori o solisti spiccatamente di quell'estrazione.
Ovviamente ognuno deve seguire cio' che sente, cmq le differenze ci sono e piu' che rilevanti!
Inoltre anche riguardo alla tecnica i set up utilizzati sono diversi e la specificità della tecnica è diversa, il modo di articolare le frasi e di stare sul tempo è molto diverso.