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Discussione: Intervista doppia Joe Lovano e Orfeo Borgani

  1. #1

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    Intervista doppia Joe Lovano e Orfeo Borgani

    Ciao,

    Questa mi era sfuggita. Dovrebbe essere stata realizzata l'estate scorsa, durante il seminario di Lovano a Macerata. Il musicista e il costruttore del suo strumento duettano su improvvisazione, studio della musica, e sul rapporto tra musicista e strumento.

    http://www.qculturae.it/index.php/ho...ono-a-macerata

    Paolo

  2. #2
    bella e interessante, inoltre Lovano dice "Potremmo sintetizzare il tutto così: quando senti dei musicisti che suonano alla maniera di qualche altro che hai già sentito, secondo me, non stanno improvvisando veramente, ma stanno suonando semplicemente ciò che al momento si ritrovavano a studiare."

    Mi incuriosisce il discorso delle7 gradazioni di suono, vorrei saperne di più...oltre al fatto che indichi le finiture



    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
    V16 T7 hr, , STM 7* (by Simone Borgianni)
    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  3. #3

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    La storia delle sette gradazioni di suono credo si riferisca alle sette leghe con cui Borgani rifinisce per trattamento galvanico i suoi strumenti. Ogni lega darebbe allo strumento una particolare sonorità (pura con l'oro, potente e grezza con l'argento, "vintage" con le superfici perlate e la finitura vintage, elegante e pura con l'oro rosa...).

    Le riflessioni sull'improvvisazione di Lovano mi sembrano molto interessanti proprio in relazione all'idea di "creazione di un sound". Non è solo questione di suonare le note giuste, ma di innescare una "comunicazione spirituale", di "raccontare se stessi" in una sorta di "comunione con gli altri musicisti".

    È un musicista di straordinaria bravura che invoca un po' meno esibizione di bravura, meno prevaricazione, e più ascolto reciproco. Inevitabile, come dice, in una musica di incontro tra culture e generazioni come il jazz.

    Paolo

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