Il mio punto di vista è questo:
Il jazz è stato l'espressione di un mondo che non esiste più, ma che ha lasciato una traccia musicale importante, legata alla libertà e a un mistero che è lo stesso di tutti i musicisti che trovano un'avventura e ancora si stupiscono.
Brecker ha fatto qualcosa che prima non esisteva, e che ha portato furi dal solco della tradizione vivente lui e quelli che hanno applicato la sua via; ha trasformato un organismo vivente in un sistema meccanico, un po' come il passaggio dall'analogico al digitale, decisamente più pratico se si vogliono ottenere efficienza e preparazione, ma deve sempre simulare il calore.
Questo lo dicono le mie viscere, lo dice la mia sensibilità umana e musicale e lo dice un senso di fratellanza che sento con certi musicisti, indipendentemente dalla loro grandezza e di perfetta estraneità che sento con altri.
Ecco, un esempio, due che non stanno in cima alle mie classifiche positive o negative; Sanborn che non mi acchiappa e Woods che lo fa abbondantemente
http://www.youtube.com/watch?v=UaRttxvBNp8