
Originariamente Scritto da
KoKo
è che io penso che i musicisti debbano sempre ascoltarsi e supportarsi, ma in qualunque tipo di musica.
il rischio poi lo considero fondamentale nel processo artistico.
quello che dice daniele lo capisco bene, trovo il suo approccio molto onesto e sincero e azzeccato il riferimento a Shorter.
Certo, sono cose che si possono fare con persone che si conoscono, con cui c'è un'affinità, ma come ho detto prima per me è una condizione imprescindibile.
Tempo fa ho passato per varie motivi un paio di giornate a contatto col quartetto di Binney e c'era Brian Blade alla batteria.
gli hanno posto una domanda un po' tecnica, su come si approcciare al "time stretching"...lui con un candore imbarazzante ha risposto che si tratta solo di avere fiducia nelle persone con cui si suona.
per me funziona cosi', è un buttarsi sapendo che c'è l'altro a sostenerti (e viceversa).