Senza voler offendere nessuno: secondo me vi fate troppe storie... :lol: ... non si può ascoltare e basta? senza andare a pensare cosa volesse fare uno, cosa pensasse nel momento in cui suonava... che scale o pattern facesse, se faceva 52 note o 54 al secondo, se fosse un metro di paragone per gli altri... se avesse un'anima o 2 teste, se avesse le ditta paralizzate ma suonava col cuore... se il fumo della sala gli offuscasse la vista... se trasportava nella sua musica il profumo delle violette dei campi da cui era passato 5 giorni prima... ma siamo più semplici, suvvia!... (questa è la mia opinione eh!... se uno si diverte a scervellarsi su ipotesi e analisi matematiche... buon per lui)... io ho un approccio più diretto: mi piace - non mi piace: ma a pelle, non per analisi del DNA...
Mi piace per un verso la disarmante semplicità di un Chet Becker (non so neanche se si scriva così ;) ) e da un altro la tecnica di Di Battista... mi piace per un verso l'inesplorato di Coltrane e per un altro la poesia di Urbani...
Poi ci sono brani di questi artisti che non mi piacciono... ma questo non vuol dire che in quel momento diventino "sterili" o freddi o impersonali: sono semplicemente fuori dal mio gusto in quel momento...
Ciao.