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Discussione: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue Monk

  1. #16

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    Di Battista non ha suonato, il perché non lo so, ma lo immagino..
    resta il fatto che Dalla è un grande artista.
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  2. #17

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    Beh immaginavo che l'attenzione si sarebbe decentrata ovviamente su Di Battista...

    Ma l'avete sentito suonare nel disco Parker's Mood....io ho il disco originale...con Kenny Barron al Pianoforte e una ritmica mostruosa.
    In quel disco si sentono le sue potenzialità sonore, soprattutto il controllo su tutta l'estensione, e sull'altissimo.
    Dai pianisti è considerato molto più di Rosario Giuliani - credo lo chiamino il pitbull - (che io preferisco per il fraseggio) per l'originalità.

    Tornando a Lucio Dalla, :fischio: al clarinetto è molto a suo agio, a mio parere. Poi per fare Jazz bisogna studiare, scomporre e ricomporre/inventare almeno 30 ore al giorno. :D-:
    Segretario
    del King Super 20 Owners Club

  3. #18

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    Citazione Originariamente Scritto da tzadik
    Il punto è che questi concerti... sono delle "marchette"!

    Dalla, jazzisticamente parlando, è praticamente inesistente... e i soldi li ha fatti suonando altro: non è un professionista del jazz, è un professionista del "pop".
    Se poi aveva il potere economico per suonare del jazz con dei grandi professionisti del jazz... è un altro discorso.

    Dualmente... se Di Battista non suonasse come suona (e in quel video semplicemente non suona), di sicuro non godrebbe dalla fama che ha e non avrebbe il curriculum che ha... e non avrebbe fatto i soldi che ha fatto.

    Secondo me... un confronto "tecnico" tra Dalla e Di Battista non ha proprio senso.
    che questo concerti sono delle marchette posso pure essere daccordo....che tra di battista e dalla non ha senso "oggi" un confronto tecnico sono daccordo....non sono tanto daccordo quando dici che dalla jazzisticamente è inesistente....Dalla nasce jazzista...in poco più di sei mesi che suonava spazza via da un gruppo jazz professionistico Pupi Avati come solista al clarinetto (che tra l'altro come dice lui stesso ...questo ragazzino mi fece capire la differenza tra talento e passione) ....che poi sia diventato un professionista del pop non c'è dubbio, ma se avesse fatto tutta la vita il jazzista, sarebbe stato di sicuro un jazzista bravo.....ma più povero.....ah per finire tra gli altisti italiani non c'è storia...il più grande è Giuliani.....
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    http://www.youtube.com/user/darionic1?feature=mhee

  4. #19

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    il vecchio e un po' stucchevole vizio dei feticisti di uno strumento: scambiare l'abilità tecnica per valore artistico, farne un fine e non un mezzo. Di Battista è un atleta dello strumento, con un fraseggio asettico e noiosissimo, tutto muscoli ma senza un goccio di anima. I milioni di note che ha suonato nella sua carriera non ne valgono una non dico di Parker ma neppure di Art Pepper. Dalla è stato uno straordinario musicista, pop certo, ma pur sempre un musicista (del resto, anche Cole Porter, Kern, Arlen o Rodgers facevano musica leggera, ma che genialità compositiva e che raffinatezza armonica!). Di Battista, invece, è un solo abile mestierante.
    Eddie Henderson stava attraversando un periodo di crisi, incontrò Davis e gliene parlò. Dopo averlo ascoltato un po' distrattamente, Miles lo fissò negli occhi e gli disse: "Il tuo problema è che suoni la tromba, prova a suonare la musica e vedrai che tutto cambia"...
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  5. #20

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    A rilke,
    I gusti sono gusti.
    Ma dire a Di Battista, senza anima, è veramente una grande cazzata!!!!
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  6. #21

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    E ancora più cazzata, dire,
    Abile mestierante!
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  7. #22

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    Mi scuso per i toni coloriti, ma certe affermazioni davvero sono troppo,rispetto i gusti di tutti pero, parlare male e nn essere obiettivi proprio no!
    Sax alto Grassi "Professional" (Made in Italy) in vendita: http://saxforum.it/forum/showthread.php?19933

  8. #23

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    Il punto è che quello era un concerto jazz... non un concerto pop... e quindi è normale fare certe valutazioni.
    Non c'entra niente "valore strumentale contro valore artistico".

    La tecnica è uno strumento che serve per esprimersi... chi non ha tecnica si esprime con la tecnica che ha, chi ha la tecnica può scegliere quanta usarne e in quel contesto Di Battista ne ha usata poca.

    Guardando la cosa da un visione più sassofonistica... più tecnica hai, più lavori, meglio vivi.
    Se non hai la tecnica... o c'hai il marketing o ti serve qualcuno che abbia il marketing... e diventi ricco.

    Se hai la tecnica e il marketing (curriculum e storia)... diventi ancora più ricco.

  9. #24

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    Citazione Originariamente Scritto da Rilke
    il vecchio e un po' stucchevole vizio dei feticisti di uno strumento: scambiare l'abilità tecnica per valore artistico, farne un fine e non un mezzo. Di Battista è un atleta dello strumento, con un fraseggio asettico e noiosissimo, tutto muscoli ma senza un goccio di anima. I milioni di note che ha suonato nella sua carriera non ne valgono una non dico di Parker ma neppure di Art Pepper. Dalla è stato uno straordinario musicista, pop certo, ma pur sempre un musicista (del resto, anche Cole Porter, Kern, Arlen o Rodgers facevano musica leggera, ma che genialità compositiva e che raffinatezza armonica!). Di Battista, invece, è un solo abile mestierante.
    Eddie Henderson stava attraversando un periodo di crisi, incontrò Davis e gliene parlò. Dopo averlo ascoltato un po' distrattamente, Miles lo fissò negli occhi e gli disse: "Il tuo problema è che suoni la tromba, prova a suonare la musica e vedrai che tutto cambia"...
    ...concordo su molti punti...penso che di Battista abbia molte qualità, ma penso anche che sia stato sopraffatto dalla sua stessa tecnica straordinaria. Migliaia di note suonate a velocità supersonica. con articolazione perfetta e intonazione da diapson, ma molta ripetitività nel fraseggio e poche note che sfondano come proiettili blindati...l'alto non è uno strumento che mi fa impazzire, ma ripeto Rosario Giuliani è un'altra cosa e il suo sax mi entra dentro nell'animo....
    http://www.youtube.com/watch?v=NL82Vrvw-Tc
    guardate questo video è un concerto da markette come dice Tzadik...ma il solo di Giuliani è molto ma molto più interessante di quello di Di Battista che, non solo fa qualche chorus in più rispetto a quelli stabiliti( e questo è stata la causa della lite tra i due), ma ripete almeno 5-6 volte la stessa frase....poveretto il primo sassofonista (Greg Abbate) che ha dovuto suonare con questi due mostri sacri... :lol:
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  10. #25

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    @xavabal: sul concetto di obiettività, concetto molto ma molto problematico, mi sembra che tu abbia idee molto basiche (pari, del resto, e lo ribadisco, alle capacità artistiche del mediocre Di Battista, un buon session man, nulla di più). Affrontare poi una discussione, limitandosi a replicare alle opinioni altrui bollandole come "cazzate", la dice lunga sulla forza delle tue argomentazioni, chapeau!
    @tzadik: a te rispondo più volentieri. La mia voleva essere una modesta riflessione di carattere estetico, niente di più. Tu fai un ragionamento, anche condivisibile, di industria culturale, per dirla con Adorno. Si tratta di approcci completamente diversi. Per dirla in soldoni, Michael Brecker è stato probabilmente il più virtuoso sassofonista degli ultimi decenni. Tuttavia, non c'è un solo suo lavoro (ma neanche un brano) che possa essere inserito nel canone delle grandi opere della musica jazz. Ornette Coleman o Albert Ayler non brillano certo per tecnica, intesa in senso scolastico o accademico, eppure hanno fatto la storia della musica, in senso lato, del Novecento.
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  11. #26

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    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    ... a me Di Battista piace... e parecchio pure... definirlo senza anima lo trovo un puro parere personale.
    Comunque sia: se a me piace uno senz'anima il fatto che a qualcun altro piaccia o meno non mi tange...
    vorrà dire che io continuerò con i miei ascolti e l'altro con i suoi... (che mi torna? )...
    evviva i sassofonisti senz'anima! :lol: ... (evviva pure la libertà). Ciao
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  12. #27

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    @darionic: nel video sembra quasi che Abbate faccia fatica ad articolare e a stare sul tempo (è palese alla fine dell'esposizione del tema).
    Giuliani fa un solo meno tonale e più personale.
    Di Battista fa un solo più didascalico o didattico.
    Se poi andiamo a vedere i soli di Parker... troviamo una miriadi di pattern quasi uguali che si ripetono.

    Se dobbiamo metterla in termini di "cuore", il più avanti era Urbani... e trasmetteva di più.

    @Rilke: il tuo limite sta nel voler giudicare musica suonata/prodotta/concepita in questi anni, con musica suonata 50/60 anni fa'.
    Riguardo a Brecker... non sto a discutere, ascoltando "Timeline" e "Wide Angles"... tutto quello che dici su di lui, và in frantumi, anche usando un metro di valutazione non adatto alla periodo in cui è stata registrata quella musica... anche non apprezzando Brecker (come musicista e come "innovatore" dello strumento).

    Ornette e Albert Ayler hanno portato un approccio diverso nel fare musica... ma comunque lo stile jazzistico che proponevano era quasi di nicchia e rimane di nicchia. Poi Ayler è morto e la musica di Ornette ha perso tutto il suo potere rivoluzionario.
    Ovviamente il genere Ayler e Ornette che proponevano era comunque funzionale al periodo storico in cui è stato prodotto, supportato da un certo tipo di critica (musicale) e da un certo clima politico.

    Se poi facciamo ragionementi in termini di "industria musicale"... per approcciarsi allo studio del jazz, si va ancora a parare sui fondamentali: Parker e Coltrane e poi tutto il resto.

    La musica è espressione di quello che succede attorno al musicista... però in alcuni casi il messaggio musicale può essere talmente completo, intenso e autoreferenziale che sopravvive anche se lo si sposta dal periodo storico in cui è stato prodotto (questo è tipico per certa musica classica ed è tipico per certi stili gezzistici).

  13. #28

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    @tzadik: ti rispondo sommariamente solo su alcuni punti, c'è molta carne al fuoco ed è impossibile affrontare in un post argomenti così complessi. 1) Rimango convinto che Brecker sia un artista minore (sono comunque in buona compagnia: non c'è un solo testo serio di estetica musicale che lo prenda in considerazione). Dotato di una preparazione tecnica mostruosa, Brecker è in grado di fare qualsiasi cosa abbia in mente grazie alla sua abilità, è a suo agio ovunque, sia in un brano di Paul Simon o degli Steely Dan sia con Hancock o Metheny. Peccato che tutta questa cornucopia tecnica si realizzi spesso (sempre?) in registrazioni immacolate ma noiosissime, curate fino allo spasimo ma asettiche come una sala operatoria hi-tech. A mio avviso, tutti i suoi album solisti sono una gelida esibizione di passaggi sassofonistici in acciaio temperato all'interno di un paesaggio musicale leccato fino al manierismo più stucchevole. Nonostante le modulazioni raffinate e indubbiamente scaltre, gli arrangiamenti sempre calibrati al millesimo e l'energia che Brecker immette in ogni suo intervento, la sensazione del teorema ben svolto è difficile da cancellare. Nonostante gli sforzi di variare ritmo e atmosfere, la sua marmorea vena compositiva non è dotata di sufficienti sfumature per differenziarsi troppo tra un brano all'altro (guarda caso in Wide Angles, il disco che tu citavi, il pezzo migliore, Evening Faces, non è suo ma di Don Grolnick.... 2) Non mi pare un'obiezione molto sensata sostenere che non si possa "giudicare musica suonata/prodotta/concepita in questi anni, con musica suonata 50/60 anni fa". Sarebbe come dire che, parlando di Cormac MacCarthy non si possa tirare in ballo Faulkner, così come analizzando Ligeti si debba tacere di Bartok o uno studio su Cattelan possa prescindere dall'influenza di Duchamp, mah. 3) Per quanto riguarda Ornette,ti rispondo parafrasando Calvino: i classici sono opere che quanto più si crede di conoscerle per sentito dire, tanto più quando si ascoltano davvero si trovano nuove, inaspettate, inedite. E ancora, un classico è un opera che non ha mai finito di dire quel che ha da dire. Altro che Ornette datato.. Un caro saluto
    Tenore Borgani Pearl Silver
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  14. #29

    R: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue Mo

    Rilke ti quoto tutto :-)
    Forgive me Charlie Parker, wherever you are.
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    JAZZ SHIRT

  15. #30

    Re: Lucio Dalla quartet (feat. Stefano Di Battista) - Blue M

    questo catalogare musicisti così diversi in base ai propri gusti musicali (quello è asettico,quell'altreo ha tecnica ma non anima,quell'altro ha
    anima ma fa cacare tecnicamente,quell'altro mi resta sui coglioni!) è veramente deleterio... :zizizi))
    ...poi..."Ornette Coleman o Albert Ayler non brillano certo per tecnica, intesa in senso scolastico o accademico, eppure hanno fatto la storia della musica, in senso lato, del Novecento"...mah! :BHO: ...questo è alquanto opinabile,chi l'ha detto che seun musicista ha fatto
    la storia della musica,con una musica abbastanza di nicchia,(è per questo che ci sono entrati nella storia) devono per forza essere
    considerati dei geni...nella storia della musica italiana,per esmpio,c'è anche mario merola!...lasciamo a casa queste considerazioni,
    non è tanto da musicisti...secondo me..
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    Ance:Dipende

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