Ottime considerazioni :bravo: !
Per colpo di lingua "più dolce" in effetti intendo un'azione della lingua che si potrebbe riassumere nella sillaba "da" che, a differenza della sillaba "ta" comporta un contatto più arretrato della lingua sull'ancia, quasi all'estremità. Questo torna particolarmente utile quando si vuole ottenere il massimo di agilità dallo staccato-legato con il più alto grado di fluidità possibile tra le note.
Mi piace a questo proposito citare l'esempio del proiettore cinematografico. La proiezione è composta da tanti fotogrammi in scorrimento e tra l'uno e l'altro si interpone l'otturatore il cui ruolo è separare un'immagine dall'altra oscurando il bordo scuro che divide ogni fotogramma; tuttavia lo spettatore non si accorge di nulla e ciò che percepisce è la perfetta fluidità delle immagini in movimento.
Credo che la consistenza del colpo di lingua sia un elemento stilistico proprio di ogni saxofonista (Rollins per esempio ha un colpo di lingua decisamente robusto), tuttavia credo che in fase di studio si possa cercare di alleggerirlo in modo da privilegiare la fluidità dei passaggi nello staccato-legato, naturalmente sostenendo sempre bene il suono con il diaframma.
Purtroppo questo non è così facile da applicare sulle note basse, diciamo dal C in giù, le quali note richiedono una maggiore energia per l'attacco, specie in presenza di sutup aperti. Per quanto mi riguarda, per ottenere una risposta precisa su quelle note devo necessariamente rinforzare il colpo di lingua, diversamente il rischio è quello di incappare in quello che mi piace definire un "basso a salve" :lol: !