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Discussione: il "mantra delle note lunghe"

  1. #16

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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Quando ho tempo a sufficienza:15-20 minuti di frasi, brandelli di frasi o quello che mi viene in mente spostandolo in tutte le tonalità (al momento uso i Jazz Fragments del caro Amico paolo Mannelli),poi col sax caldo note lunghe a 80 di metronomo (cerco di fare 4 misure a nota), sicuramente è una bella sensazione quando si entra in sintonia con le vibrazioni del sax (baritono nel mio caso).
    francesco 62
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  2. #17

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    le note lunghe :half:
    uno studio serio e costante produce ottimi risultati .
    in verità dovrei proprio mettermi sotto e riacquistare un equilibrio perduto da tempo.
    quoto il mantra delle note lunghe :bravo:
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #18

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Citazione Originariamente Scritto da francesco 62
    Quando ho tempo a sufficienza:15-20 minuti di frasi, brandelli di frasi o quello che mi viene in mente spostandolo in tutte le tonalità (al momento uso i Jazz Fragments del caro Amico paolo Mannelli),poi col sax caldo note lunghe a 80 di metronomo (cerco di fare 4 misure a nota), sicuramente è una bella sensazione quando si entra in sintonia con le vibrazioni del sax (baritono nel mio caso).

    eh :slurp: il baritono :slurp: Voglio un baritono :muro((((
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  4. #19
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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Non discuto l'utiltà delle note lunghe: io le faccio un po' all'inizio di ogni sessione di studio intonando lo strumento sulle tre altezze (SI, SIb, FA#, Sol. Re e Do traposti), ma giusto quelle e solo per intonarmi a concentrarmi sul suono.
    Mi viene sempre a mente che quando andavo a lezione dal mio grande Maesto (vecchio BeBopper) il suo giovane cugino (altro eccellente saxofonista più Coltraniano) nella casa accanto attaccava con 'ste note lunghe che lo facevano disperare... :D

    Insomma io credo che vadano sì praticate ma con moderazione! Se hai la giusta concentrazione ed attenzione al suono che produci ascoltandolo bene, mi pare più creativo ed utile oltre che divertente affrontare delle frasi: è come se per studiare una lingua ti soffermassi a recitare l'alfabeto senza mettere insieme le lettere a formare le parole per poi concatenarle insieme ad ottenere delle frasi con senso compiuto...
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  5. #20

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    il problema è che se devi affrontare delle frasi spesso sei costretto a prestare attenzione ad altri aspetti
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #21

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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Il suono lo costruisci con le note lunghe (certo, devi badare a ciò che fai, non basta soffiare come disperati e fare esercizio di resistenza).E' un lavoro a volte palloso ma da' i suoi risultati,di qualsiasi livello musicale si parli (anche il mio che è molto molto basso).
    francesco 62
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  7. #22

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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Citazione Originariamente Scritto da seethorne
    Voglio un baritono
    O fai una C.....a come nel mio caso, date le mie finanze,o provi con un accordo del tipo"anticipatemi i regali di Natale dei prossimi 15 anni "(anche questo rientra nel mio caso)
    francesco 62
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  8. #23
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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane
    affrontare delle frasi spesso sei costretto a prestare attenzione ad altri aspetti
    Bhe certo, nello stesso modo in cui fai per esprimerti in un linguaggio: la fonetizzazione non basta a raccontare una storia, sia pure quella che esalta una particolarità del linguaggio stesso (la filologia, la metrica e simili)...
    Come dicevo, non pratico le note lunghe a sé stanti: all'inizio intono lo strumento emettendo note lunghe; neglli esercizi solitamente trovo una 4/4 coronata alla fine che mi consente d prolungarne il suono, ma questa arriva dopo vari apeggi e passaggi articolati p.e. sulla scala.
    Non sto sostenendo che seguendo quello che pratico io possiate raggiungere i miei livelli tecno/musical/atropologici: per quelli dovrete spendere innumerevoli vite nella pratica del Dharma e negli esercizi respiratori del Prana Yama, stando per un millennio fissi sull'alluce esteso... ;)
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  9. #24

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Qualunque tipo di esercizio va musicalizzato e non preso come esercizio di forza o di resistenza (che si tratti di suoni lunghi, articolazioni, scale, arpeggi ecc. non ha importanza).

    Eseguire brani lenti o gli "adagi barocchi" (c'è l'imbarazzo della scelta per quantità di compositori e brani...)
    è già di per sè un grande esercizio, musicale e di controllo psico-fisico.

    L'ipno-catatonia che può dare l'ostinazione sui suoni lunghi, non la trovo particolarmente stimolante,
    ma piu' legata ad una dipendenza psicologica derivata da certi percorsi didattici del tipo "se non fai così, non ottieni questo..."
    senza considerare che ci sono altri percorsi possibili e per molti versi piu' piacevoli (che non significa meno faticosi...)

    Ciò che, a mio avviso, viene deliberatamente omesso, non considerato, è la ricerca della propria tonica:
    questa, sì, meriterebbe attenzione e focalizzazione...
    Ciascuno di noi ha un nome, ciò costituisce il "mantra" a cui rispondiamo per simpatia da sempre quando lo sentiamo pronunciare...
    allo stesso modo, abbiamo una tonica che ci caratterizza, il tono su cui timbriamo mentre parliamo o su cui cantiamo piu' agevolmente
    ed è diverso per ciascuno di noi: trovate quel tono...e lì concentratevi!
    La sua valenza è maggiore, rispetto ad un'astratta pratica di suoni lunghi:
    la vs. tonica vi mette in contatto immediato con le "risonanze naturali" del vs. essere
    e sapere "chi siete" vi mette in un'altra disposizione con ciò che è diverso da voi (altre frequenze, altri suoni...)
    E' un processo di "intonazione percettiva" che nel tempo può portarvi ad un maggior livello di concentrazione
    e ad un rapporto piu' aperto, stimolante e coinvolgente col mondo dei suoni.
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  10. #25
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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Questa sì che è una dritta...! Grazie: ciò non toglie che trovare la propria tonica, nonostante l'esperienza accumulata di cui sopra (scherzavo!) non mi pare per nulla semplice, forse proprio a causa delle innumerevoli sovrapposizioni cultural/intellettuali, o per il semplice inquinamento acustico che ogni giorno subiamo. Tu come consiglieresti di procedere nella ricerca della propria nota fondamentale?

    Ah sì, per rimanere nel topic, poi magari uno può praticare le note lunghe su questa se crede! :ghigno:
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  11. #26

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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Io alle note lunghe ci aggiungo molto esercizio sugli armonici....Juggler quando scrivi mi si arrizzano le carni!!!
    Uno strumento più facile nooo? No!!!!!

  12. #27

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Hai colto il punto: essere consapevoli dei ns. condizionamenti intellettual-culturali, significa non prendere per oro colato
    tutto ciò che è stato fin ora elaborato (tuttavia, saperlo non fa male...),
    perchè sarebbe solo un adeguamento comportamentale ad una prassi,
    non una riflessione/atteggiamento consapevole.

    Il parlato, l'emissione piu' naturale e senza sforzo con la respirazione piu' profonda e rilassata possibile
    del vs. tono: è difficile comprendere questo?
    Allora, cosa ascoltiamo di noi se ascoltiamo e non sappiamo riconoscere che suoni ordinariamente emettiamo
    o ciò su cui normalmente timbriamo?
    Riflettete: c'è un che di assurdo in ciò...
    Quindi, la musica rimane una roba distaccata/diseccata dalla ns. essenza?
    Una sorta di opzione intellettuale che gioca e riserva ai suoni un determinato comportamento, culturalmente orientato?
    Secondo me, c'è qualcosa di piu'...

    Il trovare la propria tonica favorisce l'orecchio interiore e migliora la percezione delle altezze e della qualità timbrica:
    se so "chi sono", riconosco prima "chi è differente" da me e con altre qualità...
    l'ascolto/produzione si fa piu' attenta, consapevole e naturale e non legata a contorsioni intellettuali-astratte,
    culturalmente determinate, che rendono piu' "sordi e conformisti" che consapevoli e creativi...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  13. #28
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    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Sissi, ma all'atto pratico? Che so, ti metti davanti un intonatore e dopo aver fatto un po' di rilassamento canti una vocale...?
    Mi viene in mente quello che Rollins diceva in un'intervista sull'unicità del suono e fraseggio di un musicista: è come quando rispondi al telefono e bastano poche sillabe per riconoscere chi sta all'altro capo (ovviamente parlava del suo amico Coltrane).

    Aggiungo: normalmente si ha una percezione errata del proprio parlare, sinché non si registra la propria voce, giusto? La posizione degli organi di ascolto e di quelli usati per la parola creano una sorta d'impossibilità oggettiva di ascoltarsi correttamente. Un po' come guardare il proprio volto allo specchio: ci si stupisce nel riconoscersi p.e. in un filmato... come fosse la prima volta che ci si vede.
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  14. #29

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    ciao
    dico cosa faccio io e questo la dice già lunga sulla validità dei miei sistemi: Apro bocca e senza cercare di intonare niente,canto la vocale A nella maniera più semplice e meno faticosa e tutte le volte viene fuori la stessa nota...Fadiesis reale. Lo cerco nel sax e lo faccio e tutte le altre note vengono da sole,con la differenza che quelle sono cercate,mentre la prima no.La prima volta,tanti anni fa,provai una grossa delusione:mi aspettavo un La ed invece,eccoti servito un fadiesis e poco mi consola il fatto che Stradivari accordasse le sue tavole dal mi al fadiesis. E poi faccio l'errore di cui parlavate sopra,vado in catalessi da apnea con le note lunghe... mi sento costretto a farle dalla consapevolezza di essere "ingolato" anche quando parlo e questo continuo Growl mi fa imbestire.
    il nero

  15. #30

    Re: il "mantra delle note lunghe"

    Certo che neanche uno stuolo di psichiatri non riuscirebbe a capirci una mazza se ci leggesse :D
    T 10M 1936 - Mark VI 1968 - Sequoia Silver mpc Vibra Master Gerber 8, EB 8, GS Slant 7*, Soloist LS 8
    A 6M 1926 - B&S Series IV 2001 mpc Super Jazz Gerber 6, Syos custom 7
    S Conn Gold Plated 1926 - Sequoia K91 mpc Vintage Gerber 8, Eolo NS 72, Syos custom 8
    Digital Emeo - Cl Buffet RC 21/7 + Flicorno soprano Grassi :)

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