Ho giÃ* abbondantemente esposto le ragioni delle mie affermazioni e ritengo sarebbe inutile ripeterle.
E' un fatto che su alcuni punti non concordiamo: pazienza, non si può essere d'accordo con tutti e su tutto!
Tengo, però, a ribadire come per me sia sempre istruttivo leggerti; infatti, le tue tesi mi fanno riflettere e la riflessione mi ha portato a volte a rivedere, a volte (non prendertela) a rafforzare alcune mie idee (com'è accaduto riguardo alla poliritmia nel jazz delle prime registrazioni).
Francamente, non mi pare di avere polemizzato su frasi distaccate dal discorso complessivo con cui hai svolto le tue argomentazioni, ma, se così è, mi dispiace, non l'ho fatto apposta! Semmai, ti ho solo frainteso.
Quanto a Strawinsky, nel post del 31 luglio, riferendomi alla possibilitÃ* che il jazz abbia influenzato Strawinski o viceversa, ho scritto: "... SEMMAI (= tutt'al più, se proprio dovessimo ipotizzare chi ha influenzato cosa o cosa chi, allora dovremmo dire che ...), è stata la musica afroamericana a influenzare Strawinsky e non viceversa, almeno sotto questo particolare aspetto...(poliritmia)".
Sono indice del valore avverbiale con cui ho usato "semmai" le virgole che racchiudono la parola.
Ne consegue che non v'è alcuna contraddizione con il post del 31 Agosto: "...Quanto a Stravinsky, neanch'io penso che abbia mai attinto dal jazz, anche perché, come tutti i compositori colti del suo tempo, non lo ha mai minimamente compreso, per cui, pur amando la sua musica, ritengo le sue idee sul jazz del tutto trascurabili...".
Che poi Strawinski non potesse fare a meno di notare che Louis Armstrong (per esempio), giÃ* nei primi anni '30 dello scorso secolo, era capace di suonare con la sua tromba sovracuti che allora i suoi colleghi accademici non si sognavano neppure è un altro discorso.
Piras non ha dubbi sulla presenza di elementi di provenienza africana nella musica di Morton; altrimenti, escludo che, proprio negli anni in cui presiedeva la SISMA (SocietÃ* Italiana per lo Studio della MUSICA AFROAMERICANA), avrebbe organizzato una registrazione di diciassette brani di Morton eseguiti da Richard Trythall per la "AFRICAN-AMERICAN Serious Musc Festival" di Pescara!
Nè Piras ha mai avuto dubbi sulla poliritmia nel jazz primigenio in genere: basti leggere l'articolo, pubblicato tanti anni fa ormai su Musica Jazz, scritto a sua cura su Freddie Keppard (per la veritÃ*, anche senza il contributo di Piras, sarebbe sufficiente ascoltarne le poche registrazioni).
Neppure Cerchiari ha dubbi sulla presenza di "african retentions" nel jazz primigenio e nel suo libro "Intorno al Jazz" la sua idea è semplicemente inequivoca.
Mi sbaglierò, ma l'improvvisazione è sempre esistita nella musica, lo swing, per quanto possiamo saperne, no: per questo giudico lo swing la vera essenza del jazz, nonché il contributo più importante del jazz alla musica.
Ma non ti pare che siamo andati un po' fuori tema rispetto all'argomento jazz europeo?
Alla prossima.