Ringrazio Sax'O e MyLadySax per i loro interventi che mi danno il modo di chiarire, alcuni concetti e contesti...innanzitutto,
non possiedo nessuna "veritÃ*" e se mi sono trovato in certi contesti e ho potuto sondare e conoscere certi "personaggi" è stato un po' frutto del caso e/o su segnalazione di qualche altro amico musicista...Centazzo, nella Mitteleuropa, qualche volta, in qualche concerto, mi "usava" come jolly (cosa che capita quando sei giovane sconosciuto, ma "apprezzabile"...) ovvero quando veniva a mancare qualche "titolare", per varie ragioni...mi chiamava per sostituirlo perchè leggevo rapidamente le parti ed ero in grado di "improvvisare" in modi differenti...insomma, ero piu' una "comparsa" che un "comprimario"...Successivamente, ho poi registrato nei suoi studi (a Padulle, vicino Bologna) i miei "primi lavori"...Ora vive in California e fa soprattutto spettacoli multimediali e colonne sonore...i suoi lavori di oggi non hanno nulla di improvvisato, nè lontanamente assimilabili ad uno dei tanti "linguaggi jazz" oggi praticati ...è diventato un compositore minimalista...ciò che pensa oggi del "jazz odierno" è estremamente terrificante e brutale (ma anche vero...) Mi è sempre piaciuta la sua estrema "cocciutaggine" e intelligente impertinenza e soprattutto quello di non essere mai uguale a se stesso...in genere, mi piacciono tutti quei musicisti (ma anche non necessariamente tali...) che hanno il coraggio di mettere in crisi se stessi, quando si potrebbero adagiare su ciò che hanno..."conquistato"... ricominciando da un'altra prospettiva! Con Evan Parker, ho inciso (disco introvabile in quanto trattasi di produzione festivaliera, realtÃ* che oggi non esiste piu'...) sempre all'interno di una compagine orchestrale...persona arguta, di grande intelligenza ed umorismo...la smetto qui perchè non ho nessuna intenzione di "autocompiacermi" anche perchè pur essendo state, per me esperienze artistiche ed umane altamente formative le considero superate...rispetto alle visioni/orientamenti che possiedo oggi! E non avevo nessuna intenzione di "autoincensarmi" nell'intervento precedente riguardo all'analisi musicale...è solo che considero l'analisi musicale applicata alle forme radicali di improvvisazione, un esercizio "sado-masochistico" dell'intelligenza! Può la "sensibilitÃ* dell'istante" che si rivela essere spiegata? Abbiamo scoperto, per caso, il senso della vita sezionando..."cadaveri"? Trovo che sia giÃ* di per sè un'attivitÃ* "estraniante" la registrazione, su qual si voglia tipo di supporto, tanto di certa musica improvvisata quanto di certe "sperimentazioni contemporanee"...il senso di queste "esperienze" va vissuto in diretta, nei live, durante i concerti...l'ascolto dal disco ha sempre un che di frustrante e di scarsa godibilitÃ*: non dÃ* l'emozione di ciò che accade davvero! Gli improvvisatori degli anni '70 non avevano tutte quelle "intenzioni seriose" che molti testi di critica o analisi vogliono attribuirli...c'era una "allegra anarchia sonora", la voglia di rompere con tutti gli stereotipi musicali e non...l'assoluta indistinzione fra suono e rumore...una teatralitÃ*, una gestualitÃ* ed una ritualitÃ* che si essenzializzava nell'"attimo partecipato" non nel risultato...cosa c'è da analizzare in tutto ciò?
Se parlo di densitÃ*, masse globulari, indeterminazione temporale ecc. trovo una "bellezza"...che prima non sapevo cogliere o do un "valore" a qualcosa che cerca solo la sua... "attuazione"? Ciò ha un senso?
MyLadySax...sarai poi tu a dirmi...ti segnalo a dimostrazione di ciò...il metodo analitico di Michael Pelz-Sherman, pianista musicologo...forse capirai cosa intendevo quando parlavo di analogie fra "scrittura musicale contemporanea" e l'aleatorietÃ* delle "free conductions" di Butch Morris o di qualsivoglia improvvisazione radicale...
http://it.youtube.com/watch?v=BjUezEW3drA
http://interactive-sonification.org/ISo ... on2007.pdf
Insomma, non credo che tutto possa essere analizzato o che ciò abbia sempre un senso/scopo (giÃ* in campo "tradizionale", l'analisi delle fughe di Bach non ha portato a nessuna veritÃ*...tanto che a livello accademico si insegna la fuga secondo delle "regolette" che lasciano il tempo che trovano...) Se confronto 2 realtÃ* musicali diverse...ad esempio quella del "FuzzyLogicEnsemble" (compagine orchestrale irlandese) e della nostrana Italian Instabile Orchestra...
http://it.youtube.com/watch?v=hG1lbhfafiE
http://it.youtube.com/watch?v=r21206DbBaE
analizzando quale delle 2...posso "estrarre" un "metodo"?
Credo che il "pensiero dualistico" (jazz - non jazz o musica improvvisata) da me adoperato (come da tanti altri) non renda giustizia o sia comunque "imperfetto", in quanto applicato ad una musica che ha integrato contributi ed esperienze provenienti da ogni dove...il jazz, nell'arco della sua storia, talvolta ha affermato qualcosa, talvolta l'ha negato...talvolta certe esperienze si sono risolte l'una nell'altra (ad esempio, i musicisti "free" ripresero l'eterofonia dei musicisti di New Orleans), per poi dividersi...ricongiungersi...in modo diverso al variare dei tempi... creando, moltiplicando, scomparendo per ricomparire sotto altra forma..
P.S. Sax'O...i puntini sono il "respiro del pensiero" quanto l'estensione ideale del pensiero... che la punteggiatura non offre...