Non esistono soluzioni perchè non ci sono problemi...in arte, non esistono veritÃ*, ma visioni...tutto il Novecento è costellato artisticamente (e non solo) di visioni individuali estreme, disperate e solipsistiche...che di volta in volta son diventate sempre piu' concettuali...la corporeitÃ*, le emozioni sono state congelate in virtu' di idee sempre piu' cervellotiche o da falsi concetti mascherati da motivazioni contradditorie, ambigue, fumose: teoremi eccentrici in grado di eccitare le fantasie di intellettuali depressi e/o di una borghesia priva di entusiasmo e annoiata della/dalla vita e che hanno incentivato un mercato che promuove solo feticci e icone...anche nel jazz, si è assistito ha questo tipo di processo involutivo...alle avanguardie afro-americane...e probabilmente all'intera storia del jazz, in forma auto-riflessiva, è applicabile il proverbiale adagio di Marcel Duchamp:
"Sono stato costretto a contraddirmi piu' volte per evitare di confermare i miei stessi gusti".