Ho letto cose molto interessanti...credo, tuttavia, che le parole parlino, talvolta, a se stesse, si svuotino di connotazioni condivise per via
della infinità di interpretazioni che possono generare.
Perdersi...
Non trovo migliore analogia che col fare l'amore: per caso, quando fate l'amore con la vs. donna, amante o quel che sia
avete una procedura prestabilita? Siete nevrotizzati dal principio di prestazione? Temete che la donna vi giudicherà come amante?
Avete la vs. idea dell' "amante perfetto" o ciò che un uomo deve essere? O cercate di entrare in contatto con l'emotività/sensibilità che caratterizza la vs. donna, visto che sono tutte diverse?
La musica che scegliamo di suonare, mi piace pensare possa essere la donna che amiamo o che vorremmo amare e che quindi ben conosciamo e che ci permette o no di fare certe cose...e che quindi ci segue e seguiamo in viaggi che non hanno nulla di prestabilito, ma che sappiamo cogliere e vivere, senza bisogno di seguire una noiosissima prevedibilità.
Miscuglio di chimica, intuizione, senso dell'avventura, curiosità, esperienza...
Perdersi...
Credere che i musicisti famosi, di successo e di conclamata esperienza non si perdano mai, è un po' una mitologia che attribuiamo
per evidenza sociale (li vediamo come guide): hanno imparato a gestire meglio il "perdersi" secondo una loro precisa strategia...
se poi consideriamo che i tre livelli su cui si basa ciascun individuo (istinti, emozioni, intelletto) sono miscelati in ogni individuo in forme inedite e uniche...ecco che le possibilità sono potenzialmente infinite per quante sono le sensibilità esistenti.
Perdersi...
E' l'atto che porta alla vera conoscenza. Quando non sappiamo come spiegare un qualunque evento, esperienza ecc.
possiamo solo immergerci in esso, viverlo, tentare di spiegarlo non porta lontano, perchè l'osservazione dipende dal punto di partenza o da ciò che ci ha piu' colpito, non mantiene il senso della globalità.
Perdersi...
E' quando non c'è differenza tra voi e ciò che suonate, ma siete ciò che suonate.
Quando siamo immersi in un'attività che ci coinvolge e appassiona profondamente, entriamo tutti in una sorta di trance naturale,
fuori accadono tante cose nello stesso tempo, ma noi siamo immersi nel ns. viaggio e ciò che c'è fuori in quell'istante non ci importa.
Siete mai entrati in questo stato quando suonate? Cercate quando vi è possibile di entrare in quello stato? E' qualcosa che vi spaventa?
Credete non esista? Beh, chi non ha provato o vissuto determinate esperienze o non ci crede o non comprende, ovviamente...
Le sintonie magiche di certi gruppi o di certi musicisti dipende dall'aver raggiunto questa dimensione, come stato permanente dell'interscambio
di informazioni, impulsi ecc. che avvengono in tempo reale.
Amano lo stesso "tipo di donna"(musica)...e sanno ciò che quella "donna" può permettersi, richiede o rende possibile...