Non credo che comunque Miles Davis si riferisse ad un personaggio come Duke Ellington, anche se forse si riferiva di più a ciò che egli poteva rappresentare: l'era delle Big Bands e lo Swing; in quel periodo fiorirono una pletora di grandi orchestre da ballo, ovviamente la maggioranza era spinta da motivi di lavoro e commerciali, ed infatti quasi tutte sparirono con la fine dell'interesse del pubblico per le dancing halls.
Nello specifico mi viene in mente un album del seppur apprezzabile trombettista Kenny Dorham i cui pezzi sono praticamente tutti di Miles Davis, ma tutti titolati diversamente: forse Miles ne era pure a conoscenza...
Rimane il nocciolo della questione: o per emulazione/ammirazione il musicista ricalca le composizioni se non addirittura la tecnica espressiva, dei suoi referenti oppure semplicemente lo fa con sé stesso; nel secondo caso la fedeltà alla propria idea musicale per me rimane apprezzabile, anche se forse a lungo andare 'noiosa'; nel primo invece tradisce lo spirito del Jazz, dove l'esecutore non solo deve apportare le proprie idee e sensibilità compositive, ma esprimersi 'naturalmente' con il proprio strumento in modo del tutto personale ed identificabile (rimanere fedele a sé stesso): come diceva Sonny Rollins, se un amico che conosci bene ti telefona, alzando la cornetta lo riconoscerai quasi immediatamente dopo le prime sillabe.
Questa 'realizzazione' di un musicista Jazz rende viva la musica che produce, e per riflesso arricchisce il linguaggio, ampliandolo.

Per i molti che hanno perseguito ciò costi quello che costi, in pochi hanno avuto il riconoscimento del pubblico ed ancora meno quelli che ne hanno tratto vantaggi economici nell'arco di tutta la propria carriera. Vedendo ciò, la maggior parte dei musicisti avrà pensato 'chi me lo fa fare?' rimanendo cristallizzati nelle forme con cui potevano lavorare, ma come dicevate col tempo tutto si trasforma e cambia e se non sei in grado di conformarti a questi cambiamenti sei perduto.

Miles Davis non solo non si è mai conformato (non cercava certo di mettersi in competizione con Dizzy o Navarro), ma ha avuto l'intelligenza di rovesciare il paradigma dogmatico del piacere al pubblico: piuttosto è riuscito ad imporre le proprie concezioni ed ottenere successo con perseveranza, fortuna ed abilità.