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Discussione: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

  1. #31

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    jug la penso esattamente come te. però rispetto chi per tutta la sua vita artistica ha suonato la sua musica ai massimi livelli senza cambiare, perchè ogni sera era più fresca che mai..

    Una volta ad un intervistatore che gli chiedeva come avesse fatto per 50 a girare il mondo sempre con la sua stessa musica e orchestra, il duca (Duke Ellington) rispose.." Le amanti vanno e vengono, ma la mia donna resta. E' bella e gentile. Mi serve con umiltà. E' dinamica. Ha grazia. Se la senti parlare non credi alle tue orecchie. Ha tantissimi anni ma è moderna come il domani, una donna nuova ogni giorno ed eterna come il tempo. La musica è la mia signora e non fa da secondo violino a nessuno.."
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  2. #32

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Quello della musica che non invecchia, può essere una percezione molto personale e indotta dai propri gusti e passione
    per questo o quel particolare genere o stile musicale o preciso musicista, non un valore universale.

    Visto che citi il "Duca", beh...anche lui, non è che "menava il can per l'aia" ed ha scritto anche balletti, "bozzetti sinfonici" e quant'altro, che
    esulavano dal ristretto mondo del jazz dei suoi tempi...e probabilmente, ciò gli serviva per rendere fresco e creativo il proprio spirito.

    Il seguire, perseguire un'onda per un periodo considerevole ha un valore se ti permette di lavorare: ma, come in tutti i lavori, ci possono
    essere cambiamenti e se sei stato a "contemplarti", sono dolori...

    Credo che il senso del pensiero di Miles, che ha stimolato questo topic, vada in questa direzione considerato il periodo di riferimento e il mercato musicale americano...
    della serie "fate le stesse cose, non lavorate piu'...e quindi di che vi lamentate?"

    "Think different", lo slogan di Jobs...
    Miles lo ha dimostrato con la sua musica.
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  3. #33
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    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Non credo che comunque Miles Davis si riferisse ad un personaggio come Duke Ellington, anche se forse si riferiva di più a ciò che egli poteva rappresentare: l'era delle Big Bands e lo Swing; in quel periodo fiorirono una pletora di grandi orchestre da ballo, ovviamente la maggioranza era spinta da motivi di lavoro e commerciali, ed infatti quasi tutte sparirono con la fine dell'interesse del pubblico per le dancing halls.
    Nello specifico mi viene in mente un album del seppur apprezzabile trombettista Kenny Dorham i cui pezzi sono praticamente tutti di Miles Davis, ma tutti titolati diversamente: forse Miles ne era pure a conoscenza...
    Rimane il nocciolo della questione: o per emulazione/ammirazione il musicista ricalca le composizioni se non addirittura la tecnica espressiva, dei suoi referenti oppure semplicemente lo fa con sé stesso; nel secondo caso la fedeltà alla propria idea musicale per me rimane apprezzabile, anche se forse a lungo andare 'noiosa'; nel primo invece tradisce lo spirito del Jazz, dove l'esecutore non solo deve apportare le proprie idee e sensibilità compositive, ma esprimersi 'naturalmente' con il proprio strumento in modo del tutto personale ed identificabile (rimanere fedele a sé stesso): come diceva Sonny Rollins, se un amico che conosci bene ti telefona, alzando la cornetta lo riconoscerai quasi immediatamente dopo le prime sillabe.
    Questa 'realizzazione' di un musicista Jazz rende viva la musica che produce, e per riflesso arricchisce il linguaggio, ampliandolo.

    Per i molti che hanno perseguito ciò costi quello che costi, in pochi hanno avuto il riconoscimento del pubblico ed ancora meno quelli che ne hanno tratto vantaggi economici nell'arco di tutta la propria carriera. Vedendo ciò, la maggior parte dei musicisti avrà pensato 'chi me lo fa fare?' rimanendo cristallizzati nelle forme con cui potevano lavorare, ma come dicevate col tempo tutto si trasforma e cambia e se non sei in grado di conformarti a questi cambiamenti sei perduto.

    Miles Davis non solo non si è mai conformato (non cercava certo di mettersi in competizione con Dizzy o Navarro), ma ha avuto l'intelligenza di rovesciare il paradigma dogmatico del piacere al pubblico: piuttosto è riuscito ad imporre le proprie concezioni ed ottenere successo con perseveranza, fortuna ed abilità.
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  4. #34

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Citazione Originariamente Scritto da Sax O' Phone
    Miles Davis ... piuttosto è riuscito ad imporre le proprie concezioni ed ottenere successo con perseveranza, fortuna ed abilità.
    e anche qualche piccola scorrettezza ;) ...parecchie pagine musicali di Miles sono di Shorter, Bill Evans e qualche altro suo collaboratore..
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  5. #35

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    a mio parere cucinare bene non significa essere artisti coraggiosi, dei primi ho stima dei secondi pure ma non li metto sullo stesso piano perchè il rischio costa, la tranquillità NO.

    Il Duca ha passato varie epoche ha composto cose ultra avanti in ogni epoca che ha cavalcato, la domanda di codesto intervistatore mi pare fatta un bel pò alla caxxo_di_cane, giusto per usare un francesismo di quelli "fini" :lol:
    hai mai sentito le sue robe tipo black brown & beige? ti sembra abbia riscaldato una buonissima minestra swing anni 30 (che lui ha contribuito a creare)? lì cè una mente musicale GIGANTESCA non richiudibile in una domanda infelice dell'intervistatore paraculo.

    tornando a bitches brew: fammi capire; se miles fosse stato influenzato dai bopparì "di classe" come gordon o getz andava bene, se invece era influenzato da "vili" rockers/funkers sarebbe una trovata commerciale? gordon o getz sono "degni" invece hendrix e sly stone no? secondo quale metro? sempre quello secondo cui la perizia/pulizia tecnica ed il suono "morbidino" è il massimo e le sporche idee di cambiamento/fusione, il suono "cattivello" sono blasfeme? gnamo sù...

    non male il fatto che sia stato scorretto con shorter, evans ecc... se questi sono emersi subito/giovanissimi e han potuto cavalcare in "prima visione" l'onda mediatica/commerciale di chi credi possa essere buona parte del contributo, dell'uomo ragno? :lol: allora tutti i jazzisti che registrano brani non propri (ed attribuendoli ai veri autori) sarebbero degli impostori!!?
    son convinto al 1000% che di talenti grandi come quelli di shorter ed evans cè n'erano e ce ne sono a centinaia, ma quelli che poi emergono nel sistema mediatico si contano sulle dirta di una mano.

    niente di personale dario ci mancherebbe, davis è sempre stato provocatorio sia nella musica sia nella vita, certo è stato un personaggione pieno di contraddizioni e questo mi pare normalissimo/umanissimo, ci sono mille aspetti negativi in lui non sono io a giudicare.
    Non è stato navarro o gillespie a livello di acuti o perizia/pulizia strumentale e pattern boppè, ma questa cosa francamente non la trovo "un difetto" in nessun musicista, ancor meno in un grande artista.

  6. #36

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    figurati puma ;) se ci può essere qualcosa di personale. E' sempre un piacere scambiare opinioni con te Jug, Saxò e tutti gli altri del forum che intervengono in queste discussioni interessanti..

    Voglio chiarire un paio punti a scanso di equivoci e malintesi.
    1) ADORO MILES E LA SUA MUSICA
    2) Penso che la frase del suo libro sia infelice e un pò populista (qualcuno usa il termine commerciale, ma può essere frainteso) come del resto molte delle rivoluzioni musicali di cui è stato protagonista. Mi spiego meglio, con qualche esempio. Nel 59 uscì Kind of Blue (che tra l'altro è il mio disco preferito di jazz). Si parlò tanto di rivoluzione musicale, della musica modale etc, etc. A parte che bisogna riflettere sul fatto che il modale già esisteva e anche nella musica jazz (si pensi che brani come Caravan, Invitation hanno interi pezzi di struttura modale), però nello stesso anno Coleman (detestato da Miles) spiazzava tutti con il free jazz. Delle due evoluzioni/rivoluzioni sicuramente la più popolare, orecchiabile, diciamo "commerciale" è quella modale di Miles.
    Mentre Miles, per suonare davanti alle decine di migliaia di persone nei festival rock di Sly e company, si inventava l'elettrificazione del jazz, gente come Steve Lacy e altri avanguardisti lavoravano sull'improvvisazione in maniera più radicale (si pensi che Lacy raccattava la gente che non aveva mai suonato uno strumento musicale tra le vie di Manhattan se le portava nel suo loft per imparare loro i rudimenti dello strumento e registrarli perchè li riteneva puri e senza sovrastrutture). Insomma tutte le evoluzioni/rivoluzioni di Miles sono forse le più belle, ma comunque seguivano sicuramente la corrente e i gusti del momento. A questo si aggiunga anche una forte componente mediatica che il personaggio Miles produceva e che nessun altro jazzista ha mai saputo o voluto emulare e bastava che Miles facesse una cosa per generare lo stupore generale. Come quando registro dal vivo la colonna sonora del film di Malle Ascensore per il patibolo. Bella per carità, ma niente di nuovo . Lo facevano tutti i pianisti stride durante le proiezioni dei film muti.
    Concludo come ho iniziato.
    AMO MILES PER LA SUA MUSICA. Meno le sua auto-biografia e le autobiografie in genere.
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  7. #37
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    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Sì scusate se a volte faccio confusione con i nomi, ma mi riferivo a Dorham (ho corretto i messaggi) che in alcuni pezzi (sopratutto con Rollins) mi piace moltissimo e che mi pare abbia un suo carattere ed originalità musicale molto riconoscibile.

    Per il virtuosismo strumentale mi pare che nella 'bio' di Davis è citato lo stesso Gillespie che consigliò al giovane Miles di non cercare di imitarlo (male), ma piuttosto di esprimersi sullo strumento là dove poteva articolare meglio le proprie idee musicali (il registro medio); la cosa è confermata anche in un'intervista che ascoltai di Gillespie e del suo rapporto con il virtuosismo dei Boppers.

    Per quanto concerne lo sfruttamento dei giovani talenti di Davis, egli stesso ne fu vittima da parte dell'innarrivabile Bird che praticamente si attribuì Donna Lee e credo anche Marmaduke, ma ad onor del vero Miles era allora un debuttante assoluto che probabilmente prendeva molto di più di quello che dava. La capacità di sfruttare ed integrare i talenti di un gruppo o band raggiunge il suo massimo in Duke Ellington che costruiva i suoi pezzi 'attorno' ai suoi grandi solisti, o all'eccezionalità delle sue sezioni: forse Miles nei limiti numerici del gruppo adottò la stessa strategia; la Band di Duke fu la più longeva di tutta la storia del Jazz.
    A proposito delle composizioni è assolutamente corretto che la rivisitazione di pezzi Pop, Broadway Show, Cinema etc. appartenga a questo linguaggio, così come le citazioni di altri Jazzisti. Ciò non sminuisce affatto ovviamente il loro pregio, se queste rielaborazioni e citazioni sono interpretate coerentemente allo stile ed alla sensibilità dell'esecutore/compositore nel loro contesto, e rispettano la versione originale; Bird stesso traeva ispirazione persino dalla musica che ascoltava casualmente alla radio del taxi che lo stava portando ad una sala di registrazione.
    In tempi più recenti continuano ad esserci bellissime versioni di pezzi di Hendrix, Madonna, Dylan etc. eseguite da Jazzisti stilisticamente affermati (Evans Band, Bill Frisell, ...) che rispettando il pezzo originale, ne approfondiscono ed ampliano la struttura rendendoli più 'vivi' che mai...
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  8. #38

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Gillespie, Navarro.......comunque vi state tutti dimenticando il più grande di quei tempi (si scherza eh, nessuna classifica): Clifford Brown.......!!!!!!! ;)
    T 10M 1936 - Mark VI 1968 - Sequoia Silver mpc Vibra Master Gerber 8, EB 8, GS Slant 7*, Soloist LS 8
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    Digital Emeo - Cl Buffet RC 21/7 + Flicorno soprano Grassi :)

  9. #39

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Citazione Originariamente Scritto da Filippo Parisi
    Gillespie, Navarro.......comunque vi state tutti dimenticando il più grande di quei tempi (si scherza eh, nessuna classifica): Clifford Brown.......!!!!!!! ;)
    verissimo Clifford Brown era fortissimo...uno dei miei preferiti...
    Sandu mi fa impazzire...la suono(si fa per dire) spesso..
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    ALTO YANAGISAWA A902;JODY JAZZ HR 6M
    SOP. GRASSI PRESTIGE DELL' 81;VANDOREN V16 S6
    Ance:Dipende

  10. #40

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Piccolo OT
    Booker Little ha avuto la sfortuna di morire giovane...ma andatevi a risentire "Magic" di Dolphy
    o il disco live dal Five Spoot...
    Aveva caratteristiche che pochi manifestavano, come quello di melodizzare a "intervalli larghi"
    cosa non proprio semplice con la tromba...
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  11. #41
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    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Giusto per 'inquadrare' l'argomento 'Miles Davis' (sempre sia possibile farlo!) cito di seguito i più importanti trombettisti tra i quali coloro che lo precedettero: per altro non credo che si riferisse specificamente ad alcuno, sempre che la sua dichiarazione avesse un vero fondamento e non fosse una semplice 'boutade' per affermare la propria originalità!
    In ordine più o meno cronologico:

    Padre di tutti i trombettisti: Buddy Bolden 1895 ca

    New Orleans: Freddy Keppard, King Oliver

    1920-1930: Louis Armstrong, Nick LaRocca, Bix Beiderbecke, Red Allen

    Ellingtoniana: Bubber Miley, Arthur Whetsol, Cootie Williams, Clark Terry

    Swing: Roy Eldridge (Maestro di Dizzy), Charlie Shavers, Buck Clayton, Harry 'Sweets' Edison

    BeBop: Dizzy Gillespie (Innovatore e fondatore), Joe Guy, Sonny Berman, Fats Navarro, Howard McGhee

    -> qui inseriamo la comparsa sulle scene del nostro Miles Davis (Innovatore nel Cool, HardBop, Modale, Avanguardie e Fusion!)

    Mainstream: Jimmy McPartland, Louis Prima, Max Kaminsky, Mugsy Spanier, Warren Vache e numerosi altri che suonavano nella stessa era del BeBop ma secondo i canoni stabiliti: che forse Miles si riferisse a loro?

    1950: Shorty Rogers, Chet Baker, Art Farmer,Thad Jones, Conte Candoli, Idrees Sulieman, Red Rodney

    Hard Bop: Clifford Brown, Freddie Hubbard, Lee Morgan, Blue Mitchell, Donald Byrd, Kenny Dorham, Franco Ambrosetti

    Avant-Garde: Booker Little, Don Cherry, Donald Ayler, Lester Bowie, Kenny Wheeler, Tomasz Stanko, Dave Douglas, Malachi Thompson, Don Ellis, Enrico Rava

    Ora questa non vuol essere una lista né completa né in ordine di grandezza/importanza, ma p.e. ci fa capire come un grande musicsta come Clifford Brown apparve sulle scene avendo più o meno gli stessi riferimenti che il giovane Miles aveva un decennio prima (Gillespie e Navarro).
    Un'altra cosa che mi fa riflettere se ancora ce ne fosse bisogno è il foltissimo gruppo di musicisti anche molto bravi che non ebbero il riscontro ed il successo che Miles ebbe durante tutta la sua lunghissima carriera, e non credo proprio che questo si limiti al fatto che Davis provenisse da una famiglia benestante dell'alta borghesia e che quindi avesse un 'porto sicuro' in cui rifugiarsi, cosa che per altro fece per disintossicarsi...
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  12. #42

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    Mi piace riportare qui questa testimonianza di Art Blakey leader dei jazz messanger che per varie decadi hanno resistito girando il mondo -"Sì, ci si può stancare di suonare sempre le stesse cose, sempre Blues March o Moanin, però è quella la musica che ti paga l'affitto, non c'è niente da fare. Per non annoiarsi l'unica cosa è far suonare sempre gente diversa, suonare versioni diverse. Ci sono tanti ragazzi che aspettano un'occasione, i vecchi possono mettersi per conto proprio. Così il gruppo rimane vivo e fresco, non fa la muffa"
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  13. #43

    Re: "...trovo che molti dei vecchi jazzisti"...

    spero che questo messaggio lo leggano tutti gli esaltati di jazz che schifano qualsiasi altro genere, imparate da un vero artista non da paolino papaerino..... un vero artista fa di tutto ed esplora tutto con la musica, quello che ha fatto miles...... solo che c'e' chi si fossilizza e pensa di essere il migliore, non posso che stimare un uomo del genere

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