Il ns. orecchio è qualcosa di assolutamente imperfetto e ammesso che si parta da un funzionamento regolare dell'organo
rimangono una serie di discriminanti difficili da esaminare, tutte allo stesso tempo.

In un ambito musicale, il "condizionamento culturale" considera o ritiene opportune certe peculiarità che possono
variare nelle diverse areee geografiche del Pianeta: il discriminare certe "raffinatezze sonoriali" non appartiene a tutti
o a tutti nello stesso modo.

La discriminante fondamentale che distingue i vari approcci
è la capacità di saper cantare: i cantanti, prima degli strumentisti, sono quelli che vanno piu' "ad orecchio"
Pavarotti, ad esempio, è stato l'ultimo caso clamoroso di cantante di successo, dotato di qualità vocali straordinarie,
ma di scarsa conoscenza teorica e poteva cantare solo il repertorio italiano operistico dell'Ottocento,
nulla del repertorio del Novecento e men che mai in altre lingue...

Si può discutere quanto si vuole sugli approcci teorici, del sapere ecc. ecc.
E' evidente che si hanno dei vantaggi nel sapere o no certe discriminanti fondamentali,
ma non saper cantare secondo le peculiarità dello stile o genere che si affronta
significa non saper individuare una specificità primaria dell'azione musicale,
il "saper parlare" (metaforicamente) in senso contestuale
e in tal senso, ci può essere chi sa fare, senza saper necessariamente spiegare (per abitudine, esperienza, naturale attitudine ecc.)
e chi sa spiegare senza saper fare...
Ciò che rimane è la sostanza ovvero i risultati che si ottengono.