New York, 1967 – Enrico Rava “..quando Gato perse il sax..”
“Dopo avere caricato i due taxi, impresa di per se non facile, si parte per l’aeroporto. Arriviamo al Kennedy, scarichiamo i bagagli. Il sax non c’è. Nella confusione era rimasto appoggiato al muro sotto casa. Si torna a tutta velocità verso Manhattan. Chissà forse è ancora là. Sarebbe un miracolo. Ma non è così. Il muro sotto casa è vuoto. Gato ha perso il suo amato sax. Un Conn degli anni trenta con un suono meraviglioso, tenuto insieme da elastici, scotch, cordini, colla. Uno strumento che lui conosceva nei minimi dettagli e che trattava con la massima delicatezza, quasi fosse un neonato. Ne conosceva tutti i punti deboli e sapeva come ripararlo. Un sax di un’annata speciale, come un gran barolo. Qualcosa di raro, introvabile e insostituibile. Bisogna telefonare a Parigi, rimandare di qualche giorno l’inizio del tour, ma soprattutto bisogna comprare un sax nuovo. Soldi però non ce ne sono. Si fa una colletta. Michaela, la moglie di Gato, passa la notte a telefonare a tutti i musicisti amici. Gato non partecipa. Se ne sta in un angolo in preda alla disperazione più cupa. La risposta dei musicisti è veramente generosa: quasi tutti ,nei limiti delle proprie possibilità talora estremamente ridotte, concorrono a questa gara per aiutare un collega. La mattina dopo si raggiunge la cifra necessaria e ci si fionda nella 48esima piena di negozi di strumenti musicali. Dopo averne provati tantissimi finalmente Gato trova un sax tenore che non gli dispiace, ma che sicuramente non colma il vuoto lasciato dal vecchio Conn. Ancora oggi, dopo più di 40 anni, continua a rimpiangerlo perché non è mai più riuscito a trovarne uno con quel suono.”
..dedicato a tutti quei sassofonisti, e non solo, che vivono nell'incubo...