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Discussione: da quanto esiste il fa# acuto?

  1. #1

    da quanto esiste il fa# acuto?

    Approssimativamente quando è stato introdotto il Fa# sui contralti? Xkè è stato introdotto? E' davvero necessario oppure si tratta di una miglioria per comodità?
    Tenore Grassi TS 400
    Bocchino Otto link Tone Edge 6*

  2. #2

    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    Ciao,
    non so di preciso quando sia stato introdotto, sicuramente nel dopo guerra (quindi probabilmente negli anni 50).
    E' stato introdotto per aggiungere una nota piu' alta e quindi rendere il Fa# piu' facile da raggiungere.
    E' necessaria? Secondo me no, con un po di pratica si puo' aggiungere un'ottava (e forse piu') al di sopra della diteggiatura, ci sono metodi in commercio (come il Rousseau) con diteggiature suggerite (che pero' vanno sperimentate perche' possono cambiare da modello a modello).
    Alcuni professionisti insistono a non avere la chiave del Fa# (infatti su molti modelli professionali si puo' richiedere senza) per motivi di sonorita' e emissione di alcune note.
    Spero sia stato d'aiuto.
    M.
    S - Yani SC901 Selmer 'E'
    A - B&C SDA, Yamaha 62 Rousseau JDX6-Meyer 7
    T - Selmer MK6, Yanagisawa T880 HSM-Weinberg Emanon 7**
    B - Conn 12M ('58), Grassi "Model 2000" low A- Pillinger "L"

  3. #3

    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    Intanto ti ringrazio per avermi risposto.
    E rilancio: xkè , la presenza del Fa# come influenza la sonorità e l'emissione?
    Tenore Grassi TS 400
    Bocchino Otto link Tone Edge 6*

  4. #4
    Visitatore

    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    La chiave del f# dovrebbe esser stata introdotta per prima dalla Selmer.
    Di sicuro già diversi Balanced Action ne erano dotati, quindi parliamo della metà degli anni '30, se non addirittura prima.

    A detta di molti musicisti classici la chiave è fondamentale per l'esecuzione di alcuni passaggi veloci.

  5. #5

    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    Citazione Originariamente Scritto da Metallo76
    Citazione Originariamente Scritto da inca roads
    Ciao,
    non so di preciso quando sia stato introdotto, sicuramente nel dopo guerra (quindi probabilmente negli anni 50).
    E' stato introdotto per aggiungere una nota piu' alta e quindi rendere il Fa# piu' facile da raggiungere.
    E' necessaria? Secondo me no, con un po di pratica si puo' aggiungere un'ottava (e forse piu') al di sopra della diteggiatura, ci sono metodi in commercio (come il Rousseau) con diteggiature suggerite (che pero' vanno sperimentate perche' possono cambiare da modello a modello).
    Alcuni professionisti insistono a non avere la chiave del Fa# (infatti su molti modelli professionali si puo' richiedere senza) per motivi di sonorita' e emissione di alcune note.
    Spero sia stato d'aiuto.
    M.

    Intanto ti ringrazio per avermi risposto.
    E rilancio: xkè , la presenza del Fa# come influenza la sonorità e l'emissione?
    Purtroppo non ti posso dire come influenza sonorita' e emissione, perche' io non ho avuto modo ne capacita' di renderne atto. Pero' considera questo: il Fa# aggiunge un buco sul tubo del sax, qualche effetto lo dovra' avere.
    Probabilmente percettibile solo da un orecchio da pro (in molti mi hanno decantato la superiorita' di suono di sax con campana saldata piuttosto che avvitata/incollata, il soprano tutto un pezzo contro il sop con collo smontabile... si parla sempre di minuzie che per alcuni che ne sentono la differenza sono dettagli importanti, io sto su un altro pianeta!), quindi ti lascio rispondere da chi ha piu' esperienza nel campo.
    Ciao,
    M.
    S - Yani SC901 Selmer 'E'
    A - B&C SDA, Yamaha 62 Rousseau JDX6-Meyer 7
    T - Selmer MK6, Yanagisawa T880 HSM-Weinberg Emanon 7**
    B - Conn 12M ('58), Grassi "Model 2000" low A- Pillinger "L"

  6. #6

    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    ciao
    uno strumento musicale,qualunque sia,di legno di metallo,a tasti ad arco eccetera è la somma,l'insieme di tanti piccoli particolari e l'equilibrio di quest'insieme è tanto più stabile quanto questi piccoli particolari sono al posto giusto nel modo giusto:toglierne o aggiungerne uno ,marginale,non farà crollare quest'equilibrio ma sposterà un piccolo qualcosa...se continui a togliere o mettere o spostare particolari influenzerai in modo sempre più significativo quest'equilibrio delicato:un foro in più non è un piccolo particolare,anche se nel caso il foro è piccolo ed anche ,normalmente ,chiuso ma un turbolenza,anche piccolissima,la farà(forse) e,certo,c'è chi non vuole correre rischi che può evitare e prende sax senza il fadiesis acuto:si tratta,sicuramente di orecchie sopraffine ed io,di sicuro,non m'accorgerò mai ,ascoltandolo,se un sax ha o no il fadiesis acuto,ma non escludo che ci sia qualcuno in grado di distinguere.
    C'è poi da aggiungere il fattore psicologico derivante dal fatto di avere uno strumento di cui ti fidi o che ti soddisfa in pieno o uno che invece temi possa metterti in difficoltà,inutile dire quale sceglierai tra i due.
    il nero :saxxxx)))

  7. #7

    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    Il repertorio "classico" del sax (e con questa parola intendo quella musica che va dalla seconda metà dell'ottocento fino alla prima metà del '900) è storicamente sviluppato su saxofoni sprovvisti di tale chiave: i saxofonisti delle fanfare militari ottocentesche che commissionavano brani, principalmente pezzi di bravura e variazioni su arie d'opera, utilizzavano strumenti sprovvisti di tale chiave (addirittura molta musica delle origini veniva suonata su sax a due portavoci...); Mme Hall committente del magnifico repertorio d'inizio '900 suonava probabilmente un sax di produzione francese (tipo Adolphe Sax figlio) oppure i primi sax statunitensi (fabbricati su copia A. Sax) in ogni caso strumenti sprovvisti di questa fantomatica chiave); Sigurd Rascher, committente delle più importanti opere per sax, utilizzava saxofoni Buescher Aristocrat, strumenti estremamente tradizionali e anch'essi sprovvisti di tale chiave.

    Fu principalmente M. Mule e la scuola francese del sax che iniziò ad adottare tale chiave: i primi brani scritti per saxofoni con Fa# acuto risalgono attorno agli anni '40, ma, pur ribadendo la bravura musicale dell'interprete, Mule collaborò raramente con autori di grande spessore musicale, preferendo anteporre il virtuosismo digitale e tecnico a tutto il resto. Di conseguenza, la maggior parte delle opere dedicate a Mule sono, a mio parere, di interesse storico e musicale trascurabile (tranne alcune composizioni per quartetto e qualche eccezione) ed in ogni caso eseguibili con un pò di studio anche su saxofoni sprovvisti di tale chiave.

    Il fatidico Fa# acuto e l'aggressività con cui la Selmer principalmente ha imposto questo "standard" (assieme all'assuefazione per una meccanica più ergonomica ma anche meno robusta) lo trovo sempre nella politica di espansionismo commerciale che questa ditta ha attuato dagli anni '50 a oggi: rendere gli allievi di conservatorio "dipendenti" da questa chiavetta (e dalla meccanica) ha fatto si che si creasse un "esercito" di semi-professionisti che avrebbero d'ora in avanti acquistato sempre un saxfono Selmer (e così è stato per molti anni) rinunciando ovviamente alla scelta di un setup personale che possa magari enfatizzare le qualità del musicista e standardizzando timbri e modi di suonare. Così è per me che ho iniziato ad esempio con un sax con Fa# acuto e per anni sono stato costretto a scegliere strumenti privilegiando questa caratteristica rispetto ad altre.

    In ogni caso, la suddetta chiavetta non serve per il 90% del repertorio "classico" tradizionale mentre è utile per alcuni passaggi (soprattutto il passaggio di tra registro normale e sovracuto) e per un paio di multifonici, tutte robe che si riscontrano principalmente nella musica del secondo novecento e contemporanea, anche se ci tengo a sottolinearlo, il miglior quartetto di sax al mondo (i rascher) che suona musica quasi esclusivamente contemporanea utilizza saxofoni Buescher della fine degli anni '20 (senza Fa#).

    Sul fatto che la suddetta chiave aumenti l'insorgere di difetti su sax di fascia alta (Mark VI e SBA ad esempio) la casistica di trovare sax sfigati è più o meno identica rispetto a sax senza Fa#, sempre secondo le mie esperienze personali, anche se a livello razionale condivido il pensiere che "più buchi = più problemi".

    Ciao
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

  8. #8
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    Re: da quanto esiste il fa acuto?

    il titolo dovrebbe essere cambiato sostituendo fa a fa#...comunque, pur non suonando musica classica, condivido abbastanza ciò detto dal maestro david, il fa# aiuta in certi passaggi, soprattutto, per quanto mi riguarda, nei passaggi MI/FA#, anche perchè il mi alternativo frontale non mi piace quasi mai sui tenori, mentre l'ho trovato decente sui contralti e sul mio soprano keilwerth...è però come hadetto david, verissimo che quasi tutti compravamo il selmer con fa# e ci abituavamo ad averlo così quando passiamo ad altro ci troviamo in grosse difficoltà (figurarsi io che son passato ad un grassi con meccanica antiquata...)
    Tenore Grassi Ammaccato '77
    Tenore Conn Transitional '34
    Tenore Grassi Wonderful '81
    Otto Link STM Usa 7*, Rigotti 3 Strong
    Alto Grassi '76,
    Otto Link STM Early Babbitt 7*, Rigotti 2 strong
    Soprano Grassi Prestige Bimbo '82
    Keilwerth 6*, Rigotti 3 strong

  9. #9

    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    ma, in definitiva, considerato che oggi il medesimo strumento se sprovvisto di fa#acuto costa circa 300 euro in più rispetto al modello con fa#acuto...chi deve affrontare la spesa per acquistare un nuovo strumento quali vantaggi avrebbe dall'acquistare il primo modello?
    per la serie...spendo 300 euro in più, in cambio di cosa?
    1) Yanagisawa TWO10 tenore
    keilwert vintage ebanite
    rowner dark - legere signature 2.5
    2) R1jazz argento/oro
    Ottolink early babbit 8
    rowner dark - la voz soft

  10. #10

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    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    in cambio di una maggiore facilità nel suonare il fa diesis acuto, specie nei passaggi cromatici....in pratica la posizione per prendere il fa diesis nel modo tradizionale (cioè senza la chiave dedicatata) la useresti solo come posizione alternativa in certi passaggi e per tutto il resto usi l'apposito tasto. considera che se vai sul nuovo hai la suddetta chiave in quasi tutti gli strumenti (tranne forse qualche modello costruito apposta così ma non credo che ci risparmi molto)
    Alto:Yamaha Yas62.
    Alto Selmer Mark7
    Imboccature : Selmer soloist c**, Meyer 6m (Bucci refaced). Legatura: FL pure brass

  11. #11

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    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    ops, scusa...avevo capito l'inverso....in effetti la penso come te, io quella chiave la voglio!! :D
    Alto:Yamaha Yas62.
    Alto Selmer Mark7
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  12. #12

    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    Chiedo scusa se mi intrometto nella discussione ma ritengo corretta l'affermazione di "Il nero" nel post dello scorso 29 ottobre 2011 dove diceva: "...magari un foro, una chiavetta , qualche turbolenza la farà...".
    Personalmente, confermo appieno questa osservazione e i nostri progettisti ne tengono particolarmente conto (vedasi gli studi effettuati prima di realizzare il foro per il Sol acuto sul sax soprano). Certamente un foro, la presenza di un caminetto (quindi altro metallo o comunque un punto di speciale spessore) creano delle turbolemze allo scorrimento della colonna d'aria. Non faccio i nomi ma alcuni artisti Yamaha suonano con uno strumento YTS82Z senza l'ausilio del FA# acuto (uno di questi artisti addirittura ha infilato una monetina da 2 cents di $ nel canimetto per tapparlo !!!), modello peraltro disponibile su richiesta.
    Ciao a tutti. gbcorti
    Gian Battista Corti
    Yamaha Music Europe
    Artist Relation & Product Development Manager

  13. #13

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    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    d'accordissimo con te, però credo (nella mia ignoranza) che si tratti di preferenze e convinzioni personali piuttosto che di dati oggettivi. per esempio sarebbe una cosa oggettiva verificare che l'intonazione di uno strumento senza fa diesis acuto è migliore (più precisa e omogenea) rispetto allo stesso modello con questa chiave. se esistono tali verifiche (condotte in modo serio e preciso) allora è un'altro paio di maniche, ma in assenza di ciò credo che il tutto sia molto soggettivo ;)
    Alto:Yamaha Yas62.
    Alto Selmer Mark7
    Imboccature : Selmer soloist c**, Meyer 6m (Bucci refaced). Legatura: FL pure brass

  14. #14

    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    Perfettamente corretto e d'accordo che si tratti di dati soggettivi personali tra Fa# si o no.
    Sarebbe infatti assurdo che, dato oggettivo, uno strumento con Fa# fosse "stonato" rispetto ad uno che non lo ha.
    Cercando di chiarire meglio, quello che ho voluto dire è che comunque una qualsiasi variazione tecnica sul fusto dello strumento, e quindi sullo scorrimento della colonna d'aria, apporta necessariamente delle variazioni in termine di "risposta" dello strumento. Poi che un'esecutore scelga l'opzione con o senza Fa#, questo è un dato del tutto personale.
    Ciao. gbcorti
    Gian Battista Corti
    Yamaha Music Europe
    Artist Relation & Product Development Manager

  15. #15

    Re: da quanto esiste il fa# acuto?

    Domanda da novello... l'ennesima. Sul tenore dov'è posizionato questo tasto del Fa#? Basta solo quello per fare uscire la nota? Io uso al momento (nel mio percorso di studio) la posizione classica (i 3 tasti del sol + tasto del mi). è la stessa cosa?
    Tenore Grassi TS 400
    Bocchino Otto link Tone Edge 6*

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